Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Bere e fumare molto 'invecchia precocemente' il cervello

Il trattamento per i disturbi da uso di alcol funziona meglio se il paziente comprende e applica attivamente gli interventi previsti dalla clinica.

Molteplici fattori possono influenzare sia il tipo che il grado di alterazioni neurocognitive individuate durante l'inizio dell'astinenza, compreso il fumo cronico di sigarette e l'età.

E' stato pubblicato il primo studio ad esaminare gli effetti interattivi tra stato del fumo e invecchiamento nella neurocognizione di individui dipendenti dall'alcol (AD) in cerca di un trattamento.


I risultati mostrano che gli individui AD che attualmente fumano presentano più problemi con la memoria, con la capacità di pensare in modo rapido ed efficiente, e con la capacità di risolvere i problemi, rispetto a quelli che non fumano, e gli effetti sembrano aggravarsi con l'età. I risultati saranno pubblicati nel numero di Ottobre 2013 di Alcoholism: Clinical & Experimental Research, ma sono attualmente disponibili online in versione preliminare.


"Diversi fattori (nutrizione, esercizio fisico, condizioni mediche di comorbidità come ipertensione e diabete, condizioni psichiatriche come disturbi depressivi e disturbi da stress post-traumatico, e predisposizioni genetiche) possono influenzare le funzioni cognitive durante l'inizio dell'astinenza", spiega Timothy C. Durazzo, professore assistente del Dipartimento di Radiologia e di Imaging Biomedico dell'Università della California di San Francisco, e autore corrispondente dello studio. "Ci siamo concentrati sugli effetti del fumo cronico di sigaretta e sull'aumento dell'età sulla cognizione, perché la ricerca precedente ha suggerito che ognuno ha effetti indipendenti e negativi sui molteplici aspetti della cognizione e della biologia del cervello nelle persone con e senza disturbi da uso di alcol. Tale precedente ricerca ha anche indicato che gli effetti negativi del fumo sul cervello si accumulano nel tempo. Pertanto, pensavamo che i fumatori AD cronici attivi, avrebbero dimostrato il maggiore declino delle capacità cognitive invecchiando".


"Gli effetti indipendenti e interattivi del fumo e delle altre droghe sul funzionamento cognitivo tra gli individui con AD sono in gran parte sconosciute", aggiunge Alecia Dager, ricercatrice associata nel dipartimento di psichiatria della Yale University. "Questo è un problema perché molti bevitori pesanti sono anche fumatori. Inoltre, nei programmi di trattamento per l'alcolismo, il problema del fumo può essere in gran parte ignorato. Questo studio fornisce la prova di una maggiore difficoltà cognitiva degli alcolisti che in più fumano, e potrebbe offrire spunti importanti per i programmi di trattamento. Primo, gli individui con AD che fumano possono avere più difficoltà a ricordare, integrarsi, e attuare le strategie di trattamento. Secondo, ci sono evidenti benefici nelle capacità di pensiero che risultano dallo smettere entrambe le pratiche".


Durazzo ed i suoi colleghi hanno confrontato il funzionamento neurocognitivo di quattro gruppi di partecipanti, tutti tra i 26 e i 71 anni di età: individui sani non-fumatori o "di controllo" (n=39); individui AD in cerca di trattamento, dopo un mese di astinenza, che non avevano mai fumato (n=30); ex fumatori (n=21) e fumatori attivi (n=68). Le abilità cognitive valutate sono state l'efficienza cognitiva, le funzioni esecutive, le capacità motorie, l'intelligenza generale, l'apprendimento e la memoria, la velocità di elaborazione, le funzioni visuospaziali, e la memoria di lavoro.


"Abbiamo scoperto che, dopo un mese di astinenza, gli individui AD fumatori attivi avevano effetti di invecchiamento maggiori di quelli normali in termini di apprendimento, memoria, velocità di elaborazione, ragionamento e soluzione problemi e capacità motorie"
, dice Durazzo."Gli AD che non hanno mai fumato e gli ex-fumatori hanno mostrato cambiamenti su tutte le misurazioni con l'aumentare dell'età equivalenti ai controlli non fumatori. Questi risultati indicano che la combinazione tra dipendenza da alcol e fumo attivo cronico è collegato ad un calo anomalo in diverse funzioni cognitive con l'aumentare dell'età".


"Questi risultati indicano che gli effetti combinati di queste droghe sono particolarmente dannosi e diventano ancora più evidenti in età avanzata"
, ribadisce la Dager. "In generale, in età avanzata tutti hanno un declino cognitivo. Tuttavia, sembra che anni di uso combinato di alcol e sigarette aggravino questo processo, contribuendo ad una riduzione ancora maggiore delle capacità di pensiero negli anni successivi".


Durazzo concorda: "Fumo cronico di sigarette, consumo eccessivo di alcol, ed età avanzata sono tutti associati ad un aumento del danno ossidativo nei tessuti del cervello. Il danno ossidavo risulta da un aumento del livello di radicali liberi e di altri composti che danneggiano direttamente i neuroni e le altre cellule che compongono il cervello. Il fumo di sigaretta e il consumo eccessivo di alcol espongono il cervello di un'enorme quantità di radicali liberi. Ipotizziamo che l'esposizione cronica al fumo di sigaretta per lungo tempo ed il consumo eccessivo di alcol interagiscano con il processo di invecchiamento normale per produrre maggiore declino neurocognitivo nel gruppo di AD fumatori attivi".


Il fumo di sigaretta è un "rischio per la salute modificabile" associato direttamente ad almeno 440.000 morti ogni anno negli Stati Uniti, osserva Durazzo."Il fumo cronico e, in misura minore, i disturbi da uso di alcol sono associati anche ad un maggiore rischio di Alzheimer", dice. "Quindi, la combinazione di questi rischi modificabili per la salute può dare ad un individuo un rischio ancora maggiore di sviluppare l'Alzheimer. Considerato quanto sopra, in coerenza con i risultati della nostra ricerca cognitiva e di neuroimaging, sosteniamo completamente i programmi che offrono di routine metodi di disassuefazione dal fumo a tutte le persone in cerca di trattamento per disturbi da abuso di sostanze/alcool".

 

 

 

 

 


Fonte: Alcoholism: Clinical & Experimental Research, via EurekAlert!, un servizio di AAAS!.

Riferimento: Timothy C. Durazzo, David L. Pennington, Thomas P. Schmidt, Anderson Mon, Christoph Abé, Dieter J. Meyerhoff. Neurocognition in 1-Month-Abstinent Treatment-Seeking Alcohol-Dependent Individuals: Interactive Effects of Age and Chronic Cigarette Smoking. Alcoholism: Clinical and Experimental Research, 2013; DOI: 10.1111/acer.12140.

Pubblicato in Science Daily il 18 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)