Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il certificato di decesso può non dire tutta la storia

Mary Tinetti, MDLa demenza può non risultare una delle maggiori cause di morte negli Stati Uniti, grazie a certificati di morte troppo semplicistici, dice un nuovo studio.

Mentre i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) attribuiscono solo il 3 per cento delle morti recenti alla demenza, la condizione ha contribuito per il 13 per cento ai decessi tra la popolazione, secondo i ricercatorilo dello studio.


"Siamo davvero sorpresi di quello che abbiamo trovato", ha detto a Reuters Health la Dssa Mary Tinetti (nella foto), che ha condotto lo studio alla Yale University. "La demenza è la seconda causa di morte, una percentuale molto più alta di quando si prende in considerazione una singola causa di morte". Quando i medici negli Stati Uniti compilano i certificati di morte, seguono le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per decidere come è morta la persona e poi registrano solo una delle ragioni di fondo per la morte. Questo può avere un senso per i giovani che muoiono, ha dichiarato la Tinetti, ma non è accurato attribuire la morte degli anziani solo a una singola malattia. "La stragrande maggioranza degli anziani ha due, tre, quattro o addirittura cinque malattie croniche", ha affermato la Tinetti, il cui team ha pubblicato il rapporto nel Journal of the American Geriatrics Society.


Per il nuovo studio, la Tinetti e i suoi colleghi hanno esaminato le domande di trattamento presentate da 22,890 beneficiari di Medicare e hanno trovato 97 malattie croniche e problemi acuti. Durante i 41 mesi dello studio, sono morte 2.245 persone, due terzi di coloro che avevano più di 80 anni. Quando i ricercatori hanno esaminato le richieste a Medicare per coloro che erano morti, hanno scoperto che 15 malattie avevano contribuito al 70 per cento dei decessi.

  • L'insufficienza cardiaca era coinvolta nel 20 per cento dei decessi, il che la rende la causa più comune.
  • La demenza ha contribuito al 13 per cento dei decessi.
  • Le malattie polmonari, come la bronchite, l'asma e l'enfisema, sono stati trovati nel 12,4 per cento dei decessi e la polmonite nel 5,3 per cento dei decessi.
  • Il cancro ha contribuito ad appena il 5,6 per cento dei decessi.


I dati di mortalità dai certificati di morte sono stati pubblicati dal CDC e ampiamente utilizzati per guidare la politica sanitaria e la ricerca sanitaria. La Tinetti e i suoi colleghi hanno scoperto che i principali responsabili della morte degli anziani sono simili a quelli elencati dal CDC, ma ci sono importanti eccezioni: il CDC ha attribuito solo il 3 per cento delle morti alla demenza nel 2004, mentre il cancro rappresentava il 22 per cento dei decessi. Il diabete, la sesta causa più importante di morte sulla lista del CDC, è assente dalla lista del team di Yale. Nella loro relazione, i ricercatori dicono che è probabile sia a causa della stretta associazione tra il diabete e altre condizioni, come le malattie cardiache e renali.


Researchers couldn't get access to death certificates for the people who died during the study, so the official causes of death couldn't be compared to the claims-based findings. I ricercatori non hanno potuto accedere ai certificati di morte delle persone morte durante lo studio, quindi le cause ufficiali della morte non hanno potuto essere paragonate ai risultati basati sulle richieste [a Medicare].

 

Un approccio più accurato?

Nella loro relazione, i ricercatori evidenziano la necessità di un metodo più accurato per misurare come le diverse malattie contribuiscono alla morte per stabilire le priorità di sanità pubblica, cliniche e di ricerca per la popolazione che invecchia. Ma la Tinetti pensa che è improbabile che ci sia un cambiamento a breve. "Ci vorrà probabilmente molto tempo e molte persone per decidere che l'attuale approccio non funziona e che abbiamo bisogno di cambiarlo. Ma almeno costringe le persone a pensare che abbiamo bisogno di farlo in modo diverso", ha detto.


Il Dr. James Burke, che ha studiato le diverse cause di decesso all'Università del Michigan, è d'accordo. "Ci sarebbe bisogno di una quantità enorme di risorse per utilizzare questi dati in modo più significativo, e dipende dall'investimento che la società vuole fare", ha detto Burke alla Reuters Health.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato via Reuters Health in EmpowerHer il 27 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)