Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Oltre il 90% degli anziani con demenza è sottoposto a interventi gravosi nell’ultimo anno di vita

I caregiver familiari sopprtano pesanti oneri emotivi e finanziari, spesso con guida o supporto limitati

doctors doing surgical procedure patient hospitalImage by freepik

Un nuovo studio di ricercatori della Duke-National University of Singapore ha rivelato che quasi tutti gli anziani con demenza avanzata che vivono in comunità (=a casa propria) a Singapore sperimentano almeno un intervento potenzialmente gravoso nel loro ultimo anno di vita. I risultati evidenziano le necessità urgente di nuove strategie per sostenere le famiglie e ridurre gli interventi non necessari alla fine della vita.


Sebbene si preveda che il numero di persone con demenza nella regione Asia-Pacifico aumenti fino a 71 milioni entro il 2050, la comprensione attuale dell’ultimo anno di vita con demenza deriva per lo più da studi condotti in contesti occidentali. Lo studio pubblicato sul Journal of Gerontology, esaminando l’esperienza di cura di soggetti con demenza nel loro ultimo anno di vita a Singapore, ha rilevato che il 92% degli anziani nella fase avanzata della malattia ha subito interventi gravosi, come sonde di alimentazione o restrizioni, approcci che secondo gli esperti potrebbero non migliorare il comfort o la sopravvivenza.


Dai questionari, i ricercatori hanno scoperto che i seguenti problemi chiave influenzano la qualità delle cure di fine vita ricevute dagli anziani con demenza che vivono a casa:

  1. Eccessiva dipendenza da interventi medici gravosi: quasi tutti gli anziani hanno subito interventi gravosi nel loro ultimo anno di vita, che includono antibiotici (49%), liquidi per via endovenosa (22%) e sondini per l’alimentazione, sistemi di contenzione o entrambi (74%). La percentuale di anziani alimentati con sonda era significativamente più alta rispetto ai contesti occidentali e l’alimentazione tramite sonda spesso richiede restrizioni fisiche per impedire la sua rimozione. Le linee guida cliniche raccomandano un'attenta alimentazione manuale invece che tramite sonda.

  2. Alto tasso di ospedalizzazione: quasi la metà (48%) degli anziani è stata ricoverata in ospedale per almeno una notte durante l’ultimo anno di vita e il 35% è morto lì, proporzioni notevolmente più elevate rispetto agli studi occidentali in cui le strutture di assistenza a lungo termine come le case di cura sono il luogo principale di morte. Tale maggiore ospedalizzazione può esporre i pazienti ad assistenza faticosa e costosa con benefici clinici limitati.

  3. Pesante onere per i caregiver informali: i familiari hanno sostenuto il peso dell’assistenza, il 42% ha fornito almeno il 60% dell’assistenza totale ai propri cari con demenza e il 30% ha lasciato il lavoro per farlo. I caregiver fornivano in media 42 ore di assistenza alla settimana – più di un lavoro a tempo pieno – equivalenti a un salario annuo di S$ 32.125 (∼€ 21.300).

  4. Supporto assistenziale insufficiente: la maggioranza dei caregiver (62%) ha riferito di aver ricevuto informazioni inadeguate al momento di prendere decisioni sulla cura o sul trattamento, e solo al 15% è stato detto quanto ancora avrebbero potuto vivere i propri cari. I risultati evidenziano lacune critiche nella comunicazione al caregiver e nella preparazione del fine vita.


I dati sono stati raccolti da una coorte longitudinale, intitolata Panel study Investigating Status of Cognitively impaired Elderly in Singapore (PISCES), in cui i ricercatori hanno intervistato i caregiver familiari di individui con demenza avanzata ogni quattro mesi, tra il 2018 e il 2023. Anche i caregiver sono generalmente d’accordo (98%) sul fatto che il comfort sia un obiettivo dell’assistenza primaria, però quasi un terzo (31%) dei caregiver – per lo più figli di anziani – considera il prolungamento della vita una priorità.


La dottoressa Ellie Bostwick Andres, prima autrice dello studio e ricercatrice senior del Center for Palliative Care (CPC) della Duke-NUS, ha dichiarato:

"Il nostro studio evidenzia una discrepanza tra i valori dichiarati dai caregiver e la realtà dell'esperienza degli anziani nel loro ultimo anno di vita. I frequenti ricoveri ospedalieri e l'uso diffuso di interventi generalmente considerati di 'basso valore' tra gli anziani che vivono a casa evidenziano la necessità di adottare un approccio palliativo a casa per alleviare i sintomi e ridurre al minimo il carico sugli anziani e sui loro caregiver".


La dott.ssa Andres ha anche affermato che, poiché in una società che invecchia come Singapore aumenta la dipendenza dai caregiver familiari, è necessario fare di più per sostenere e attrezzare i caregiver familiari a fornire assistenza compassionevole ai loro cari a casa. La prof.ssa associata Chetna Malhotra, autrice senior e direttrice di ricerca al CPC della Duke-NUS, ha aggiunto:

"In Asia, i valori culturali modellano gli approcci verso la cura delle persone con demenza alla fine della vita che vivono a casa. Ad esempio, i figli con forti valori filiali possono essere più propensi a cercare di aiutare i loro genitori a vivere più a lungo invece di optare per un approccio palliativo. Ciò significa che le strategie per promuovere le cure palliative devono essere guidate dall'educazione del caregiver e adattate alla regione".


Ora sono usate le informazioni dello studio per organizzare strumenti a supporto dei caregiver, come CareBuddy, un’applicazione mobile che promuove un invecchiamento sano e delicato, e ausili decisionali che li aiutano a prendere decisioni informate sulla cura dei loro cari. Il professor Patrick Tan, decano della Duke-NUS e vicepreside senior per la ricerca, ha dichiarato:

"Questi risultati rivelano la realtà umana della cura della demenza in Asia, definita dall'amore, dal sacrificio e da scelte difficili. Poiché sempre più anziani trascorrono gli ultimi giorni a casa, è fondamentale costruire sistemi di cura che mostrino compassione non solo verso i pazienti, ma anche verso i caregiver che li sostengono".

 

 

 


Fonte: Duke-National University of Singapore (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: EB Andres, C Malhotra. The final year for community-dwelling older adults with dementia in an Asian setting: admissions, interventions, and caregiver burden. J Geront A, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)