Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Raccontando storie, gli anziani passano valori e significato ai giovani

Se hai trascorso del tempo durante le feste con parenti o amici anziani, potresti aver sentito molte delle stesse storie ripetute più volte, forse storie che avevi già sentito negli anni o anche nelle ultime ore. Il racconto ripetuto della stessa storia, a volte, può essere snervante per amici e famiglie, sollevando preoccupazioni sul declino cognitivo potenziale della persona cara, sulla perdita di memoria o forse anche sull'inizio della demenza.


La nostra ricerca alla Queen's University di Kingston/Canada suggerisce che esiste un altro modo di pensare a una narrazione ripetuta che rende più facile ascoltare e interagire con le storie. Abbiamo intervistato 20 individui di mezza età che sentivano di aver ascoltato le stesse storie più e più volte dal loro genitore anziano. Abbiamo chiesto loro di raccontarci quelle storie, che abbiamo registrato e trascritto.


Abbiamo usato un approccio di indagine narrativa per scoprire che la narrazione ripetuta è un metodo chiave con cui gli anziani comunicano ciò che credono essere importante per i loro figli e i loro cari. L'indagine narrativa usa il testo delle storie come dati di ricerca per esplorare come le persone creano significato nella loro vita.

 

Trasmettere valori

Sulla base delle quasi 200 storie raccolte, abbiamo scoperto che ci sono circa 10 storie che i genitori anziani raccontano ripetutamente ai loro figli adulti. L'ipotesi era che la narrazione ripetuta riguardasse la trasmissione intergenerazionale dei valori.


Esplorando i temi di quelle storie ripetute, abbiamo potuto scoprire il significato e i messaggi che gli anziani stavano comunicando ai loro cari. Lo scopo finale era offrire un modo nuovo e più costruttivo di pensare alle storie che abbiamo sentito molte volte prima, e che altrimenti può essere percepito come allarmante.

 

Ecco cosa abbiamo capito:

  1. In genere ci sono solo 10 storie che le persone raccontano ripetutamente. Anche se 10 non è un numero magico, sembra essere il numero giusto per catturare le storie che vengono raccontate più e più volte. Gli intervistati hanno ritenuto che una serie di circa 10 ha permesso loro di rendere giustizia alle storie dei loro genitori.
  2. Tra i nostri intervistati, un numero significativo di storie dei loro genitori (87%) era accaduta quando erano adolescenti o prima dei trent'anni. Il secondo e il terzo decennio di una persona è un momento in cui prende molte delle decisioni che modellano il resto della vita; un tempo in cui i valori si consolidano e si forma l'identità adulta.
  3. Ciò che è importante delle 10 storie non sono i dettagli fattuali, ma la lezione che è stata appresa, o i valori che sono stati rafforzati; valori come la lealtà nei confronti degli amici, il mettere al primo posto la famiglia, mantenere un senso di umorismo anche in tempi difficili, farsi un'istruzione, schierarsi contro le ingiustizie e fare ciò che è giusto.
  4. Temi chiave nelle storie riflettevano gli eventi significativi e i valori prevalenti nella prima metà del XX secolo. Molte delle storie ruotavano attorno alla guerra e alle esperienze sia nazionali che all'estero che erano formative. Molti dei nostri intervistati hanno sentito storie su emigrare in Canada, iniziare con pochissimo, cercare una vita migliore e lavorare sodo. Le storie spesso riflettevano un momento più formale quando era importante difendere gli standard, fare una buona impressione, conoscere il proprio posto e aderire alle regole.
  5. Le storie che gli anziani raccontano sembrano essere pertinenti all'individuo che le sente. Sarebbero diverse se raccontate a un altro figlio, al coniuge o a un amico.

 

Suggerimenti per l'ascolto

La nostra ricerca offre alcuni suggerimenti per ascoltare le storie degli anziani:

  • Concentrati su sole 10 storie; può far sembrare l'ascolto meno opprimente.
  • Prendi note; scrivere ci sfida a capire bene la storia.
  • Nota il ruolo della persona cara nella storia, poiché il messaggio è spesso contenuto in quel ruolo.
  • Sii attento a sentimenti, sensazioni, tensione e disagio; questi possono essere segnali o indizi sul significato della storia.
  • Infine, ricorda che queste storie sono per te: selezionate e raccontate nel contesto della tua relazione con la persona cara; in quanto tali, sono un regalo di una persona cara che sta esaurendo il tempo.

 

L'importanza di ricevere storie

La narrazione è un processo umano essenziale e un'esperienza universale associata all'invecchiamento. I neuroscienziati suggeriscono che la narrazione ha un valore pratico di sopravvivenza per gli individui e le comunità, nonché benefici sociali e psicologici.


Può essere potente quanto i farmaci o la terapia per superare la depressione degli anziani. La narrazione diventa particolarmente importante quando le persone diventano consapevoli della loro mortalità; quando sono malate, sofferenti o di fronte alla morte.


Le persone non raccontano necessariamente le stesse storie più e più volte perché stanno perdendo la funzione cognitiva, ma perché le storie sono importanti e sentono che noi dobbiamo conoscerle. Raccontare storie ripetutamente non riguarda l'oblio o la demenza. È uno sforzo per condividere ciò che è importante.


La nostra speranza è che, comprendendo meglio la narrazione degli anziani, i caregiver possano essere in grado di ascoltare in modo diverso quelle storie ripetute e comprendere i messaggi che contengono. Queste 10 storie possono aiutarci a conoscere la persona amata a un livello più profondo e aiutare i nostri genitori o il nonno in un compito di sviluppo importante della vecchiaia.


Questa ricerca offre ai caregiver un modo costruttivo di ascoltare le storie raccontate ripetutamente dai loro genitori anziani e di offrire alla persona cara il dono di sapere che è stata vista e ascoltata.

 

 

 


Fonte: Mary Ann McColl, prof.ssa di terapia riabilitativa, Queen's University, Canada

Pubblicata in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.