Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Svelato il modo in cui la tau indebolisce le difese vascolari del cervello nell'Alzheimer

Brain Vascular Network

Una forma dannosa della proteina tau, che si accumula nel morbo di Alzheimer (MA) e in disturbi cerebrali simili, può danneggiare direttamente i vasi sanguigni nel cervello, secondo un nuovo studio di ricercatori della Temple University di Filadelfia (USA). Lo fa cambiando il modo in cui le cellule che rivestono i vasi sanguigni producono energia, portando all'infiammazione e indebolendo la barriera emato-encefalica, lo scudo protettivo del cervello.


La scoperta, riportata su Alzheimer's & Dementia, svela un nuovo meccanismo molecolare che spiega potenzialmente la disfunzione vascolare mediata da tau nel cervello ed evidenzia l'importanza di concentrarsi sui cambiamenti neurovascolari iniziali mediati da tau per aiutare a prevenire o rallentare il danno alla barriera emato-encefalica nel MA.


"La tau è nota da tempo per la sua associazione con la disfunzione neuronale nel cervello nel MA e in altri disturbi neurologici, ma recenti studi hanno dimostrato che la proteina si accumula anche lungo le pareti dei vasi cerebrali in queste condizioni", spiega Silvia Fossati PhD, direttrice ad-interim del Centro Alzheimer della Temple e prof.ssa associata di Scienze Neuronali e Cardiovascolari, e autrice senior nel nuovo rapporto.


I problemi con i vasi sanguigni nel cervello sono riconosciuti come alcuni dei primi cambiamenti che possono portare a perdita di memoria e altri sintomi nel MA e in altre forme di demenza. Questi problemi generalmente si incentrano sull'unità neurovascolare, un gruppo di diversi tipi di cellule, comprese le cellule dei vasi sanguigni, le cellule di supporto e i neuroni, che lavorano insieme per mantenere sano il cervello. Questo sistema aiuta a regolare il flusso sanguigno nel cervello, controlla come vengono forniti nutrienti ed energia e aiuta a proteggere il cervello dall'infiammazione e dalle sostanze dannose.


Fino ad ora, gli scienziati non avevano capito appieno cosa fanno gli aggregati di proteine ​​tau ai vasi sanguigni del cervello. Per scoprirlo, la dott.ssa Fossati e il dottorando Roberto Guzmán-Hernández, primo autore dello studio, hanno condotto una serie di esperimenti in vitro usando un modello cellulare che imita la barriera protettiva del cervello. Quando hanno esposto le cellule alla tau protofibrillare - una forma di tau che appare all'inizio del MA - hanno scoperto che barriera si è indebolita, diventando più 'permeabile' e meno in grado di proteggere il cervello.


Hanno anche scoperto che subito dopo l'esposizione alla tau protofibrillare, le cellule dei vasi sanguigni cerebrali hanno rapidamente modificato il modo in cui producono energia. Questo cambiamento ha innescato infiammazione e ha indebolito la barriera protettiva, suggerendo che questi cambiamenti dannosi si verificano molto presto nel processo della malattia.


"Fino ad ora, gli effetti della tau sulle cellule che foderano l'interno di questi vasi erano per lo più sottovalutati. Speriamo di aver svelato un pezzo del meccanismo complesso che porta alla patologia tau", ha affermato il dott. Guzmán-Hernández.


I dott. Fossati e Guzmán-Hernández hanno confermato i loro risultati in topi modello, animali progettati per accumulare tau nel cervello, producendo una condizione simile al MA umano. I loro studi sulla vascolarizzazione del cervello di topo hanno fatto luce sul meccanismo attraverso il quale la proteina tau può danneggiare la barriera emato-cerebrale all'inizio della malattia.


"I nostri risultati evidenziano i meccanismi molecolari e i cambiamenti metabolici attraverso i quali le specie di tau fibrillari contribuiscono a una perdita di resistenza alla barriera e danneggiano la barriera endoteliale, aumentando la sua permeabilità e attivando l'infiammazione", ha affermato la dott.ssa Fossati.


La dott.ssa Fossati ha in programma di studiare i meccanismi alla base dell'entrata della tau nelle cellule endoteliali e l'induzione della glicolisi nella barriera emato-cerebrale. "Siamo anche interessati a capire meglio gli effetti della tau protofibrillare sull'unità neurovascolare, in particolare sulle cellule gliali, che supportano i neuroni nel cervello", ha affermato la dott.ssa Fossati. "Alla fine, speriamo di identificare potenziali obiettivi per interventi terapeutici contro il MA e altre condizioni che coinvolgono la patologia neurovascolare".

 

 

 


Fonte: Temple University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: R Guzmán-Hernández, S Fossati. Fibrillar tau alters cerebral endothelial cell metabolism, vascular inflammatory activation, and barrier function in vitro and in vivo. Alz Dem., 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)