Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché ricordiamo proprio quello che ricordiamo

Tutti noi abbiamo vissuto una situazione simile: chiudi a chiave la porta d'entrata per l'ennesima volta in quella settimana e pochi minuti dopo, mentre sei in macchina per andare al lavoro, ti prende il panico perché dubiti di avere effettivamente chiuso la porta.


Se questo sembra familiare, non sei solo, e non stai perdendo la testa. Un nuovo studio pubblicato su Neurobiology of Learning and Memory da psicologi della Rice University di Houston/Texas ha scoperto che alcune esperienze sono ricordate meglio dalla maggior parte delle persone, mentre altre, come bloccare la porta dietro di noi, sono dimenticate più facilmente.


Tuttavia, la storia non è così semplice, secondo le ricercatrici Fernanda Morales-Calva e Stephanie Leal, quest'ultima assistente prof.ssa di scienze psicologiche, che hanno condotto lo studio per capire meglio come funziona la memoria umana. Secondo loro gli umani tendono a ricordare certi aspetti di un'esperienza più di altri, come il quadro generale di ciò che è accaduto piuttosto che i dettagli.


"Faticare a ricordare è una di quelle cose che tutti sperimentiamo", ha detto la Morales-Calva. "Ma quando si tratta di capire la memoria, c'è molto da scoprire su come funziona effettivamente. E c'è una nuova area di ricerca sulla memoria che sta cercando di attingere al motivo per cui ricordiamo certe cose meglio di altre".


Ad esempio, la Morales-Calva ha affermato che le persone che guardano indietro all'ultimo anno potrebbero ricordare di aver fatto molte cose diverse, ma solo alcune di queste potrebbero davvero emergere in modo molto dettagliato.


"Ricerche precedenti hanno scoperto che queste esperienze memorabili per una persona sono molto probabilmente memorabili anche per un'altra, come feste di compleanno, morte di una persona cara e altro", ha detto la Leal. “E sono spesso esperienze positive o negative. Questa conoscenza ci ha aiutato a progettare studi di ricerca per esaminare le prestazioni della memoria".


Le ricercatrici hanno valutato la memoria mostrando delle immagini ai partecipanti al loro studio. Durante un test di memoria, alcune di queste immagini erano ripetute, altre nuove di zecca, mentre altre erano molto simili e difficili da distinguere l'una dall'altra. Queste immagini simili dovevano interferire con la memoria, un po' come le esperienze quotidiane simili, tipo cercare di ricordare se la porta è bloccata.


Immagini memorabili sono state considerate quelle che i partecipanti avevano più probabilità di ricordare. Morales-Calva e Leal hanno scoperto che, mentre i partecipanti ricordavano correttamente le immagini più memorabili, questo effetto si perdeva dopo 24 ore. Ciò era particolarmente vero quando ricordavano esperienze positive, il che suggerisce che queste esperienze sono inizialmente memorabili, ma più inclini ad essere dimenticate.


"Anche se crediamo di sapere quali tipi di esperienze sono memorabili, non possiamo sapere davvero quali caratteristiche di una memoria saranno ricordate meglio a lungo termine", ha detto la Morales-Calva. "Spesso pensiamo che i ricordi emotivi siano ricordati meglio, ma in effetti esiste una compensazione tra sostanza e dettagli, per cui le caratteristiche centrali della memoria sono enfatizzate mentre i dettagli possono essere dimenticati".


Quindi, se sei una delle tante persone al mondo che non riescono a ricordare se cinque minuti prima avevi abbassato la porta del garage o ingoiato la medicina, le ricercatrici hanno detto che non sei solo.


"Il nostro cervello non può ricordare tutto ciò che sperimentiamo, e quindi dobbiamo fare un po' di dimenticanze selettive di informazioni che non sono così importanti", ha detto la Leal. "Questo studio ci aiuta a capire perché ricordiamo ciò che ricordiamo".


Morales-Calva e Leal hanno affermato di sperare che i loro risultati offrano nuove intuizioni su come funziona la memoria, perché alcune cose sono memorabili e altre no. Sperano che studi futuri possano considerare la complessità della memoria nella vita di tutti i giorni, che include considerare il contenuto emotivo, il tempo trascorso dall'esperienza e le caratteristiche percettive della memoria, che potrebbero avere un impatto significativo su ciò che ricordiamo.

 

 

 


Fonte: Amy McCaig in Rice University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: F Morales-Calva, SL Leal. Emotional modulation of memorability in mnemonic discrimination. Neurobiology of Learning and Memory, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)