Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stimolazione optogenetica (con la luce) degli astrociti contro l'Alzheimer

Scienziati della Polytechnic University di San Pietroburgo hanno dimostrato che la stimolazione optogenetica degli astrociti dell'ippocampo può avere un effetto positivo sul corso dell'Alzheimer. Per lo meno, ha funzionato in topi modello della malattia. Il lavoro è stato presentato alla XXIV conferenza della I. P. Pavlov Physiological Society a San Pietroburgo.

GFAP function astrocyte Fonte: Cusabio

Gli astrociti sono cellule neurogliali a forma di stella con diverse estensioni. Gli astrociti generano segnali di calcio e rilasciano sostanze note come gliotrasmettitori. Sono in grado di interferire con l'attività dei neuroni regolando la concentrazione extracellulare di ioni di potassio, e sono anche neuromediatori grazie all'espressione di un gran numero di trasportatori di mediatori elettrogeni sulla loro membrana (glutammato, acido gamma-aminobutirrico, glicina).


Gli astrociti agiscono sui recettori neurali attraverso il rilascio di gliotrasmettitori, modulando l'eccitabilità neuronale, la trasmissione e la plasticità sinaptica. Gli astrociti sono strettamente legati alla patogenesi e ai processi patologici delle malattie neurodegenerative, e perciò la capacità di controllare i loro processi è diventata un obiettivo importante e necessario nel trattamento delle malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (MA).


Non esiste ancora un agente terapeutico serio nel trattamento del MA. Da molto tempo ci sono diverse ipotesi di perdita di contatto sinaptico di base riguardo la manifestazione del MA: amiloide, calcio e altro. Ricercatori dell'Institute of Biomedical Systems and Biotechnology ritengono che gli astrociti abbiano un ruolo vitale nella patogenesi delle malattie neurodegenerative, ecco perché è diventato necessario il controllo dei loro processi.


Gli esperimenti sono stati condotti in topi appositamente allevati (linea genetica 5xFAD) per avere il MA. Sappiamo che nel MA sono alterate le caratteristiche strutturali ed elettrofisiologiche dei neuroni dell'ippocampo (ad esempio, nei neuroni c'è una diminuzione della densità delle spine dendritiche a forma di funghi). Gli astroсiti si convertono gradualmente alla loro forma reattiva patologica, perdendo la capacità normale di funzionare.


Nel loro studio, gli scienziati hanno usato strumenti ontogenetici (fasci di luce) per stimolare gli astrociti puntando selettivamente il recettore metabotropico OptoGq sensibile alla luce, espresso negli astrociti dell'ippocampo. Gli scienziati intendevano scoprire l'influenza della stimolazione ontogenetica degli astrociti sull'attività dei neuroni piramidali dell'ippocampo, determinare se la stimolazione ontogenetica ha proprietà neuroprotettive e capire anche se la stimolazione ontogenetica è in grado di migliorare la cognizione nei topi geneticamente progettati per sviluppare MA.


Durante gli esperimenti, gli scienziati sono riusciti a dimostrare che la stimolazione ontogenetica degli astrociti dell'ippocampo ripristina una serie di spine a forma di funghi nei topi, potenziando la capacità di apprendimento dei topi con MA in un test comportamentale di condizionamento della paura e aumentando l'espressione del trasportatore del glutammato. E hanno avuto anche altri risultati interessanti.


Si può sostenere che la stimolazione ontogenetica dei recettori-Gq metabotropi sugli astrociti controlla la funzione sinaptica dei neuroni dell'ippocampo e migliora la cognizione nei topi geneticamente modificati per sviluppare il MA. Pertanto, tali astrociti possono essere considerati un nuovo obiettivo terapeutico per il MA, concludono gli scienziati. In futuro, gli scienziati prevedono anche di applicare strumenti chimogenetici per un'esposizione simile delle cellule astrogliali.

 

 

 


Fonte: St. Petersburg Polytechnic University via Newswise (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)