Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Riparare i mitocondri per sanare le neurodegenerazioni

I mitocondri, da tempo conosciuti come «centrali elettriche cellulari» per la loro capacità di generare la fonte cruciale di energia adenosina trifosfato (ATP), sono essenziali per avere funzioni cellulari appropriate.


Dei difetti mitocondriali sono spesso osservati in varie malattie, compreso il cancro, l'Alzheimer e il Parkinson, e sono la caratteristica di una serie di disturbi genetici mitocondriali, le cui manifestazioni variano dalla debolezza muscolare ai guasti agli organi. Nonostante una relativamente forte comprensione della patologia di tali disturbi mitocondriali genetici, gli sforzi per curarli sono stati in gran parte inefficaci.


Ma ora, il dottorando Walter Chen e il ricercatore post-dottorato Kivanc Birsoy, entrambi del laboratorio di David Sabatini nel Whitehead Institute, hanno svelato come recuperare le cellule che soffrono di disfunzione mitocondriale, una scoperta che potrebbe portare a nuove terapie per questa condizione.


Per trovare le mutazioni genetiche che potrebbero salvare le cellule, Chen e Birsoy hanno imitato la disfunzione mitocondriale in un sistema genetico aploide sviluppato da Thijn Brummelkamp, ex laureato del Whitehead. Dopo aver soppresso la funzione mitocondriale usando il farmaco antimicina, Chen e Birsoy hanno visto che le cellule con mutazioni che disattivano il gene ATPIF1 sono risultate protette dalla perdita della funzione mitocondriale.


L'ATPIF1 fa parte di un sistema di recupero per salvare le cellule che muoiono di fame. Quando le cellule sono private di ossigeno e zuccheri, si accende un complesso mitocondriale che di solito produce ATP (chiamato sintasi ATP) per consumarle, uno stato che può essere dannoso per una cella che sta già morendo di fame. L' ATPIF1 interagisce con il sintasi ATP per spegnerlo ed evitare che consumi la scarsa fornitura di ATP del mitocondrio, ma, nel fare questo, peggiora anche il potenziale della membrana del mitocondrio.


"In queste malattie da disfunzione mitocondriale, in un certo senso, c'è una falsa situazione di fame per la cellula; ci sono molte sostanze nutritive, ma poiché c'è un blocco nel funzionamento normale del mitocondri, questi si comportano come se non ci fosse abbastanza ossigeno", spiega Chen, che con Birsoy, ha scritto un articolo nella rivista Cell Reports che descrive questo lavoro. "Quindi, in queste situazioni, non va bene attivare l'ATPIF1, perché ci sono ancora molti nutrienti intorno che forniscono ATP. Al contrario bloccare l'ATPIF1 è terapeutico perché permette di mantenere il potenziale della membrana".


Le cellule epatiche sono spesso danneggiate nei pazienti con malattia mitocondriale grave, e quindi Chen e Birsoy hanno testato gli effetti della disfunzione mitocondriale nelle cellule del fegato dei topi di controllo e topi con ATPIF1 eliminato geneticamente. Anche in questo caso, le cellule del fegato con funzione ATPIF1 soppressa hanno trattato meglio la disfunzione mitocondriale rispetto alle cellule di fegato con attività ATPIF1 normale. "E' molto semplice: se ci si sbarazza dell'ATPIF1, si sopravvive con una disfunzione mitocondriale", dice Birsoy. "Da quello che si è visto finora, non ci sono effetti collaterali dal blocco dell'ATPIF1 nei topi".


Per Chen e Birsoy, il prossimo passo in questa linea di ricerca è verificare gli effetti della soppressione dell'ATPIF1 in modelli di topo con disfunzione mitocondriale. Poi si cercherà di identificare le terapie che bloccano efficacemente la funzione dell'ATPIF1. Il loro lavoro è stato supportato dal National Institutes of Health, dal David H. Koch Institute for Integrative Cancer Research, dal Alexander and Margaret Stewart Trust Fund, dal National Institute of Aging, dal Jane Coffin Childs Memorial Fund, dalla Leukemia and Lymphoma Society, e dalla Damon Runyon Cancer Research Foundation.

 

 

 

 

 


Fonte: Nicole Giese Rura in Whitehead Institute for Biomedical Research  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Walter W. Chen, Kıvanç Birsoy, Maria M. Mihaylova, Harriet Snitkin, Iwona Stasinski, Burcu Yucel, Erol C. Bayraktar, Jan E. Carette, Clary B. Clish, Thijn R. Brummelkamp, David D. Sabatini, David M. Sabatini. Inhibition of ATPIF1 Ameliorates Severe Mitochondrial Respiratory Chain Dysfunction in Mammalian Cells. Cell Reports, March 2014 DOI: 10.1016/j.celrep.2014.02.046

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.