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Il cioccolato quotidiano può impedire il declino cognitivo del cervello?

"Mai la natura ha concentrato una tale ricchezza di prezioso nutrimento in uno spazio così piccolo come la fava di cacao", ha detto Alexander von Humboldt.


La perdita progressiva delle funzioni cognitive con l'età è inevitabile per la maggior parte di noi. Io e i miei colleghi dei laboratori accademici e industriali abbiamo dedicato la carriera scientifica alla ricerca di un trattamento farmacologico efficace del declino cognitivo.


Finora non ne è stato scoperto alcuno; gli annunci su Internet che affermano il contrario ti stanno mentendo per realizzare un profitto. Ciò che è diventato chiaro è che il declino cognitivo, e in particolare quello provocato dal morbo di Alzheimer (MA), è un disturbo dello stile di vita che può essere suscettibile di interventi dietetici.


Uno studio recente (rif.1) ha esaminato le attuali prove sperimentali sulle azioni neuroprotettive delle molecole bioattive contenute nel cacao negli anziani. Studi trasversali che hanno coinvolto oltre 200 mila soggetti coinvolti in 19 studi clinici diversi hanno esaminato le funzioni cognitive usando una batteria di test neuropsicologici sulla cognizione globale, le memorie visuo-spaziale, semantica o episodica e di lavoro.


I soggetti variavano da 23 a 98 anni; la loro assunzione media di cioccolato era di 8-10g al giorno. L'effetto benefico massimo sulle prestazioni cognitive si è verificato con un'assunzione giornaliera di 10g. Gli studi sono durati da molti mesi a molti anni e i risultati sono stati confrontati con quelli che non hanno mai, o solo raramente, consumato cioccolato.


Nel loro insieme, questi studi hanno dimostrato che tutti i punteggi dei test cognitivi erano significativamente più alti in coloro che consumavano il cioccolato almeno una volta alla settimana. La relazione non si attenuava tenedo conto dello stile di vita e di altri fattori dietetici. Il rischio di declino cognitivo minore era statisticamente significativo per i livelli di cioccolato corrispondente a un'assunzione settimanale media di circa tre pezzi di una barretta di cioccolato, uno spuntino al cioccolato o un cucchiaio di polvere di cacao.


Un grande studio (rif.3) su 91.891 partecipanti da 55 a 74 anni di età, che mangiavano circa 15g di cioccolato alla settimana e che sono stati seguiti per circa 13,5 anni, ha scoperto che il consumo di cioccolato era associato inversamente al rischio di morte (= più consumo, meno rischio) per tutte le cause. Anche il rischio di mortalità per MA era ridotto in questi partecipanti. Sfortunatamente, i risultati non hanno consentito di differenziare tra cioccolato al latte e fondente.


Le analisi dei campioni di siero di alcuni partecipanti hanno scoperto che i metaboliti del cacao ciclo(prolil-valile), teobromina e 3-metilxantina (un metabolita della teobromina) erano correlati con l'assunzione di cioccolato e associati negativamente al declino cognitivo. Il cioccolato è ricco di potenti polifenoli antiossidanti chiamati proantocianidine. Due di questi, catechina ed epicatechina, possono attraversare la barriera emato-encefalica e possono essere responsabili dei benefici alla funzione cognitiva.


Circa il 90% delle altre molecole potenzialmente benefiche del cioccolato non è assorbibile dall'intestino e quindi non avrebbe accesso al cervello. Tuttavia, il microbiota nel colon sembra in grado di trasformare molti di questi polifenoli in molecole biodisponibili, consentendo così le loro azioni sistemiche benefiche.


Gli effetti benefici dei flavanoli del cacao sulla salute umana sono quindi dovuti ai principali composti presenti nel cacao ma anche ai loro metaboliti intestinali indotti dal microbiota. L'epicatechina e la catechina sono il flavanolo monomerico più abbondante nella polvere di cacao. Il cacao contiene almeno dieci diversi composti psicoattivi, come le metilxantine (es. caffeina e teobromina) e l'anandamide.


Studi recenti suggeriscono anche che molti dei benefici cognitivi dell'epicatechina nell'uomo possono essere dovuti a meccanismi indiretti di vasodilatazione che migliorano il flusso sanguigno periferico e cerebrale.


In sintesi, una revisione sistematica della letteratura attuale suggerisce con forza che le molecole contenute nel cacao possono ridurre il declino cognitivo se assunte quotidianamente e in dosaggi adeguati, per molti anni.

 

 

 


Fonte: Gary L. Wenk PhD, prof. di psicologia, neuroscienze, virologia molecolare, immunologia e genetica medica alla Ohio State University

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. C Zeli et al. Chocolate and cocoa-derived biomolecules for brain cognition during ageing. Antioxidants, 2022, DOI
  2. GL Wenk. Your Brain on Food, 3rd Ed, 2019, Oxford University Press.
  3. GC Zhong et al. Chocolate consumption and all-cause and cause-specific mortality in a US population: A Post Hoc analysis of the PLCO cancer screening trial. Aging, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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