Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il funzionamento del cervello è più complesso di quello che suggerisce l'anatomia

neuron scheme

Il modo con cui funziona il cervello rimane un puzzle con pochi pezzi a posto. Uno di questi, grande, è in realtà una congettura: che ci sia una relazione tra la struttura fisica del cervello e la sua funzionalità.


Il lavoro del cervello include interpretare il tatto, la visione e i suoni, così come parlare, ragionare, gestire le emozioni, apprendere, controllare con precisione il movimento e molti altri. I neuroscienziati presumono che è l'anatomia del cervello (con le sue centinaia di miliardi di fibre nervose) a eseguire tutte queste funzioni possibili. I 'fili viventi' del cervello sono collegati in reti neurologiche elaborate che danno origine alle sorprendenti abilità degli esseri umani.


Per esempio sembrerebbe che, se gli scienziati potessero mappare le fibre nervose e le loro connessioni e registrare i tempi degli impulsi che fluiscono attraverso di loro per una funzione superiore come la visione, essi dovrebbero essere in grado di risolvere il problema di come vediamo.


I ricercatori sono sempre più bravi a mappare il cervello con la trattografia, una tecnica che rappresenta visivamente i percorsi delle fibre nervose attraverso la modellazione 3D. E stanno sempre più migliorando nel registrare come le informazioni si muovono nel cervello usando una risonanza magnetica funzionale migliorata che misura il flusso di sangue. Ma a dispetto di questi strumenti, nessuno sembra così vicino a capire come vediamo realmente. La neuroscienza ha solo una conoscenza rudimentale di come il tutto si integra.


Per colmare questa lacuna, il mio team di ricerca in bioingegneria si concentra sulle relazioni tra struttura e funzione del cervello. L'obiettivo generale è spiegare scientificamente tutti i collegamenti, sia anatomici che senza fili, che attivano diverse regioni del cervello durante i compiti cognitivi. Stiamo lavorando su modelli complessi che catturano meglio ciò che gli scienziati sanno delle funzioni cerebrali.


In definitiva un quadro più chiaro della struttura e funzione può precisare i modi con cui la chirurgia cerebrale tenta di correggere la struttura e, viceversa, i modi con cui i farmaci cercano di correggere le funzioni.

 

Punti caldi senza fili nella tua testa

Le funzioni cognitive come il ragionamento e l'apprendimento usano un certo numero di regioni cerebrali distinte in modo sequenziato nel tempo. La sola anatomia (neuroni e fibre nervose) non può spiegare l'eccitazione di queste regioni, simultaneamente o in tandem. Alcuni collegamenti sono in realtà 'senza fili'. Queste sono connessioni elettriche del campo vicino, e non connessioni fisiche catturate dalla trattografia.


Il mio gruppo di ricerca lavora da diversi anni per dettagliare le origini di queste connessioni senza fili e per misurare le loro intensità di campo. Una semplice analogia di ciò che accade nel cervello è come funziona un router senza fili. Internet arriva al router tramite una connessione cablata. Il router quindi invia le informazioni a un computer portatile usando una connessione senza fili. Il sistema globale di trasferimento di informazioni funziona per merito delle connessioni sia cablate che senza fili.


Nel caso del cervello, le cellule nervose conducono gli impulsi elettrici dal corpo cellulare ad altri neuroni attraverso lunghe braccia filiformi chiamate 'assoni'. Lungo il percorso sono emessi naturalmente dei segnali senza fili da parti non isolate delle cellule nervose. Questi punti che mancano dell'isolamento protettivo che avvolge il resto dell'assone si chiamano 'nodi di Ranvier'.


I nodi di Ranvier permettono agli ioni carichi di diffondersi dentro e fuori il neurone, propagando il segnale elettrico lungo l'assone. Come gli ioni scorrono dentro e fuori, si generano campi elettrici. L'intensità e la struttura di questi campi dipende dall'attività della cellula nervosa. Qui al Global Center for Neurological Networks ci stiamo concentrando sul modo in cui funzionano questi segnali senza fili nel cervello per comunicare le informazioni.

 

Il mondo non lineare del cervello

Le indagini sul modo in cui le regioni eccitate del cervello corrispondono alle funzioni cognitive fanno un altro errore quando si basano su ipotesi che portano a modelli eccessivamente semplici.


I ricercatori tendono a modellare la relazione come lineare con una sola variabile, che misura la dimensione media della risposta di una singola regione del cervello. È la logica alla base della progettazione del primo apparecchio acustico: se una persona alza del doppio la voce, l'orecchio dovrebbe rispondere due volte tanto.


