Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Neuroni di luogo e di griglia: ecco chi ti aiuta a ricordare dove eri e perché

memories mapping neurons

Il cervello è un posto complesso in cui vivere. Resta ancora un po' misterioso il modo esatto con cui codifichiamo i ricordi e l'ampiezza della distribuzione di queste informazioni nel cervello. Ciò che sappiamo bene, tuttavia, è che i ricordi comprendono informazioni che vanno ben oltre ciò che viene ricordato: includono anche quando e dove si è verificata l'esperienza.

 

Tieni d'occhio lo stesso gioco

Durante i miei molti anni di addestramento alle arti marziali, ho imparato e insegnato molti schemi di movimento in luoghi diversi, con persone diverse e in tradizioni diverse. Una costante è che, perché riesca la trasmissione delle informazioni su questi schemi di movimento, l'orientamento deve essere costante per apprendere.


In particolare questo significa assicurarsi che l'orientamento tra insegnante e allievi, e cosa hanno di fronte, sia lo stesso durante l'apprendimento. Ciò implica mantenere l'ambiente esterno durante la codifica della memoria. Questo è importante perché se stai imparando una sequenza di arti marziali, non è solo l'ordine e il tipo di pugni, calci, blocchi e spinte che il tuo cervello codifica come memoria. Stai anche codificando dove sei in relazione agli altri, quale direzione hai di fronte e altre caratteristiche dell'ambiente, che faranno parte dell'esperienza di apprendimento e memoria.

 

Mantenere una griglia in posizione

Abbiamo dei neuroni nel nostro cervello, specialmente nell'ippocampo e nelle regioni circostanti, che codificano una parte così ampia dei nostri ricordi. Questi neuroni di 'posizione' e di 'griglia' includono indirettamente informazioni su dove eravamo quando si sono formati i ricordi. Ciò che ci circondava, quello che stavamo facendo, probabilmente anche chi c'era. Quasi certamente, queste reti sono uno dei motivi per cui quando hai dimenticato dove metti qualcosa, tornare nella stessa stanza e ripercorrere i tuoi passi può aiutare a recuperare la memoria.

 

Applicazione nell'Alzheimer

Queste funzionalità si applicano sicuramente a tutti i tipi di comportamenti. Anche se l'ho notato nell'insegnamento e nell'addestramento delle arti marziali nel corso degli anni, e anche quando è stato fatto male, come ruotando o alterando l'orientamento delle persone e del luogo, si è scoperto che questo ha implicazioni per situazioni in cui la memoria è fortemente sfidata, come nel morbo di Alzheimer (MA) e nelle altre cause di demenza.


Mi induce anche a chiedermi se spostare tali persone fuori dalla loro casa, dove si sentono sicuri e hanno indizi di memoria intorno a loro, e in nuovi ambienti clinici, sia davvero una grande idea. Le ricercatrici argentine Azul Silva e María Cecilia Martínez hanno riassunto le conoscenze su questo e le applicazioni alla disfunzione della memoria clinica nella loro bella revisione (vedi riferimenti sotto). Questi ricercatori suggeriscono che quando ci muoviamo,

"Costruiamo una mappa cognitiva: una rappresentazione interna del territorio ... [dove] le cellule di posizione e di griglia ... formano una rete neurale la cui attività è fondamentale per la rappresentazione dell'auto-posizione e orientamento insieme al recupero della memoria spaziale". Le osservazioni supportano anche la codifica di "molteplici aspetti di un'esperienza oltre alla posizione nello spazio, suggerendo che hanno un ruolo cruciale non solo nella navigazione spaziale ma anche nei ricordi episodici".


Sebbene ci sia un declino tipico della memoria spaziale man mano che invecchiamo, Silva e Martinez suggeriscono inoltre che "questo è drasticamente aumentato in condizioni patologiche come il MA". È importante sottolineare che le popolazioni neuronali influenzate prevalentemente nel MA si trovano in regioni dell'ippocampo simili a quelle in cui troviamo i neuroni di luogo e di griglia. Ciò si vede clinicamente nel comune "comportamento di disorientamento e vagabondaggio [wandering]" e può essere qualcosa suscettibile a una riabilitazione migliorata usando la realtà virtuale.


Mentre aspettiamo un'importante applicazione clinica, dovremmo essere consapevoli di mantenere ambiente e orientamento delle persone più coerenti possibile nelle prime fasi, quando insegniamo, apprendiamo e formiamo. Ora che sappiamo di più della scienza dietro di ciò, non dovremmo sentire troppo strano ripercorrere i nostri passi per trovare oggetti che abbiamo perso, messo al posto sbagliato o dimenticato in tutta la casa.

 

 

 


Fonte: E. Paul Zehr PhD (neuroscienziato sensomotorio) in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Silva, MC Martínez. Spatial memory deficits in Alzheimer's disease and their connection to cognitive maps' formation by place cells and grid cells. Front Behav Neurosci. 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.