Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Singola scansione del cervello può dire quanto velocemente stai invecchiando

Brain scan for aging rate by Ethan WhitmanScansione cerebrale può calcolare il ritmo di invecchiamento del cervello (Fonte: Ethan Whitman)

Qualsiasi riunione tra ex compagni delle superiori è un chiaro promemoria che alcune persone invecchiano con più grazia di altre. Alcuni entrano nell'anzianità ancora fisicamente energici e mentalmente acuti, altri iniziano a sentirsi fragili o smemorati molto prima del previsto nella vita.


"Il modo in cui invecchiamo mentre passa il tempo è abbastanza diverso da quante volte abbiamo girato [con la terra] intorno al sole", ha dichiarato Ahmad Hariri, professore di psicologia e neuroscienze della Duke University di Durham (North Carolina / USA).


Ora, scienziati della Duke, di Harvard e dell'Università di Otago in Nuova Zelanda hanno sviluppato uno strumento che può dire quanto sta invecchiando velocemente una persona anche se è ancora ragionevolmente sana, prendendo un'istantanea del suo cervello. Da una singola scansione MRI cerebrale, lo strumento può stimare in mezza età il rischio di malattie croniche che in genere emergono decenni dopo.


Tali informazioni potrebbero aiutare a motivare cambiamenti di stile di vita e di dieta che migliorano la salute. Negli anziani, lo strumento può prevedere se qualcuno svilupperà la demenza, o altre malattie legate all'età, anni prima che appaiano i sintomi, quando potrebbe avere una possibilità migliore per rallentare il decorso della malattia.


"Ciò che è davvero interessante è che abbiamo colto la velocità con cui le persone stanno invecchiando usando i dati raccolti in mezza età", ha detto Hariri, commentando lo studio pubblicato su Nature Aging. "E ci sta aiutando a prevedere la diagnosi di demenza tra le persone molto più anziane".


Sono stati sviluppati diversi algoritmi per misurare il modo in cui una persona sta invecchiando. Ma la maggior parte di questi 'orologi di invecchiamento' si basa sui dati raccolti in età diverse, in un singolo momento, piuttosto che seguire la persona nel tempo mentre invecchia, ha detto Hariri.


"Quello che sembra un invecchiamento più veloce può essere semplicemente una causa delle differenze nell'esposizione delle persone a cose come la benzina con piombo o il fumo di sigaretta, che sono specifiche della loro generazione", ha detto Hariri.


La sfida, ha aggiunto, è elaborare una velocità con cui si sta svolgendo il processo, non confusa da fattori ambientali o storici non correlati all'invecchiamento. Per fare ciò, i ricercatori hanno attinto ai dati raccolti da circa 1.037 persone che sono state studiate fin dalla nascita nell'ambito dello studio Dunedin, che prende il nome dalla città neozelandese dove sono nate tra il 1972 e il 1973.


A intervallo di pochi anni, i ricercatori del Dunedin hanno cercato nei partecipanti cambiamenti in pressione sanguigna, indice di massa corporea, livelli di glucosio e colesterolo, funzione polmonare e renale e altre misure, persino recessione gengivale e decadimento dei denti. Hanno usato il modello generale di cambiamento in questi marcatori di salute per quasi 20 anni per generare un punteggio della velocità con cui ogni persona stava invecchiando.


Il nuovo strumento, chiamato DunedinPACNI, è stato addestrato per stimare questo tasso di invecchiamento basandosi solo su informazioni di una singola scansione cerebrale MRI raccolta da 860 partecipanti dello studio Dunedin quando avevano 45 anni. Successivamente i ricercatori lo hanno usato per analizzare le scansioni cerebrali in altri insiemi di dati di persone di Regno Unito, Stati Uniti, Canada e America Latina.

 

Invecchiamento più veloce e un rischio di demenza più elevato

Nei diversi set di dati, hanno scoperto che le persone che stavano invecchiando più velocemente con questa misura sono andati peggio nei test cognitivi e hanno mostrato una riduzione più rapida nell'ippocampo, una regione del cervello cruciale per la memoria. Più preoccupante è che avevano anche maggiori probabilità di sperimentare un declino cognitivo in tarda età.


In un'analisi, i ricercatori hanno esaminato le scansioni cerebrali da 624 individui da 52 a 89 anni di età di uno studio nordamericano sul rischio del morbo di Alzheimer (MA). Coloro che secondo lo strumento stavano invecchiando più velocemente quando sono entrati nello studio avevano avuto il 60% in più di probabilità di sviluppare la demenza negli anni seguenti. Hanno anche iniziato ad avere problemi di memoria e pensiero prima di quelli che stavano invecchiando più lentamente.


