Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Correre in mezza età mantiene 'connessi' i neuroni 'vecchi' nati in età adulta

running neuron studyCorrere a lungo termine modifica sostanzialmente in mezza età la rete dei neuroni generati nei topi giovani adulti. È importante sottolineare che l'esercizio fisico aumenta l'input da interneuroni dell'ippocampo (cellule rosse) su 'vecchi' neuroni nati-da-adulti. Questi interneuroni possono avere un ruolo nel ridurre l'ipereccitabilità legata all'invecchiamento dell'ippocampo e quindi dare benefici alla memoria.(Fonte: Carmen Vivar PhD)

L'invecchiamento spesso è accompagnato da declino cognitivo, e, tra le prime strutture del cervello colpite ci sono l'ippocampo e le cortecce adiacenti, aree essenziali per l'apprendimento e la memoria. I deficit nella capacità cognitiva sono associati a un volume ridotto dell'ippocampo e al degrado della connettività sinaptica tra l'ippocampo e la corteccia (peri)-entorinale.


Sempre più evidenze indicano che l'attività fisica può ritardare o prevenire queste riduzioni strutturali e funzionali negli anziani. Un nuovo studio eseguito alla Florida Atlantic University e al CINVESTAV di Città del Messico, fornisce nuove informazioni sui benefici dell'esercizio, che dovrebbero motivare gli adulti a continuare a muoversi per tutta la vita, specialmente durante la mezza età.


Per lo studio, i ricercatori si sono concentrati sugli effetti in mezza età del correre a lungo termine su una rete di nuovi neuroni dell'ippocampo che sono stati generati in topi giovani adulti. Questi 'topi in corsa' dimostrano che correre per tutta la mezza età mantiene i neuroni vecchi nati-da-adulti, potendo così impedire o ritardare la perdita di memoria e la neurodegenerazione legate all'invecchiamento.


Si pensa che i neuroni nati-da-adulti contribuiscano alla funzione di memoria dipendente dall'ippocampo e si ritiene che siano temporaneamente importanti, durante il cosiddetto 'periodo critico', a circa 3 / 6 settimane di età delle cellule, quando possono mostrare fugacemente una maggiore plasticità sinaptica. Tuttavia, questi nuovi neuroni rimangono presenti per molti mesi, ma non è chiaro se quelli nati nella prima età adulta rimangono integrati nelle reti neurali e se i loro circuiti sono modificabili dall'attività fisica in mezza età.


Per rispondere a queste domande, i ricercatori hanno usato un approccio unico di tracciamento dei circuiti basato su virus della rabbia, con un lungo intervallo tra la marcatura iniziale di nuovi neuroni e la successiva analisi dei loro circuiti neurali nei roditori. Più di 6 mesi dopo la codifica dei neuroni nati adulti con un vettore di fluorescenza, hanno identificato e quantificato gli input afferenti diretti a questi neuroni nati-da-adulti all'interno dell'ippocampo e delle aree (sub)corticali, quando i topi erano di mezza età.


I risultati dello studio, pubblicati su eNeuro, mostrano che il correre a lungo termine cabla i 'vecchi' nuovi neuroni, nati durante la prima età adulta, in una rete rilevante per la manutenzione della codifica della memoria episodica durante l'invecchiamento.


"L'esercizio fisico a lungo termine avvantaggia profondamente il cervello che invecchia e può prevenire il declino della funzione di memoria correlata all'invecchiamento aumentando la sopravvivenza e modificando la rete dei neuroni nati adulti durante la prima età adulta, e facilitando così la loro partecipazione ai processi cognitivi", ha affermato Henriette Van Praag PhD, autrice senior, prof.ssa associata di scienze biomediche alla FAU e allo Stiles-Nicholson Brain Institute.


I risultati dello studio mostrano che correre a lungo termine ha aumentato significativamente il numero di neuroni nati-da-adulti e migliorato il reclutamento di cellule presinaptiche (sub)-corticali alla loro rete.


"Correre a lungo termine può migliorare la capacità di separazione dei modelli, la nostra capacità di distinguere tra eventi e stimoli altamente simili, un comportamento strettamente legato alla neurogenesi adulta, che è tra i primi a mostrare deficit indicativi del declino della memoria correlato all'età", ha affermato Carmen Vivar PhD, prima autrice, del Dipartimento di Fisiologia, Biofisica e Neuroscienze, Centro de Investigacion Y de Estuios Avanzados dell'IPN in Messico.


Il declino della funzione di memoria correlato all'invecchiamento è associato al degrado degli input sinaptici dalla corteccia peririnale ed entorinale sull'ippocampo, aree cerebrali essenziali per la separazione degli schemi e per la memoria contestuale e spaziale.


"Mostriamo anche che correre aumenta sostanzialmente la retroproiezione dal subiculo dorsale su vecchie cellule granulari nate da adulti"
, ha detto la Van Praag. "Questa connettività può fornire informazioni associate alla navigazione e mediare il miglioramento indotto dal correre a lungo termine nella funzione di memoria spaziale".


I risultati dello studio mostrano che correre non solo salva la connettività peririnale, ma anche aumenta e altera il contributo delle cortecce entorinali alla rete di neuroni vecchi nati-da-adulti.


"Il nostro studio fornisce informazioni su come l'esercizio cronico, a partire dalla giovane età adulta, proseguito per tutta la mezza età, aiuta a mantenere la funzione di memoria durante l'invecchiamento, sottolineando la rilevanza di includere l'esercizio nella nostra vita quotidiana", ha affermato la Vivar.

 

 

 


Fonte: Gisele Galoustian in Florida Atlantic University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C Vivar, [+3], H van Praag. Running throughout Middle-Age Keeps Old Adult-Born Neurons Wired. eNeuro, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)