Per la prima volta uno studio scientifico associa un'elevata assunzione di polifenoli alla riduzione del 30% di mortalità degli anziani.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Nutrition, valuta l'assunzione alimentare totale di polifenoli usando un biomarcatore nutrizionale e non solo un questionario di frequenza alimentare.
I polifenoli sono composti presenti in natura, che si trovano in gran parte della frutta, verdura, caffè, tè, noci, legumi e cereali. Sono stati identificati più di 8.000 diversi composti fenolici nelle piante. I polifenoli hanno effetti antiossidanti, antinfiammatori, antitumorali, ecc.
La ricerca pubblicata sul Journal of Nutrition è basata sull'analisi durata 12 anni di un campione di abitanti di Greve e Bagno in Toscana, composto da 807 uomini e donne over-65, nell'ambito dello studio InCHIANTI. Il gruppo della UB ha analizzato l'effetto delle diete ricche di polifenoli mediante un biomarcatore nutrizionale [la concentrazione di polifenolo urinario totale (TUP)], come misura rappresentativa dell'assunzione. Per essere precisi, i ricercatori dell'UB conferiscono i primi riferimenti della letteratura sull'applicazione della TUP agli studi epidemiologici o clinici.
La Prof.ssa Cristina Andrés Lacueva, responsabile del Biomarkers and Nutritional & Food Metabolomics Research Group della UB e coordinatrice dello studio, spiega che "lo sviluppo e l'uso di biomarcatori nutrizionali consente di fare una stima più precisa e, soprattutto più oggettiva, dell'assunzione, in quanto non si basa solo sulla memoria dei partecipanti nel rispondere al questionario. I biomarcatori nutrizionali tengono conto della biodisponibilità e delle differenze individuali". Secondo l'esperta, "questa metodologia permette una valutazione più attendibile e accurata dell'associazione tra assunzione di cibo e rischio di mortalità o di malattie".
In conclusione, la ricerca dimostra che la mortalità complessiva è ridotta del 30% nei partecipanti con una dieta ricca di polifenoli (>650 mg/die) in confronto a quelli che ne assumono quantità più basse (<500 mg/die). Raúl Zamora Ros, primo autore dello studio, sottolinea che "i risultati corroborano l'evidenza scientifica che suggerisce che le persone che hanno diete ricche di frutta e verdura hanno un rischio minore di diverse malattie croniche e di mortalità complessiva".
Il Biomarkers and Nutritional & Food Metabolomics Research Group, che partecipa al progetto Fun-C-Food (Consolider Ingenion), collabora attivamente con diversi gruppi di ricerca spagnoli e internazionali. Esso concentra la sua attività sull'analisi di nuovi biomarcatori nutrizionali più efficaci e sensibili in base alla biodisponibilità dei composti bioattivi negli alimenti e alla loro attività, in modo da associare l'assunzione di alcuni alimenti (marcatori di consumo) con i loro possibili effetti sulla salute delle persone.
La ricerca è firmata da Cristina Andrés Lacueva, Montserrat Rabassa e Mireia Urpí Sardà, del Dipartimento di Nutrizione e Bromatologia della Università di Barcellona; da Raúl Zamora Ros (ICO-IDIBELL); e dagli esperti Antonio Cherubini (Centro di Ricerca Nazionale Italiano sull'Invecchiamento), Stefania Bandinelli (Azienda Sanitaria di Firenze) e Luigi Ferrucci (National Institute on Ageing degli Stati Uniti).
Fonte: Universidad de Barcelona.
Riferimenti: R. Zamora-Ros, M. Rabassa, A. Cherubini, M. Urpi-Sarda, S. Bandinelli, L. Ferrucci, C. Andres-Lacueva. High Concentrations of a Urinary Biomarker of Polyphenol Intake Are Associated with Decreased Mortality in Older Adults. Journal of Nutrition, 2013; 143 (9): 1445 DOI: 10.3945/jn.113.177121
Pubblicato in UB.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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