Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


In Giappone si prevede una popolazione più longeva e con meno demenza

Una nuova microsimulazione prevede che nei prossimi 20 anni i giapponesi vivranno più a lungo senza demenza, ma le donne anziane con un'istruzione inferiore alle scuole superiori avranno meno beneficio degli uomini.

Una nuova microsimulazione dettagliata, basata sui dati di 40 milioni di persone, ha esaminato il futuro della popolazione anziana del Giappone fino al 2043, prevedendo che più persone vivranno più a lungo e che diminuiranno gli anni complessivi trascorsi con demenza.


Tuttavia, il modello ha messo in evidenza un impatto diverso su segmenti diversi della popolazione, poiché le donne giapponesi senza istruzione superiore a 75 anni e oltre possono essere influenzate in modo sproporzionato sia dalla demenza che dalla fragilità.


Comprendendo meglio dove esistono lacune sanitarie come questa, si può migliorare la pianificazione sanitaria pubblica, per ridurre al minimo i costi economici futuri e sostenere le persone che hanno più bisogno, una preoccupazione comune in tutto il mondo.


Il Giappone è famoso per i suoi cittadini longevi, il cui numero continua a salire: nel 2020, quasi il 30% della popolazione giapponese aveva 65 anni o più e questa fascia d'età si prevede che raggiungerà il picco non prima del 2034. Prendersi cura delle persone con disturbi legati all'età, come la demenza e la fragilità, rappresenta una sfida sia per gli individui che per i sistemi di assistenza sanitaria pubblica.


Le microsimulazioni sono modelli di calcolo con la capacità di fornire analisi dettagliate su base individuale, usati attualmente per prevedere la salute della popolazione futura in alcuni paesi, e il prof. statunitense Hideki Hashimoto con i ricercatori dell'Università di Tokyo, insieme ai colleghi della Stanford University, voleva creare un nuovo modello di microsimulazione per il Giappone, che tenesse conto di condizioni più varie di quelle considerate finora.


"Abbiamo sviluppato un nuovo modello di microsimulazione giapponese che rappresenta 13 condizioni croniche (che includono malattie cardiache, ictus, diabete, depressione e dipendenza), nonché fragilità e demenza", ha spiegato Hashimoto. "Usando un sistema di dati ultra largo, siamo riusciti a 'seguire' una coorte virtuale di oltre 40 milioni di persone over-60 dal 2016 al 2043".


Secondo Hashimoto, le previsioni dell'invecchiamento in Giappone di solito fanno affidamento sullo stato 'medio' degli anziani e quindi non considerano le diversità della popolazione.


"Credo che i problemi di invecchiamento siano una questione di lacune di salute nel corso della vita delle persone", ha detto. “La nostra proiezione porta l'attenzione su lacune sanitarie che si stanno ampliando tra gli anziani. Evidenzia che le donne senza istruzione superiore di 75 anni o più hanno maggiori probabilità di essere colpite".


Identificare dove esistono lacune di salute come questa potrebbe guidare meglio le politiche pubbliche, non solo sull'assistenza sanitaria, ma per altri aspetti influenti della vita.


"Il caso del Giappone può suggerire che il miglioramento del livello di istruzione, così come la salute della popolazione, potrebbe essere la chiave per rendere più sana e più gestibile una società che invecchia", ha affermato Hashimoto.


Questo studio mostra speranza per un futuro in cui molte persone vivono una vita più lunga e più sana.


“Le persone potrebbero credere inevitabile un aumento dei casi di demenza, dato l'invecchiamento della popolazione. Tuttavia, in questo studio abbiamo scoperto che in Giappone, nonostante l'invecchiamento della popolazione, il numero di persone con demenza dovrebbe diminuire nei prossimi venti anni", ha affermato Hashimoto. "L'invecchiamento della popolazione non implica necessariamente un aumento dell'onere sociale per l'assistenza, ma porta una diversità di problemi che richiede un'attenta attenzione basata su studio e scienza, per colmare le lacune sanitarie".

 

 

 


Fonte: University of Tokyo (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Megumi Kasajima, ...[+9], Hideki Hashimoto. Projecting prevalence of frailty and dementia and the economic cost of care in Japan from 2016 to 2043: a microsimulation modelling study. The Lancet Public Health, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)