Ricercatori della School of Medicine and Public Health della University of Wisconsin-Madison si stanno avvicinando a una pietra miliare significativa nella battaglia contro l'Alzheimer: identificare i primi segni di declino nel cervello.
Dopo anni di fallimenti frustranti per fermare l'Alzheimer di stadio avanzato, è essenziale trovare e curare le fasi lievi, dice Sterling Johnson (nella foto), professore di geriatria. "Abbiamo bisogno di identificare l'Alzheimer il più presto possibile, prima che avvengono cambiamenti realmente distruttivi. Di solito, nel momento in cui si diagnostica la malattia, i pazienti hanno già perso gran parte della loro capacità cerebrale, ed è difficile o impossibile per loro recuperarla".
Le fasi precedenti, prima che siano uccise gran parte delle cellule cerebrali, dovrebbero essere più suscettibili di trattamento, dice Johnson. L'Alzheimer è la causa principale di demenza. I primi sintomi includono il declino della memoria, e alla fine progrediscono verso diffusi cambiamenti cognitivi e comportamentali.
In uno studio pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex lo scorso Dicembre, Johnson, Ozioma Okonkwo del Dipartimento di Geriatria, e colleghi, hanno riferito sulla misurazione del flusso sanguigno cerebrale in 327 adulti. I ricercatori hanno usato una forma avanzata di risonanza magnetica per confrontare il flusso di sangue nelle persone con Alzheimer, quelli in una fase preliminare chiamata decadimento cognitivo lieve (MCI), o quelli che non avevano sintomi, ma avevano una storia familiare di Alzheimer. Ridotto flusso sanguigno significa ridotta attività in particolari parti del cervello, spesso a causa dell'atrofia delle cellule nervose. Una delle struttura colpite, chiamata ippocampo, è necessaria per produrre nuovi ricordi. Nei casi di Alzheimer da lieve a moderato, è scomparso il 40 per cento o più dell'ippocampo.
Come previsto, i pazienti di Alzheimer hanno un flusso di sangue inferiore in numerose regioni cerebrali legate alla memoria. Le persone con decadimento cognitivo lieve hanno una versione più moderata degli stessi deficit. E le persone la cui madre (ma non il padre) aveva l'Alzheimer avevano segni evidenti di riduzione del flusso sanguigno, anche se non avevano sintomi.
Johnson, che è anche neuropsicologo al Geriatric Research Education and Clinical Center del S. William Middleton Memorial Veterans Hospital di Madison, è membro del Centro Studi di Alzheimer alla Scuola di Medicina e Sanità Pubblica. Altre tecniche che possono misurare il flusso di sangue sono più costose e richiedono l'uso di radiazioni e di iniettare un farmaco tracciante durante la scansione, dice Johnson. Se questa tecnica MRI non invasiva continua a dimostrarsi valida, potrebbe essere una chiave per individuare l'Alzheimer nelle fasi iniziali e, auspicabilmente, più curabili.
"In questo studio abbiamo dimostrato che le stesse aree che si evidenziano con tecniche di scansione più affermate sono identificati anche da questa tecnica di flusso sanguigno MRI, nelle persone con Alzheimer e deterioramento cognitivo lieve", dice Johnson. "Quindi questo metodo è valido e affidabile, ed è ora pronto per iniziare a essere impiegato nel campo della ricerca di trattamenti con persone a rischio".
La diagnosi precoce potrebbe espandere l'uso di farmaci approvati che possono trattare i sintomi di Alzheimer, dice Johnson, ma un beneficio immediato sarebbe snellire gli esperimenti di prodotti chimici che offrono nuovi modi per sciogliere la placca amiloide che è tossica per le cellule cerebrali. La necessità di rallentare o prevenire l'Alzheimer cresce con l'invecchiamento della popolazione. Nonostante decenni di ricerca, gli studi clinici non hanno prodotto un farmaco che possa arrestare definitivamente l'avanzata del morbo, dice Johnson. "Sono stati approvati pochissimi farmaci, e solo per il trattamento dei sintomi. Ma io sono sempre più ottimista. Capiamo di più di anno in anno, e siamo molto incoraggiati dal fatto che possiamo rilevare l'Alzheimer prima della comparsa della demenza".
Uno studio che si concentri solo sulle persone che si trovano sulla strada dell'Alzheimer e utilizzi le scansioni cerebrali come un marcatore di progressione della malattia, potrebbe ottenere risultati in termini di efficacia del farmaco con 200 soggetti, invece delle 1.500 o 2.000 persone attualmente richieste, dice Johnson, accelerando il ritmo per scoprire un trattamento efficace a costi inferiori.
Per molte persone, il cervello sta già cambiando dopo i 40 e i 50 anni, dice Johnson. "Questo è il lasso di tempo che è necessario mettere a fuoco, ed i nostri metodi di scansione lo rendono possibile. Nel momento in cui i sintomi sono davvero evidenti, potrebbe essere troppo tardi. Ora siamo in grado di studiare prima che appaiano i sintomi, e un giorno intervenire mentre c'è ancora la possibilità di prevenire questa malattia devastante".
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Pubblicato da David Tenenbaum in University of Wisconsin-Madison il 11 Febbraio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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