Quando la squadra ha visto per la prima volta i risultati, "ci sono cadute le braccia", ha detto Hariri.

 

Collegamenti tra corpo e cervello

I ricercatori hanno anche scoperto che le persone i cui punteggi DunedinPACNI indicavano che invecchiavano più velocemente avevano maggiori probabilità di avere un declino della salute nel complesso, non solo nella funzione cerebrale. Le persone con punteggi di invecchiamento più veloci erano più fragili e con più probabilità di avere problemi di salute legati all'età come infarti, malattie polmonari o ictus.


Quelli che invecchiavano più velocemente avevano il 18% in più di probabilità di ricevere la diagnosi di una malattia cronica entro i successivi anni rispetto alle persone con tassi di invecchiamento medi. Ancora più allarmante, i ricercatori hanno scoperto che avevano anche il 40% in più di probabilità di morire in quel periodo di tempo rispetto a quelli che stavano invecchiando più lentamente.

"Il legame tra invecchiamento del cervello e del corpo è piuttosto avvincente", ha detto Hariri.


La correlazione tra velocità di invecchiamento e demenza era altrettanto forte in altri gruppi demografici e socioeconomici rispetto a quelli su cui il modello era addestrato, compreso un campione di persone dell'America Latina, nonché i partecipanti del Regno Unito che erano a reddito basso o non bianchi. "[Lo strumento] sembra cogliere qualcosa che si riflette in tutti i cervelli", ha detto Hariri.


Il lavoro è importante perché in tutto il mondo viviamo più a lungo. Nei prossimi decenni, il numero di over-65 dovrebbe raddoppiare, raggiungendo quasi un quarto della popolazione mondiale entro il 2050. "Ma vivendo più a lungo, purtroppo più persone sperimenteranno malattie croniche legate all'età, inclusa la demenza", ha detto Hariri.


L'onere economico della demenza è già enorme. La ricerca suggerisce che il costo globale delle cure del MA, ad esempio, crescerà da $ 1,33 trilioni nel 2020 a $ 9,12 trilioni nel 2050, costi comparabili o maggiori di afflizioni come le malattie polmonari o il diabete che colpiscono più persone. Trattamenti efficaci per il MA si sono dimostrati sfuggenti; la maggior parte dei farmaci approvati può aiutare a gestire i sintomi ma non riesce a fermare o invertire la malattia.


Una possibile spiegazione del perché i farmaci non hanno funzionato finora è che sono stati somministrati troppo tardi, quando le proteine ​​del MA che si accumulano all'interno e intorno alle cellule nervose hanno già fatto troppi danni. "I farmaci non possono resuscitare un cervello morente", ha detto Hariri. Ma in futuro, il nuovo strumento potrebbe consentire di identificare prima quelli sulla strada del MA e valutare gli interventi per fermarlo ... prima che il danno cerebrale diventi esteso, e senza aspettare decenni per monitorarlo.


Oltre a prevedere il nostro rischio di demenza nel tempo, il nuovo orologio aiuterà anche gli scienziati a capire meglio perché le persone con determinati fattori di rischio, come sonno scarso o condizioni di salute mentale, invecchiano in modo diverso, ha affermato il primo autore Ethan Whitman, dottorando di ricerca in psicologia clinica con Hariri, e i coautori Terrie Moffitt e Avshalom Caspi, anch'essi professori di psicologia e neuroscienze alla Duke.


Sono necessarie ulteriori ricerche per far avanzare DunedinPACNI da uno strumento di ricerca a qualcosa che ha applicazioni pratiche nell'assistenza sanitaria, ha aggiunto Whitman. Ma nel frattempo, il team spera che lo strumento aiuti i ricercatori con accesso ai dati di MRI cerebrale a misurare i tassi di invecchiamento in modi non possibili per gli orologi di invecchiamento basati su altri biomarcatori, come gli esami del sangue.


"Lo pensiamo davvero come un nuovo strumento cruciale per prevedere il rischio di malattie, in particolare del MA e delle demenze correlate, e forse anche per dare un miglior punto d'appoggio nella progressione della malattia", ha detto Hariri.

 

 

 

 


Fonte: Duke University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: ET Whitman, [+14], AR Hariri. DunedinPACNI estimates the longitudinal Pace of Aging from a single brain image to track health and disease. Nat Aging, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)