Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dieta sana collegata a ritmo più lento di invecchiamento e rischio ridotto di demenza

Una dieta più sana è associata a un rischio ridotto di demenza e al ritmo più lento di invecchiamento, secondo un nuovo studio eseguito alla Columbia University di New York e pubblicato su Annals of Neurology. I risultati mostrano che un'associazione dieta-demenza è stata almeno parzialmente facilitata dai processi multi-sistema di invecchiamento.


Sebbene la letteratura abbia suggerito che le persone che hanno seguito una dieta sana abbiano sperimentato un rallentamento nei processi di invecchiamento biologico e avessero meno probabilità di sviluppare la demenza, fino ad ora il meccanismo biologico di questa protezione non era ancora chiaro.


"Nella ricerca sulla demenza si presta molta attenzione al modo in cui dei nutrienti specifici influenzano il cervello", ha affermato Daniel Belsky PhD, professore associato di epidemiologia della Columbia e autore senior dello studio. "Noi abbiamo invece testato l'ipotesi che una dieta sana possa proteggere dalla demenza rallentando il ritmo generale dell'invecchiamento biologico del corpo".


I ricercatori hanno usato i dati della 2a generazione dello studio Framingham Heart, la Offspring Cohort (=i figli), all'inizio della quale, nel 1971, i partecipanti avevano 60 anni o più, erano senza demenza e per loro erano disponibili anche dati dietetici, epigenetici e di controllo. La coorte prole è stata seguita per 9 esami, circa ogni 4-7 anni e ad ogni visita sono stati raccolti dati da esami fisici, questionari sullo stile di vita, campioni del sangue e, a partire dal 1991, test neurocognitivi.


Dei 1.644 partecipanti inclusi nelle analisi, 140 hanno sviluppato la demenza. Per misurare il ritmo dell'invecchiamento, i ricercatori hanno usato un orologio epigenetico chiamato DunedinPACE sviluppato da Belsky e colleghi della Duke University e dell'Università di Otago. L'orologio misura la velocità con cui il corpo di una persona si deteriora man mano che invecchia, "come un contachilometri dei processi biologici dell'invecchiamento", ha spiegato Belsky.


"Abbiamo alcune evidenze forti che una dieta sana può proteggere dalla demenza", ha affermato Yian Gu PhD, prof.ssa associata di scienze neurologiche della Columbia University e coautrice senior dello studio, "ma il meccanismo di questa protezione non è chiaro".


La ricerca precedente aveva collegato sia la dieta che il rischio di demenza a un ritmo accelerato di invecchiamento biologico. "Testare l'ipotesi che l'invecchiamento biologico multi-sistema sia un meccanismo che sottende le associazioni dieta-demenza è stato il passo logico successivo", ha spiegato Belsky.


La ricerca ha determinato che una maggiore aderenza alla dieta MIND (Mediterranean-Dash Intervention for Neurodegenerative Delay, intervento Dash-mediterraneo per il ritardo neurodegenerativo) ha rallentato il ritmo dell'invecchiamento misurato da DunedinPACE e ridotto i rischi di demenza e di mortalità. Inoltre, un DunedinPACE più lento ha rappresentato il 27% dell'associazione dieta-demenza e il 57% della dieta-mortalità.


"I nostri risultati suggeriscono che il ritmo più lento dell'invecchiamento media parte della relazione tra dieta sana e rischio ridotto di demenza e, pertanto, il monitoraggio del ritmo dell'invecchiamento può informare la prevenzione della demenza", ha affermato la prima autrice Aline Thomas PhD, postdottorato della Columbia. "Tuttavia, una parte dell'associazione dieta-demenza rimane inspiegabile, quindi riteniamo che sia giustificato continuare l'indagine sui meccanismi specifici del cervello in studi di mediazione ben progettati".


"Suggeriamo che vengano condotti ulteriori studi osservazionali per capire le associazioni dirette dei nutrienti con l'invecchiamento del cervello e, se le nostre osservazioni saranno confermate anche in popolazioni più diverse, verificare se monitorare l'invecchiamento biologico può effettivamente informare la prevenzione della demenza", ha osservato Belsky.

 

 

 


Fonte: Columbia University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Thomas, [+7], Y Gu. Diet, Pace of Biological Aging, and Risk of Dementia in the FHS. Annals of Neurology, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)