Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perchè la ricerca di Alzheimer si fa in gran parte sulla forma precoce della malattia?


Quando, martedì mattina, è morta l'ex allenatrice di basket femminile del Tennessee, Pat Summitt, tutte le fonti di notizie hanno riferito che la causa della sua morte è la "demenza a insorgenza precoce, di tipo Alzheimer".


Questo è più che un semplice modo prolisso per dire "Morbo di Alzheimer". Usando cinque parole invece di una, i giornalisti stavano cercando di puntare una grande freccia di neon lampeggiante sulla complessa realtà della demenza.


La demenza è più un sintomo che una diagnosi, e può essere causata da un certo numero di malattie diverse. Anche l'Alzheimer, il tipo più comune di demenza, non sembra avere una singola causa. Invece quello che lega la Summitt a milioni di altri malati di Alzheimer in tutto il mondo è il danno fisico provocato nel suo cervello.


In tutto il mondo 47,5 milioni di persone vivono con un qualche tipo di demenza. L'Alzheimer rappresenta il 60/70 per cento di questi casi. Immagina la mappa di una città: strade che si diramano, si intersecano con altre strade, creano una rete che consente di consegnare la posta, di vendere e portare a casa il cibo, di raggiungere il posto di lavoro. Che cosa accadrebbe a quel paese se incroci casuali fossero improvvisamente sbarrati e non transitabili?


Questo è il caos distopico causato dall'Alzheimer, poiché le proteine ​​danneggiate intasano i neuroni e inibiscono il flusso di informazioni da un neurone all'altro. Tagliate fuori dal cibo, così come dai dati, le cellule muoiono. Il cervello si restringe. Alla fine, la persona muore, pure. Poco dopo i medici possono entrare nel suo cervello e vedere le barriere, che sono chiamate placche.


Oggi i medici possono diagnosticare l'Alzheimer in un paziente vivo con più del 90 percento di precisione, attraverso una combinazione di test cognitivi e scansioni cerebrali che escludono altri tipi di demenza. Ma la prova finale è nella patologia. I danni fisici possono avere molte cause diverse: dalla genetica alla lesione cerebrale traumatica. Ci potrebbe anche essere un legame con la salute cardiovascolare, ha detto Dean Hartley, direttore delle iniziative scientifiche dell'Alzheimer's Association. Allo stesso modo, il morbo non sembra uguale in tutti i pazienti.


La Summitt ha avuto la diagnosi a 59 anni, dopo aver sofferto di vuoti di memoria, la norma di qualsiasi demenza. Ma altre persone notano la prima volta che qualcosa non va quando hanno problemi con la vista, diventano depressi e solitari, o quando le capacità decisionali li abbandonano. La Summitt ha sperimentato quest'ultimo problema. Nel suo libro di memorie ("Game On") ha scritto che si trovava improvvisamente incapace di seguire l'azione di gioco o di pianificare la mossa successiva delle sue giocatrici.


In un certo senso, l'Alzheimer è un po' come il cancro. Nel corso degli ultimi decenni, gli scienziati sono giunti a pensare al grande C come a un intero alfabeto di malattie. Anche se l'Alzheimer è ancora unico, ha detto Eric McDade, assistente professore di neurologia alla Washington University, è utile pensare ad esso come a una singola destinazione che può essere raggiunta attraverso molte strade. "Come medici, spesso diciamo, 'se hai visto una persona con l'Alzheimer, hai visto una persona con l'Alzheimer", mi ha detto.


Quindi, come si fa a trattare una malattia così varia? E come si fa a individuarla prima che cominci a pretendere un grande tributo? Questo è dove diventano importanti le persone che condividono la diagnosi di insorgenza precoce della Summitt. Anche se 5,4 milioni di americani hanno il morbo, solo circa 200.000 di questi hanno ricevuto la diagnosi prima dei 65 anni. La Summitt ne aveva 64 quando è morta. Ma questo piccolo gruppo è il gruppo più studiato dagli scienziati.


Queste persone sono speciali perché il loro Alzheimer ha più probabilità di avere una componente genetica più forte del tipo di morbo che colpisce in età avanzata. Tra loro c'è un sub-sottogruppo di persone il cui Alzheimer è prevalentemente ereditato. Le persone con questi geni costituiscono circa l'1 per cento dei malati di Alzheimer in tutto il mondo. Avranno sicuramente il morbo, l'avranno presto, e hanno una probabilità del 50 per cento di trasmetterlo ai loro figli.


La loro tragedia personale è anche una opportunità scientifica. I pazienti con Alzheimer ereditario dominante sono gli unici che possono ricevere la diagnosi di Alzheimer tramite test genetico, molto prima che le placche si formino o che compaiano i sintomi. Ciò significa che sono la nostra migliore opportunità di studiare come funziona la malattia, quali altri tipi di cambiamenti produce nel corpo, e quali terapie potrebbero realmente rallentarne o arrestarne la progressione. E, poiché l'Alzheimer è fatto di molte strade che conducono allo stesso luogo tetro, ciò che gli scienziati apprendono dovrebbe essere applicabile alla popolazione più ampia di pazienti.


McDade è il direttore associato del Dominantly Inherited Alzheimer Network, un progetto internazionale che tiene traccia dei portatori dei geni dominanti di Alzheimer e li collega con le sperimentazioni cliniche. Partito nel 2009, il DIAN durerà fino al 2019. Alla fine, essi sperano di ottenere le informazioni che porteranno a migliori test diagnostici, migliori trattamenti e una comprensione più profonda di come funziona davvero la malattia che ha preso la vita di Pat Summitt.

 

 

 


Fonte: Maggie Koerth-Baker in FiveThirtyEight (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.