Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come possono combinarsi il peptide di Alzheimer e una proteina del sangue per causare la patologia

Purified human fibrinogen by Lori Chertoff RockefellerUniFibrinogeno umano purificato usato dallo studio (Fonte: Lori Chertoff/The Rockefeller University)

Gli scienziati sanno da tempo che il cervello del morbo di Alzheimer (MA) spesso presenta placche e grovigli anormali, e recenti studi hanno evidenziato il ruolo del sistema vascolare del cervello nella progressione della malattia. Ma per decenni, questa conoscenza non è riuscita a tradursi in trattamenti pienamente efficaci. La mancanza di progressi è in gran parte dovuta al fatto che, nonostante grandi risultati, non è ancora chiaro il percorso preciso della neurodegenerazione.


Ora, una nuova ricerca dimostra che quando l'amiloide-beta (Aβ) si lega al fibrinogeno - una grande proteina del sangue - forma coaguli anormali che sono resistenti alla degradazione. Questi coaguli sono legati al danno e all'infiammazione vascolare e persino piccole quantità di questo complesso sembrano innescare le patologie del MA precoce, come la perdita di sinapsi, la neuroinfiammazione e l'interruzione della barriera emato -encefalica. I risultati rafforzano l'evidenza che la malattia vascolare contribuisce alla neurodegenerazione e fornisce speranza ai pazienti con MA sotto forma di un nuovo promettente bersaglio farmacologico: i complessi Aβ/fibrinogeno.


"Ci vuole una quantità maggiore di Aβ o fibrinogeno da solo per causare gravi danni nel cervello del MA", afferma Erin Norris, prof.ssa associata di ricerca nel laboratorio di Sidney Strickland alla Rockefeller University. "Ma quando i due complessi si mettono insieme, hai solo bisogno di piccole quantità di ciascuno per causare danni. C'è un effetto sinergico con Aβ e fibrinogeno".

 

Aggravare il problema

La laboratorio di neurobiologia e genetica di Strickland sta inseguendo il complesso Aβ/fibrinogeno da quasi due decenni. Il lavoro precedente del laboratorio ha dimostrato che l'Aβ lega il fibrinogeno e ha collegato il complesso alla patogenesi di MA. I risultati hanno suggerito una connessione tra neurodegenerazione e salute vascolare, un'affermazione una volta controversa che ha preso piede da quando il laboratorio l'ha proposta anni fa.


"Solo di recente, con una serie di scoperte sul campo, le persone hanno iniziato a credere che il sistema vascolare sia coinvolto nella patogenesi del MA", afferma la Norris. "Sin dai nostri risultati iniziali, ci siamo concentrati sullo studio dei meccanismi che spiegano come un sistema vascolare disfunzionale influisce sul MA".


Identificare il complesso Aβ/fibrinogeno è stato un buon inizio. Ma la portata del suo impatto - e se il complesso da solo potesse guidare il MA - è rimasta poco chiara. Quindi il team di Strickland ha deciso di formare il complesso a basse concentrazioni in laboratorio e introdurlo direttamente su fette di tessuto cerebrale di topo e nel cervello di topo vivi. Il loro obiettivo era isolare gli effetti di Aβ/fibrinogeno in dettaglio.


"Volevamo davvero mostrare il danno: ingrandire esattamente come si danneggiavano i terminali pre e post-sinaptici", afferma l'associata di ricerca Elisa Nicoloso Simões-Pires.


Ciò che hanno scoperto è che, sebbene ogni componente da solo, anche in quantità crescenti, non causasse molti danni, la combinazione di bassi livelli di Aβ/fibrinogeno si è dimostrata tossica per le sinapsi e ha causato molti dei tratti distintivi del MA, come la neuroinfiammazione e la rottura della barriera emato-encefalica. Hanno confermato che il complesso era responsabile usando anticorpi che hanno impedito all'Aβ di legarsi al fibrinogeno, riducendo gli effetti dannosi.


"Abbiamo dimostrato che il complesso induce effettivamente la perdita di barriera emato-encefalica, quando le sole proteine ​​non lo hanno fatto", afferma Simões-Pires. "La rottura della barriera emato-encefalica consente alle proteine ​​del sangue di entrare nel cervello, portando ulteriori danni".

 

Un nuovo obiettivo di farmaci

Uno dei punti di forza dello studio era che prevedeva sia fette cerebrali che topi vivi. "È stato un progetto in vitro e in vivo, entrambi hanno dato lo stesso esito", afferma la Norris. "Siamo molto più fiduciosi nei nostri risultati quando possiamo mostrare la stessa cosa nella cultura e in un organismo vivente". Successivamente, il team prevede di esplorare il meccanismo: perché questo complesso provoca così tanti problemi?


Potrebbero esserci anche implicazioni cliniche, poiché lo studio suggerisce che anche piccole quantità del complesso Aβ/fibrinogeno possono innescare le caratteristiche del MA molto prima che appaiano i sintomi cognitivi. I topi esposti al complesso, ad esempio, hanno mostrato anche elevati livelli di fosfo-tau181, un biomarcatore usato nell'uomo per rilevare il MA anni prima che ci siano sintomi.


Questo risultato aumenta la possibilità che l'attuale studio stia imitando le prime fasi della progressione del MA e che l'intervento precoce che punta il complesso stesso possa ritardarla o impedirla. Mentre molti meccanismi contribuiscono al MA, il team crede che questo particolare percorso meriti più attenzione.


"Non è una malattia semplice"
, afferma la Simões-Pires. "Molti altri fattori possono indurre la neurotossicità e certamente non proponiamo che inibire questa formazione complessa possa curare il MA. Ma forse puntare questo complesso potrebbe alleviare alcune delle patologie ed essere ancora più efficace in combinazione con altre terapie".

 

 

 


Fonte: Rockefeller University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: E Nicoloso Simões-Pires, [+3], EH Norris. Synergistic effects of the Aβ/fibrinogen complex on synaptotoxicity, .... Alz & Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 Rockefeller University

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)