Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Demenza e disturbi del sonno: consigli ai professionisti

Uno studio pubblicato di recente su Neurology [1] ha esaminato la quantità di sonno di una persona e come potrebbe correlarsi con la diagnosi di demenza più tardi nella vita.


Lo studio è molto interessante. Magari non ha scoperto quello che potresti pensare: i pazienti over 65 che dormivano più di 9 ore alla notte avevano un rischio più alto di sviluppare l'Alzheimer. Tuttavia, il diavolo è talvolta nei dettagli.


Secondo lo studio, nei pazienti che dormivano più a lungo, questo potrebbe essere un sintomo premonitore della demenza e dello stesso Alzheimer. Il ciclo deteriorato sonno-veglia è qualcosa che vediamo nella pratica clinica.


Sonno disturbato o prolungato oltre le 9 ore: è un fattore di rischio per l'Alzheimer, o fa parte realmente della malattia? Direi la seconda. Il sonno compromesso o prolungato è uno dei primi segni che qualcosa non va bene quando si tratta di una demenza neurodegenerativa.


Nella tua pratica clinica è utile chiederti: c'è stato un cambiamento nel modello del sonno? Nello studio c'è stata anche un'altra scoperta molto interessante: le persone che dormivano più di 9 ore alla notte, e che avevano una scolarità inferiore alle superiori, avevano un rischio di demenza più alto del 600%.


Ora, questo indica un paio di cose: quando hai uno stato di istruzione superiore, la teoria della riserva cognitiva, un sistema di supporto cognitivo, afferma che hai una certa protezione dalla demenza. In questo caso, quando si combinano i due fattori dello studio, c'è stato un aumento rilevante della probabilità che tale persona avrà la diagnosi di demenza più avanti.


Quali sono i punti da prendere nota dello studio? Numero uno, prendi la storia del sonno. Come parte di una qualsiasi valutazione dei fattori di rischio, sia che cerchi di ridurre il rischio di Alzheimer della persona o che stai prima cercando di fare la diagnosi di una persona con declino cognitivo, è presente un lieve deterioramento cognitivo da Alzheimer? Potrebbe anche essere una pseudo demenza da depressione? Può essere una carenza metabolica o vitaminica?


Redigere una storia adeguata del sonno può darti un indizio. Detto questo, dormire più a lungo è caratteristico anche dei pazienti che hanno la depressione. Individuare la depressione è veramente cruciale. Quando si tratta di pratiche cliniche, alcune delle considerazioni più importanti includono la durata del sonno e se il modello di sonno o la durata del sonno sono cambiati nel tempo.


L'altra considerazione è: qual è la qualità del sonno? Ad esempio, nella nostra clinica, abbiamo un sottoinsieme di pazienti che preferiscono portare una fascia di monitoraggio. Questa è una fascia con un biosensore che registra la durata complessiva del sonno e cerca di fare la stima migliore in base a varie misure di battito, temperatura, movimenti e variabilità di frequenza cardiaca.


Una banda di monitoraggio come questa può dire non solo quante ore ha dormito la persona, ma forse quante ore la persona era in sonno REM, quante ore in onda lenta o profonda, e quante volte si è svegliata.


Questi sono dati molto interessanti perché quando si sta trattando una persona per l'insonnia, beh, è ​​una cosa. Puoi provare a farli addormentare più rapidamente. Se stai trattando qualcuno per un disturbo del sonno e si sveglia nel bel mezzo della notte, questo può essere un intervento diverso.


Nell'Alzheimer c'è anche molta correlazione tra la malattia e i modelli di sonno [2]. Ad esempio, durante il giorno, quando una persona è impegnata nelle attività quotidiane e nel ricordare le cose, quei ricordi vissuti durante il giorno vengono consolidati durante il sonno REM. Se una persona non ha un sonno REM adeguato, la sua funzione cognitiva il giorno successivo può essere compromessa.


Tuttavia, se una persona non ha un sonno a onde lente o sonno profondo sufficiente (il tempo durante il quale smaltisce l'amiloide), può ritrovarsi con più amiloide nel cervello. Hai sentito parlare del sistema linfatico, ma c'è un sistema di smaltimento recentemente scoperto per il cervello chiamato sistema 'glimfatico'. È attraverso di esso che viene eliminata la robaccia o l'amiloide; e se non hai abbastanza sonno a onda lenta, forse non puoi eliminare la robaccia e smaltire quella amiloide [2].


Penso che il campo della medicina del sonno nell'Alzheimer sia affascinante. Che si tratti di osservazioni cliniche o di fatto storico, ci sono molte informazioni davvero interessanti quando si tratta di sonno e di Alzheimer. Speriamo che, con l'uscita di ulteriori studi, saremo in grado di attuare le cose che impariamo nella nostra pratica clinica.

 

 

 


Fonte: Richard S. Isaacson MD direttore della Clinica di Prevenzione Alzheimer della Weill Cornell Medicine di New York-Presbyterian.

Pubblicato in Medscape (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Andrew J. Westwood, Alexa Beiser, Nikita Jain, Jayandra J. Himali, Charles DeCarli, Sanford H. Auerbach, Matthew P. Pase, Sudha Seshadri, Prolonged sleep duration as a marker of early neurodegeneration predicting incident dementia. Neurology | Published: March 21, 2017  doi: 10.1212/WNL.0000000000003732
  2. Jerrah K. Holth, Tirth K. Patel, David M. Holtzman. Sleep in Alzheimer's Disease - Beyond Amyloid. Neurobiol Sleep Circadian Rhythms. 2017; 2:4-14 DOI: 10.1016/j.nbscr.2016.08.002

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)