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Tenere collegato il cervello che invecchia con parole e musica

subcortical white matter fiber tracts WikipediaPosizione dei fascioli uncinato e longitudinale superiore. Fonte: [ulr=https://en.wikipedia.org/wiki/Superior_longitudinal_fasciculus]Wikipedia[/url]

In un'era di panacee apparentemente infinite per il declino mentale nell'invecchiamento, navigare nel disordine può essere una sfida considerevole.


Tuttavia, un team di ricercatori della Duke University, guidato dalla neuroscienziata cognitiva Edna Andrews PhD, pensa di aver trovato una soluzione robusta e a lungo termine per contrastare questo declino e prevenire le patologie in un cervello che invecchia. Il loro approccio non richiede una procedura invasiva o un intervento farmacologico, solo un buon orecchio, un po' di spartiti e forse uno strumento o due.


All'inizio del 2021, la Andrews e il suo team hanno pubblicato uno dei primi studi (rif. 1) a esaminare l'impatto della musica nella costruzione della riserva cognitiva cerebrale. Questa riserva, in parole semplici, è un modo per qualificare la resilienza del cervello a fronte di varie patologie.


Livelli elevati di riserva cognitiva possono aiutare a evitare per anni la demenza, il Parkinson o la sclerosi multipla. Questi livelli sono quantificati con misurazioni strutturali delle materie grigia e bianca nel cervello. La materia bianca è il cablaggio con il suo isolamento (mielina) che aiuta a comunicare tra loro diverse aree del cervello.


In quello studio, il team della Andrews si è concentrato sulle misurazioni dell'integrità della materia bianca con una tecnica di risonanza magnetica avanzata nota come 'scansione a tensore di diffusione', per vedere in quale forma è.


Gli studi precedenti di neuroscansione avevano rivelato che l'invecchiamento normale porta a un calo dell'integrità della materia bianca in tutto il cervello. Negli ultimi quindici anni, tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che attività motorio-sensoriali complesse possono rallentare e persino invertire la perdita di integrità della materia bianca. I due esempi più solidi di attività motorio-sensoriali complesse sono il multilinguismo e la musica.


La Andrews è da tempo affascinata dal cervello e dalle lingue. Nel 2014, ha pubblicato uno dei testi seminali nel campo della neurolinguistica cognitiva, in cui ha posto le basi per un nuovo modello di linguaggio nelle neuroscienze. Allo stesso tempo, ha pubblicato il primo, e finora unico, studio fMRI longitudinale sull'acquisizione della seconda lingua (rif. 2). Le sue scoperte, costruite su decenni di ricerca nelle neuroscienze cognitive e nella linguistica, sono diventate le fondamenta del suo popolare corso FOCUS: Neuroscienza/Linguaggio Umano.


Negli anni più recenti, ha spostato la sua ricerca per comprendere l'impatto della musica sulla riserva cerebrale cognitiva. Rinvigorita dalla sua esperienza di musicista professionista e compositrice, voleva vedere se la musica permanente può aumentare l'integrità della materia bianca nell'invecchiamento. Lei e la sua squadra hanno ipotizzato che la musica potrebbe aumentare l'integrità della materia bianca in determinati tratti di fibre legati alla produzione musicale.


Per realizzare questo obiettivo, lei e la sua squadra hanno scansionato il cervello di otto musicisti da 20 anni a 67 anni di età. Questi musicisti dedicavano in media 3 ore al giorno alla pratica e avevano guadagnato anni di esperienza in esibizioni. Dopo che i partecipanti sono stati inseriti nella macchina MRI, i ricercatori hanno calcolato i valori di anisotropia frazionaria (FA) per determinati tratti di fibre della materia bianca.


Un valore maggiore di FA significa un'integrità più elevata e, di conseguenza, una riserva cognitiva cerebrale più elevata. La Andrews e il suo team hanno scelto di osservare i valori di FA in due tratti di fibre, nel 'fascicolo longitudinale superiore' e nel 'fascicolo uncinato', in base alla loro rilevanza per la musica trovata dagli studi precedenti. Quei due tratti di fibra nei non-musicisti, negli studi precedenti hanno dimostrato un calo di integrità con l'invecchiamento. In altre parole, più erano anziani i partecipanti, minore era l'integrità della loro materia bianca in queste regioni.


Dopo aver analizzato i valori di anisotropia con la regressione lineare, hanno osservato una chiara correlazione positiva tra età e anisotropia frazionaria in entrambi i tratti di fibre. Queste tendenze erano visibili in entrambi i tratti dell'emisfero sia sinistro che destro del cervello. Tale osservazione ha dimostrato la loro ipotesi: che la musicalità altamente competente può aumentare la riserva cerebrale cognitiva con l'invecchiamento.


Queste scoperte ampliano la letteratura esistente dei cambiamenti di stile di vita che possono migliorare la salute del cervello, oltre la dieta e l'esercizio fisico. Sebbene più esigenti, i cambiamenti neurologici derivanti dall'acquisizione e dalla manutenzione del linguaggio e delle capacità musicali hanno il potenziale di durare più a lungo nel ciclo di vita.


La Andrews è una forte sostenitrice dell'apprendimento permanente, non solo per la soddisfazione che porta, ma anche per l'impatto tangibile che può avere sulla riserva cognitiva cerebrale. Apprendere una nuova lingua o un nuovo strumento non dovrebbe essere limitato alla gioventù.


Sembra quindi che il modo più gentile di trattare il cervello sia buttarvi dentro qualcosa di nuovo. Un po' di pratica non può comunque far male.

 

 

 


Fonte: Vibhav Nandagiri in Duke University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Edna Andrews, Cyrus Eierud, David Banks, Todd Harshbarger, Andrew Michael, Charlotte Rammell. Effects of Lifelong Musicianship on White Matter Integrity and Cognitive Brain Reserve. Brain Science, 2021, DOI
  2. Edna Andrews, Luca Frigau, Clara Voyvodic-Casabo, James Voyvodic, John Wright. Multilingualism and fMRI: Longitudinal Study of Second Language Acquisition. Brain Science, Jun 2013, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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