Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Case davvero intelligenti potrebbero aiutare i pazienti con demenza a vivere in autonomia

smart home helps dementia patientFoto: PixOfPop/Shutterstock

Si potrebbe già avere quella che è spesso chiamata 'casa intelligente' (smart home), con le luci o la musica collegate alla tecnologia a comando vocale, come Alexa o Siri. Ma quando noi ricercatori parliamo di case intelligenti, di solito intendiamo tecnologie che usano l'intelligenza artificiale per imparare le vostre abitudini e regolare automaticamente la casa in risposta a loro.


Forse l'esempio più evidente di questo sono i termostati che imparano quando hai probabilità di essere a casa e che temperatura preferisci, e si regolano di conseguenza senza la necessità di modificare le impostazioni.


Io e i miei colleghi siamo interessati a capire come questo tipo di tecnologia per una casa veramente intelligente potrebbe aiutare le persone con demenza. Noi speriamo che possa imparare a riconoscere le diverse attività domestiche che un malato di demenza svolge durante tutta la giornata e aiutarlo con ciascuna di esse. Questo potrebbe anche portare fino all'introduzione di robot domestici per assistere automaticamente nelle faccende.


Il numero crescente di persone con demenza sta incoraggiando i fornitori di assistenza a guardare alla tecnologia come un modo di sostenere i caregiver umani e migliorare la qualità della vita dei pazienti. In particolare, vogliamo usare la tecnologia per aiutare le persone con demenza a vivere in modo indipendente, il più a lungo possibile.


La demenza colpisce le capacità cognitive delle persone (cose come percezione, apprendimento, memoria e capacità di risolvere problemi). Ci sono molti modi in cui la tecnologia di casa intelligente può aiutare con questo. Può migliorare la sicurezza chiudendo automaticamente le porte lasciate aperte o spegnendo i fornelli rimasti incustoditi; sensori per letto e sedie o dispositivi indossabili in grado di rilevare come sta dormendo una persona o se è rimasta inattiva per una insolita quantità di tempo.


Luci, televisori e telefoni possono essere controllati dalla tecnologia ad attivazione vocale o da un'interfaccia grafica per le persone con problemi di memoria. Gli elettrodomestici come bollitori, frigoriferi e lavatrici possono essere controllati a distanza.


Le persone con demenza possono anche diventare disorientate, vagare e perdersi. Sistemi sofisticati di monitoraggio che usano onde radio all'interno e GPS all'esterno possono monitorare i movimenti delle persone e generare un avviso se viaggiano al di fuori di una certa area.


Tutti i dati da questi dispositivi potrebbero alimentare una intelligenza artificiale complessa che potrebbe imparare automaticamente le cose tipiche che si fanno in casa. Questo è il classico problema di pattern matching (far corrispondere gli schemi, cercare e imparare modelli di apprendimento da molti dati) dell'AI. Per cominciare, il computer costruirebbe un modello grossolano di routine quotidiana dei residenti e sarebbe quindi in grado di rilevare quando accade qualcosa di insolito, come non alzarsi o mangiare alla solita ora.


Un modello più fine potrebbe quindi rappresentare le fasi di una particolare attività, come lavarsi le mani o fare una tazza di tè. Monitorare ciò che la persona sta facendo passo dopo passo significa che, se lo dimentica a metà, il sistema può ricordarglielo e aiutarla a continuare.


Il modello più generale della routine quotidiana potrebbe usare sensori innocui come quelli nei letti o alle porte. Ma perché il software abbia una comprensione più dettagliata di quanto sta accadendo in casa c'è bisogno di videocamere e di elaborazione video per rilevare azioni specifiche, come una caduta. L'aspetto negativo di questi modelli migliorati è una perdita di privacy.


La casa intelligente del futuro potrebbe essere dotata anche di un robot umanoide per aiutare nei lavori domestici. La ricerca in questo settore si muove ad un ritmo costante, anche se lento, ed è il Giappone ad essere leader nei robot-infermiere.


La sfida più grande con i robot in casa o in una struttura di assistenza è quella di operare in un ambiente non strutturato. I robot in fabbrica possono operare con rapidità e precisione perché svolgono compiti specifici pre-programmati in uno spazio appositamente progettato. Ma la casa media è meno strutturata e cambia spesso perché mobilio, oggetti e persone si spostano. Questo è un problema chiave che i ricercatori stanno studiando con tecniche di intelligenza artificiale, come ad esempio l'acquisizione di dati da immagini (computer vision).


I robot non hanno il potenziale per aiutare solo nel lavoro fisico. Mentre la maggior parte delle tecnologie 'smart home' si concentrano su mobilità, forza e altre caratteristiche fisiche, il benessere emotivo è altrettanto importante. Un buon esempio è il robot Paro, che si presenta come una foca-giocattolo carina, ma è stato progettato per fornire sostegno emotivo terapeutico e comfort.

 

 

Capire le interazioni

La vera intelligenza in tutta questa tecnologia viene da scoprire automaticamente come la persona interagisce con l'ambiente, per fornire un supporto al momento giusto. Se costruiamo la tecnologia per fare proprio tutto per le persone, allora in realtà ridurrebbe la loro indipendenza.


Ad esempio, il software di riconoscimento delle emozioni, che riesce a giudicare i sentimenti della persona dalla sua espressione, potrebbe regolare la casa o suggerire attività in risposta, ad esempio cambiando l'illuminazione o incoraggiando il paziente a fare un po' di esercizio. Come aumenta il declino fisico e cognitivo del residente, la casa intelligente dovrebbe adattarsi per fornire il supporto più appropriato.


Ci sono ancora molte sfide da superare, per migliorare l'affidabilità e la robustezza dei sensori, per prevenire fastidiosi o inquietanti allarmi, per fare in modo che la tecnologia sia sicura dai criminali informatici. E per tutta la tecnologia, ci sarà sempre bisogno che ci sia un essere umano nel ciclo.


La tecnologia ha lo scopo di integrare i caregiver umani e deve essere adattata ai singoli utenti. Ma il potenziale c'è per case veramente intelligenti che aiutano le persone con demenza a vivere una vita più ricca, più piena e, si spera, più lunga.

 

 

 


Fonte: Dorothy Monekosso, professoressa di Informatica, Leeds Beckett University

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)