Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Erbicida agricolo comune può attraversare la barriera emato-encefalica

Spraying herbicides with glyphosateGli erbicidi contenenti glifosato sono spruzzati su molte colture, e il glifosato può finire in diversi cibi, come i cereali.

Le malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer (MA), sono tra le più sconcertanti per la scienza medica. Le cause sottostanti di tali malattie vanno dai fattori genetici e la salute cardiovascolare generale alle influenze dietetiche e le scelte di vita.


Nello sviluppo o nell'avanzamento delle malattie neurodegenerative sono stati implicati come possibili attori anche vari contaminanti ambientali. Tra questi c'è un erbicida ad ampio spettro, noto come glifosato, un erbicida comune applicato alle colture agricole in tutto il mondo.


In un nuovo studio, la prima autrice Joanna Winstone, l'autore senior Ramon Velazquez e i loro colleghi del Translational Genomics Research Institute (TGEN) della Arizona State University hanno esaminato gli effetti del glifosato sul cervello di topi. La ricerca dimostra, per la prima volta, che il glifosato riesce ad attraversare la barriera emato-encefalica e si infiltra nel cervello. Una volta lì, enfatizza i livelli di un fattore critico noto come TNF-α (fattore di necrosi tumorale alfa).


Il TNF-α è una molecola con due facce. Di norma, questa citochina pro-infiammatoria svolge funzioni vitali nel sistema neuroimmune, migliorando la risposta immunitaria e proteggendo il cervello; le citochine sono una grande categoria di piccole proteine vitali per una corretta segnalazione cellulare. Però, quando i livelli di TNF-α sono disregolati, può derivare una serie di malattie legate alla neuroinfiammazione. Tra queste c'è il MA.


Negli esperimenti su coltura cellulare, lo studio dimostra anche che l'esposizione al glifosato sembra aumentare la produzione di amiloide-beta solubile (Aβ) e ridurre la vitalità dei neuroni. L'accumulo di Aβ, la proteina appiccicosa responsabile della formazione di placche Aβ, è uno dei segni diagnostici centrali del MA.


Quando i ricercatori hanno esaminato i cambiamenti nell'espressione genica attraverso il sequenziamento dell'RNA nel cervello dei topi a seguito dell'esposizione al glifosato, hanno osservato ulteriori evidenze che suggeriscono potenziali pericoli alla salute neurologica


Queste trascrizioni dell'RNA puntano a interruzioni dell'espressione di geni correlati alla malattia neurodegenerativa, inclusa la disregolazione di una classe di cellule cerebrali responsabili della produzione della guaina mielina critica per una corretta comunicazione neuronale. Queste cellule, note come oligodendrociti, sono danneggiate da livelli elevati di TNF-α.


"Troviamo aumenti del TNF-α nel cervello, a seguito dell'esposizione al glifosato", afferma Velazquez. "Anche se abbiamo esaminato la patologia MA, ciò potrebbe avere implicazioni per molte malattie neurodegenerative, dato che la neuroinfiammazione è presente in vari disturbi cerebrali".

 

Effetti tossici: la giuria è ancora riunita

Il nuovo studio esamina gli effetti neurologici del glifosato, l'erbicida più onnipresente a livello globale. Ogni anno, solo negli Stati Uniti vengono irrorate circa 125 tonnellate di glifosato sulle colture agricole. Sebbene la sostanza chimica sia considerata generalmente sicura per l'uomo dall'Agenzia per la Protezione Ambientale e dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, i ricercatori volevano verificare meglio.


Gli studi sull'uso acuto di erbicidi suggeriscono che non sono dannosi, ma si sa poco sui possibili effetti a lungo termine da una esposizione prolungata. Una questione di notevole preoccupazione è che il glifosato può attraversare la barriera emato-encefalica, uno strato di cellule endoteliali che impediscono alle sostanze disciolte nel flusso sanguigno circolante di passare al liquido extracellulare del sistema nervoso centrale, dove risiedono i neuroni del cervello.


I potenziali rischi per la salute del cervello posti dal glifosato dovrebbero essere valutati seriamente, in particolare per quelli esposti costantemente all'erbicida.


"La connessione con il MA è che esiste una prevalenza molto più elevata della malattia nelle comunità agricole che usano questa sostanza chimica"
, afferma la Winstone. "Stiamo cercando di stabilire un legame molecolare tra i due più basato sulla scienza".


Lo studio ha esposto i topi ad alte dosi di glifosato, rilevando poi livelli elevati di TNF-α nel cervello. I ricercatori hanno quindi esposto i neuroni di topi neonati estratti nelle piastre di Petri agli stessi livelli di glifosato rilevati nel cervello dei topi maturi, osservando amiloide-beta elevata e morte cellulare nei neuroni corticali. Nel tessuto cerebrale sono state rilevate trascrizioni dell'RNA disregolate degli oligodendrociti, che potrebbero indicare distruzione della mielina.


Nel loro insieme, i risultati dimostrano una correlazione tra esposizione al glifosato e sintomi classici di MA, sebbene gli autori sottolineino che è richiesto molto più lavoro prima di stabilire un legame causale.


Tuttavia, l'uso diffuso della sostanza chimica e i correlati inquietanti evidenziati nel presente studio puntano alla necessità di un'indagine approfondita. Alcune domande urgenti a cui rispondere:

  • in che modo l'esposizione prolungata e a basso dosaggio al glifosato influisce sul cervello?
  • il glifosato agisce sinergicamente con altri prodotti chimici presenti negli erbicidi comuni?
  • il glifosato può essere rilevato post mortem in pazienti che sono morti di MA?


All'orizzonte, c'è lo studio di nuovi farmaci progettati per ridurre il TNF-α nel cervello, offrendo una rinnovata speranza a coloro che hanno il MA e altri disturbi neurodegenerativi.

 

 

 


Fonte: Arizona State University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Joanna K. Winstone, ...[+7], Ramon Velazquez. Glyphosate infiltrates the brain and increases pro-inflammatory cytokine TNFα: implications for neurodegenerative disorders. Journal of Neuroinflammation, 28 July 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.