Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I centenari ci rivelano come mantenere acuta la mente

Quasi il 15% delle persone over-70 hanno una qualche forma di demenza; quel numero sale a quasi il 35% per le persone di età superiore ai 90 anni. Eppure altre persone vivono più di 100 anni con menti acute.


Cosa aiuta alcune persone a proteggere bene la salute del loro cervello negli ultimi anni di vita? Questa è la domanda, che dei ricercatori olandesi si sonno chiesti in un nuovo studio longitudinale pubblicato in JAMA Network Open, che ha esaminato dei centenari con mente acuta.


I ricercatori hanno reclutato 330 centenari che secondo i loro caregiver avevano una mente nitida. I partecipanti sono stati sottoposti a test approfonditi della cognizione, la memoria, le capacità decisionali, le abilità verbali e speciali, l'attenzione e la velocità di elaborazione.


I ricercatori hanno poi combinato questi dati con il sesso, l'età, l'istruzione, la vista e l'udito dei partecipanti e con gli indicatori di salute fisica. Li hanno seguiti per tutto il tempo che hanno potuto, fino alla morte o fino a quando non erano più in grado di partecipare allo studio.


Hanno trovato risultati sorprendenti: i partecipanti allo studio non avevano alcun declino importante della funzione cognitiva, tranne che lievi perdite nella memoria a breve termine. La maggior parte manteneva le capacità per prendere decisioni, ripetere elenchi di parole, rifare un disegno che aveva visto ed evitare le distrazioni.


Dopo la morte, 44 dei partecipanti hanno subito l'autopsia per misurare le placche o i grovigli di proteine nel loro cervello, che sono indicatori tipici del morbo di Alzheimer (MA). Sebbene molti partecipanti avessero le placche cerebrali tipiche delle persone che sviluppano la malattia, nessuno di loro aveva mostrato segni della malattia stessa. Inoltre, i partecipanti con i geni legati a un rischio elevato di MA non hanno mostrato segni di declino cognitivo.


Anche se lo studio non è stato in grado di trarre conclusioni ferme sul motivo per cui i centenari sono in grado di mantenere le loro abilità cognitive, i risultati mostrano che i partecipanti avevano resistito al declino neurologico, erano ciò che chiamano 'cognitivamente resilienti', il che significa che erano stati esposti ai fattori di rischio del declino cognitivo, ma in qualche modo avevano evitato la malattia.


I ricercatori hanno trovato alcuni attributi comuni dei centenari. La maggior parte aveva raggiunto un alto livello di istruzione. In media, avevano finito la scuola superiore e qualche formazione avanzata o istruzione universitaria. Più della metà viveva in modo indipendente.


La maggior parte dei partecipanti aveva vista e udito buoni. Questo è importante perché quando gli anziani perdono la capacità di vedere e ascoltare, perdono le connessioni sociali e la loro capacità di elaborare le informazioni, che a sua volta può portare a un declino cognitivo.


E la maggior parte dei partecipanti aveva vissuto una vita relativamente attiva fisicamente; più del 75% era ancora in grado di camminare in modo indipendente all'inizio dello studio.


Il messaggio da portare a casa: non ci sono conclusioni ferme su come mantenere una mente acuta, ma questi centenari ci danno alcuni indizi su come mantenere il funzionamento cognitivo; rimanere fisicamente attivi, raggiungere un alto livello di istruzione e ottimizzare le nostre capacità per ascoltare e vedere.


Soprattutto, ci mostrano che è possibile evitare l'invecchiamento neurologico e mantenere una mente acuta più avanti nella vita.

 

 

 


Fonte: The Bronfenbrenner Center for Translational Research at Cornell University

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nina Beker, Andrea Ganz, Marc Hulsman, Thomas Klausch, Ben Schmand, Philip Scheltens, Sietske Sikkes, Henne Holstege. Association of Cognitive Function Trajectories in Centenarians With Postmortem Neuropathology, Physical Health, and Other Risk Factors for Cognitive Decline. JAMA Netw Open, 15 Jan 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.