Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Via di segnalazione cruciale nelle cellule immunitarie potrebbe essere nuovo obbiettivo di Alzheimer

Tau aggregates diminished by depleting top right or inhibiting bottom right microglia NF kBNF-KB microgliale accelera la semina e la diffusione degli aggregati di tau nella corteccia dei topi inoculati con semi di tau. Eliminare (alto a destra) o inibire (in basso a destra) la NF-KB microgliale riduce la quantità di aggregati tau (a sinistra i controlli). Immagine: dott.ssa Li Gan.

L'inibizione di un importante percorso di segnalazione nelle cellule immunitarie residenti del cervello può calmare l'infiammazione del cervello e quindi rallentare il processo di malattia nel morbo di Alzheimer (MA) e in alcune altre malattie neurodegenerative, secondo uno studio svolto alla Weill Cornell Medicine. I risultati indicano la possibilità di nuove strategie terapeutiche contro le malattie neurodegenerative, che sono relativamente comuni negli anziani e che non hanno ancora trattamenti efficaci e modificanti della malattia.


L'infiammazione cerebrale, in particolare quella che deriva dall'attivazione delle cellule immunitarie nel cervello chiamate microglia, è una caratteristica comune nota delle malattie neurodegenerative. La diffusione di aggregati anormali, 'grovigli' filamentosi, di una proteina neuronale chiamata tau è un'altra caratteristica frequente di questi disturbi.


Nello studio apparso il 12 aprile su Nature Communications, i ricercatori hanno dimostrato che i grovigli di tau aiutano a innescare l'attivazione infiammatoria delle microglia, tramite un percorso di segnalazione multifunzione chiamato 'percorso NF-κB'. L'inibizione della segnalazione microgliale NF-κB in topi modello di MA basato su tau, ha ampiamente tirato fuori le cellule immunitarie dal loro stato infiammatorio e ha invertito i problemi di apprendimento e di memoria degli animali.


"Le nostre scoperte suggeriscono che limitare il NF-κB sovra-attivo può essere una buona strategia terapeutica nel MA e in altre malattie neurodegenerative mediate dalla tau"
, ha detto l'autrice senior dott.ssa Li Gan, direttrice dell'Istituto di Ricerca sul MA e professoressa distinta di malattie neurodegenerative alla Weill Cornell Medicine.


I grovigli tau si trovano all'interno dei neuroni nelle aree del cervello interessate, nel MA, nel Parkinson, nella malattia di Pick, nella paralisi progressiva sopranucleare, nella demenza frontotemporale e in altre malattie neurodegenerative. Gli esperimenti hanno dimostrato che i grovigli, se iniettati in cervelli animali, possono scatenare la formazione di nuovi grovigli, creando una reazione a catena in cui i grovigli si diffondono ad altre regioni del cervello. Gli studi autoptici nel MA e in altre 'taupatie' indicano che questa diffusione di grovigli spesso è correlata strettamente al progresso della malattia.


Il ruolo preciso del grovigli nel danneggiare le cellule cerebrali non è mai stato completamente compreso, e tuttavia studi precedenti avevano suggerito che i grovigli di tau possono interagire con le microglia, in un modo che le spinge in uno stato infiammatorio e associato alla malattia. In questo stato infiammato, le microglia, che normalmente cercano di consumare i grovigli di tau, diventano relativamente inefficienti in questa funzione. Gran parte della tau finisce per non essere digerita ma, piuttosto, sputata fuori dalle microglia, in forme che tendono a seminare nuovi grovigli.


Nel nuovo studio, la dott.ssa Gan e il suo team hanno trovato prove, dagli esperimenti su coltura cellulare e sui topi, che i grovigli tau spingono la microglia in questo stato infiammatorio collegato alla malattia attivando principalmente il percorso di segnalazione NF-κB all'interno di essi. Nei topi modello di MA con grovigli tau guidati principalmente da tau seminata, hanno dimostrato che mantenere iperattivo il percorso NF-κB nelle microglia aumenta la semina e la diffusione dei grovigli, inducendo ulteriore attivazione dell'NF-κB. Al contrario, l'interruzione dell'NF-κB blocca questo ciclo vizioso, e riduce notevolmente la diffusione dei grovigli.


In topi modello diverso di tau, con i grovigli tau formati nei neuroni invecchiati, i ricercatori hanno dimostrato che la disattivazione dell'NF-κB microgliale ha tirato fuori quasi interamente le microglia dal loro stato infiammatorio, associato alla malattia, ripristinando un aspetto molto più normale delle cellule e del modello di attività genica. Questo cambiamento, che impedisce alle microglia di sputare i semi tossici di tau, ha sorprendentemente impedito deficit cognitivi/della memoria cruciali che i topi sviluppano di norma in questo modello.


"Presi insieme, i nostri esperimenti suggeriscono che gli effetti tossici della tau sulla cognizione richiedono la segnalazione microgliale NF-κB", ha dichiarato la coautrice senior dott.ssa Wenjie Luo, prof.ssa associata di ricerca nelle neuroscienze della Weill Cornell.


Negli ultimi due decenni, molti trattamenti sperimentali di MA si erano proposti di rallentare o interrompere il processo di malattia puntando le placche di amiloide e, più recentemente, i grovigli di tau. Finora, tutti questi sforzi sono falliti negli studi clinici su larga scala. I nuovi risultati suggeriscono che farmaci futuri che domano la segnalazione microgliale NF-κB sovrattiva potrebbero funzionare meglio, ha detto la dott.ssa Gan.


Il suo laboratorio sta proseguendo con ulteriori ricerche per dettagliare con più precisione come la segnalazione microgliale NF-κB, che influisce sulle attività di almeno centinaia di altri geni microgliali, deteriora i neuroni e porta ai deficit cognitivi e di memoria. I ricercatori indagheranno sul modo di contenere aspetti specifici della segnalazione sovra-attiva NF-κB senza influire sulla funzione normale delle cellule immunitarie del cervello.

 

 

 


Fonte: Weill Cornell Medicine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Chao Wang, Li Fan, RR Khawaja, B Liu, L Zhan, L Kodama, M Chin, Y Li, D Le, Y Zhou, Carlo Condello, LT Grinberg, WW Seeley, BL Miller, SA Mok, JE Gestwicki, AM Cuervo, Wenjie Luo, Li Gan. Microglial NF-κB drives tau spreading and toxicity in a mouse model of tauopathy. Nature Communications, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)