Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato modo di predire l'Alzheimer nelle persone con una rara forma del morbo

Ricordando i familiari che non possono ricordare se stessi, Alexandra guarda le immagini di diversi parenti colpiti da una forma aggressiva dell'Alzheimer.

La donna di 35 anni, che chiameremo Alexandra per proteggere la sua identità, ha perso la madre per Alzheimer familiare. A sua madre era stata diagnosticata la malattia all'età di 42 anni ed è morta appena dopo i cinquanta.


"E' triste, e ancora più triste è che non ha avuto la vita che avrebbe meritato"
, ha detto Alexandra. Come altri parenti, la madre di Alexandra è morta di Alzheimer familiare appena cinquantenne. I medici dicono che avere specifiche mutazioni geniche può predire con certezza del 100 per cento se il portatore svilupperà la malattia. Pur incidendo meno del 2 per cento sui casi totali, il processo dell'Alzheimer familiare (FAD) è simile alle forme più comuni della malattia.


Il Dr. John Ringman, neurologo dell'UCLA, ha detto di credere che trovare un trattamento per la FAD porterebbe ad un trattamento per tutti i tipi di Alzheimer. "Questa è una finestra particolarmente potente perché siamo in grado teoricamente di testare farmaci su persone che stanno per sviluppare la malattia e sapere se funziona bene", ha detto Ringman. Per partecipare allo studio di Ringman, i ricercatori hanno dovuto scoprire se Alexandra è portatrice dei geni. Ai partecipanti questo è stato detto solo se lo volevano sapere. Alexandra l'ha voluto e ha scoperto di essere positiva.


I ricercatori dell'UCLA hanno osservato da vicino il liquido spinale delle persone con questa forma genetica dell'Alzheimer. Hanno identificato 56 proteine specifiche e quando le hanno confrontate con quelle dei non-portatori, hanno scoperto che esse hanno dato origine a una serie di eventi chimici ancora attivi nel cervello, cambiamenti chimici che in realtà sono apparsi almeno 10 anni prima dei sintomi. "Non appena l'ho scoperto, mi sono fatta legare le tube", ha detto la madre di due figli. "Penso che sarebbe egoista e ingiusto avere un altro figlio". Lei sente che l'unico modo per aiutare i suoi figli e se stessa è quella di partecipare alla ricerca. "Non sto dicendo che questa è una cosa negativa, ma io non voglio finire come mia madre", ha detto Alexandra.


Ringman ha detto che i ricercatori sperano che la possibilità di intervenire precocemente consenta ai medici di prevenire la malattia. "Questi cambiamenti delle proteine che abbiamo individuato potrebbero suggerire alcuni degli eventi intermedi che si verificano in questo processo", ha detto Ringman.


L'obiettivo è ora quello di sviluppare una terapia che impedisca a questi cambiamenti di accadere. "Speriamo che facendo sperimentazioni cliniche di tali interventi di prevenzione su persone come queste, individueremo i trattamenti che funzionano e prevengono la malattia nelle persone a rischio della forma più comune ad esordio tardivo", ha detto Ringman.


Finora, le scansioni cerebrali e i test cognitivi mostrano che Alexandra non ha avuto alcun declino. Sta facendo tutto il possibile per mantenere il cervello sano, compresa l'assunzione dei farmaci attualmente disponibili per l'Alzheimer. Lei sa che nel giro di 10 anni potrebbe dimenticare la famiglia, gli amici e la sua vita, ma Alexandra rimane fiduciosa e rifiuta di arrendersi.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Pubblicato daDenise Dador in ABC Local il 13 marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)