Ma gli apparecchi acustici sono migliorati notevolmente negli anni quando i ricercatori sono giunti a capire meglio che l'orecchio non è un sistema lineare, ed è richiesta una forma di compressione non lineare per abbinare i suoni generati alla capacità di chi ascolta. In realtà, la maggior parte delle cose viventi non ha sistemi di rilevamento che rispondono in maniera lineare, in modo uno-a-uno, agli stimoli.


I modelli lineari assumono che se l'ingresso di un sistema è raddoppiato, anche l'uscita dal sistema sarà raddoppiata. Ciò non vale per i modelli non lineari, dove possono esistere molti valori di uscita per un singolo valore d'ingresso. E la maggior parte degli scienziati concorda sul fatto che i calcoli neurali sono in effetti non lineari.


Una questione cruciale per comprendere il legame tra cervello e comportamento è come il cervello decide il miglior modo di agire tra le alternative in competizione. Ad esempio, la corteccia frontale del cervello fa scelte ottimali calcolando numerose quantità (variabili), calcolando il potenziale profitto, la probabilità di successo e il costo in termini di tempo e fatica. Dal momento che il sistema è non lineare, il raddoppio del ritorno potenziale può produrre una decisione finale molto più che doppia.


I modelli lineari perdono la ricca varietà di possibilità che possono esserci nelle funzioni del cervello, in particolare quelle oltre quanto suggerito dalla struttura anatomica. È come la differenza tra una rappresentazione 2D e una 3D del mondo che ci circonda. I modelli lineari attuali descrivono solo il livello medio di eccitazione in una regione del cervello, o il flusso attraverso una superficie del cervello.


Queste sono molte meno informazioni di quante usiamo io e i miei colleghi quando costruiamo i nostri modelli non lineari sia dalla risonanza magnetica funzionale migliorata che dai dati di bioimmagini elettriche del campo vicino. I nostri modelli forniscono un'immagine 3D del flusso di informazioni attraverso le superfici del cervello e in profondità al suo interno, e ci portano più vicini a rappresentare come funziona il tutto.

 

Anatomia normale, disfunzione fisiologica

Il mio gruppo di ricerca è incuriosito dal fatto che le persone con strutture cerebrali dall'aspetto del tutto normale possono comunque avere grossi problemi funzionali.


Nell'ambito della nostra ricerca sulla disfunzione neurologica, visitiamo individui in hospice, gruppi di sostegno al lutto, strutture di assistenza di riabilitazione, centri traumatologici e ospedali per assistenza acuta. Siamo costantemente spaventati dal renderci conto che le persone che hanno perso i propri cari possono presentare sintomi simili a quelli dei pazienti con diagnosi di Alzheimer.


Il lutto consta di una serie di reazioni emotive, cognitive, funzionali e comportamentali alla morte o ad altri tipi di perdita. Non è uno stato, ma piuttosto un processo che può essere sia temporaneo che permanente. Il cervello di aspetto sano di coloro che soffrono di lutto fisiologico non ha gli stessi problemi anatomici (come regioni cerebrali rimpicciolite e connessioni interrotte tra le reti di neuroni) che si trovano in chi ha l'Alzheimer.


Crediamo che questo sia solo un esempio di come punti caldi del cervello (le connessioni non fisiche), più la ricchezza del funzionamento non lineare del cervello, possono portare a esiti che non si possono prevedere con una scansione cerebrale. Ci sono probabilmente molti altri esempi.


Queste idee possono indicare la strada verso la mitigazione di  condizioni neurologiche gravi attraverso mezzi non invasivi. La terapia non invasiva del lutto e i dispositivi di neuromodulazione elettrici del campo vicino, possono ridurre i sintomi associati alla perdita di una persona cara. Forse questi protocolli e procedure dovrebbero essere offerti di più ai pazienti che soffrono di disfunzione neurologica, per cui le scansioni rivelano cambiamenti anatomici. Si potrebbero risparmiare ad alcuni di questi individui delle procedure chirurgiche invasive.


Generando il diagramma delle connessioni non fisiche di tutto il cervello usando i nostri recenti progressi nella mappatura elettrica del campo vicino, e impiegando ciò che crediamo essere modelli non lineari biologicamente realistici dalle molte variabili, ci porterà più vicini a dove vogliamo andare.


La comprensione migliore del cervello non solo ridurrà la necessità di procedure operative invasive per correggere il funzionamento, ma porterà anche a modelli migliori per ciò che il cervello sa fare meglio: calcolo, memoria, collegamento in rete e distribuzione delle informazioni.

 

 

 


Fonte: Salvatore Domenic Morgera, professore di Ingegneria elettrica e di bioingegneria, University of South Florida

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.