Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove scoperte sulle cellule di supporto ai neuroni: implicazioni per l'Alzheimer

 

Nuove scoperte sulle cellule di supporto ai neuroni: implicazioni per l'AlzheimerLe cellule microglia (verde) circondano i ciuffi di amiloide (rosso) nel cervello di un malato di Alzheimer. (Fonte: Lab David Gates / Wyss-Coray)

Ricerca 1: Le 'domestiche' del cervello si rinnovano più velocemente di quanto si pensava

 

Le cellule del cervello responsabili del rilevamento e della riparazione di danni di lieve entità si rinnovano più rapidamente di quanto si pensasse, secondo quanto ha dimostrato una nuova ricerca.


Lo studio, guidato dall'Università di Southampton e pubblicato in Cell Reports, dimostra che il ricambio di queste cellule, chiamate microglia, è 10 volte più veloce, consentendo all'intera popolazione di cellule microgliali di rinnovarsi più volte nel corso della vita.


"Le microglia scansionano costantemente il cervello per trovare e risolvere i problemi; potremmo chiamarle le domestiche del cervello"
, ha detto il dottor Diego Gomez-Nicola dell'Università di Southampton, che ha supervisionato lo studio. "Pensavamo che le microglia potessero rinnovarsi così lentamente che non sarebbe bastata una vita intera per rinnovare tutta la popolazione. Ma ora possiamo parlare di un massimo di sei cicli di rinnovamento per vita. Dobbiamo quindi reinterpretare il loro modo di interagire e regolare la funzione di altre cellule del cervello per capire il loro pieno potenziale".


Lo studio, guidato dal dottorando Katharine Askew, ha valutato la proliferazione delle microglia, sia nei topi che nel cervello umano, usando la colorazione di sezioni con anticorpi specifici, assieme a scansioni dal vivo delle cellule. Ha rilevato che il numero di cellule microgliali rimane relativamente invariato dalla nascita fino all'invecchiamento ed è mantenuto dall'accoppiamento spaziale e temporale della divisione cellulare e morte cellulare.


La ricerca è stata condotta in collaborazione con ricercatori dell'Università di Tubinga (Germania), dell'Università di Oxford, dell'Università di Amburgo (Germania) e dell'Achucarro Basque Center for Neuroscience (Spagna). Il team di Southampton crede che questa nuova ricerca possa aiutare a capire il comportamento delle microglia in malattie come l'Alzheimer, dove contribuiscono al declino cognitivo della persona.


Il Dr Diego Gomez-Nicola ha aggiunto: "Questa scoperta è un mattoncino della biologia cellulare, necessario per capire le funzioni delle microglia e la loro interazione con le altre cellule del cervello. Capire il movimento quotidiano delle microglia aiuterà a capire il loro comportamento nelle malattie psichiatriche e neurodegenerative del cervello come l'Alzheimer".

 

 *******************************

Ricerca 2: Sono le glia, non i neuroni, ad essere più colpite dall'invecchiamento cerebrale

 

La differenza tra un cervello vecchio e uno giovane non è tanto nel numero di neuroni ma nella presenza e nella funzione delle cellule di supporto chiamate glia.


Nella ricerca pubblicata su Cell Reports del 10 gennaio, i ricercatori hanno esaminato campioni di tessuto cerebrale post-mortem di 480 individui da 16 a 106 anni di età, rilevando che lo stato delle glia di una persona è così costante nel corso degli anni che può essere usato per predire la sua età. Il lavoro pone le basi per comprendere meglio il ruolo delle glia nelle malattie del cervello in vecchiaia.


"Abbiamo caratterizzato intensamente i cambiamenti di espressione genica alterati dall'invecchiamento in 10 aree del cervello umano e abbiamo scoperto che, in realtà, le cellule gliali sperimentano cambiamenti più grandi di quelli dei neuroni", dice Jernej Ule, neurobiologo del Francis Crick Institute e della University College di Londra, che ha guidato lo studio con il collega di reparto Rickie Patani, e con il primo autore Lilach Soreq. "Ci sono diverse informazioni locali che saranno interessanti per varie persone; per esempio alcuni noteranno un modello molto particolare di modifiche specifiche degli astrociti nella substantia nigra, e abbiamo molti dati che devono ancora essere analizzati".


Ci sono tre tipi di cellule gliali e ciascuna fornisce tipi diversi di supporto ai neuroni: gli oligodendrociti isolano, le microglia agiscono come cellule del sistema immunitario, e gli astrociti aiutano il metabolismo e la disintossicazione dei neuroni, tra le molte funzioni.


Analizzando campioni di tessuto cerebrale umano (in gran parte del UK Brain Expression Consortium), i ricercatori dimostrano che gli astrociti e gli oligodendrociti scambiano il loro schema regionale di espressione genica con l'invecchiamento, (es.: quali geni sono attivati o disattivati), in particolare nell'ippocampo e nella substantia nigra, aree importanti del cervello per memoria e movimento, rispettivamente, mentre l'espressione di geni specifici delle microglia aumenta in tutte le aree del cervello.


I ricercatori in seguito hanno esaminato in via preliminare se questi cambiamenti nell'espressione genica possono collegarsi ai cambiamenti nelle popolazioni di cellule cerebrali. Basandosi su un confronto di campioni di tessuto di 3 cervelli giovani e 3 vecchi, hanno trovato che il numero di oligodendrociti diminuisce con l'età nella corteccia frontale. Essi hanno inoltre stabilito che questo probabilmente corrisponde alla minore espressione di geni specifici degli oligodendrociti. Altri tipi di cellule avevano modelli più complicati di cambiamento.


"Abbiamo sviluppato un bel programma di autoapprendimento e abbiamo studiato centinaia di migliaia di oligodendrociti e neuroni per ottenere dati affidabili, ma volevamo capire se la minore espressione provoca cambiamenti a livello cellulare-o molecolare", dice Ule. "Abbiamo visto gli oligodendrociti scomparire, ma nei neuroni non abbiamo visto cambiamenti drastici dei numeri cellulari ad eccezione di una diminuzione di quelli più grandi. Questo è interessante perché questi ultimi sono generalmente collegati alle malattie neurodegenerative".


Una scoperta inaspettata è che certi schemi di espressione genica gliale potrebbero predire l'età nella popolazione generale. Anche se questo può essere fatto solo post-mortem, e alcune persone non si adattano perfettamente a questi modelli, fornisce agli scienziati uno strumento in più per capire come l'invecchiamento nel cervello si lega alle cause dei disturbi legati all'età. Obiettivo finale dei ricercatori è vedere se le mutazioni genetiche o altre variabili possono influenzare l'espressione genica in modo da causare le malattie.

 

 

 


  • 1a ricerca
    Fonte
    : University of Southampton (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
    Riferimenti: Katharine Askew, Kaizhen Li, Adrian Olmos-Alonso, Fernando Garcia-Moreno, Yajie Liang, Philippa Richardson, Tom Tipton, Mark A. Chapman1, Kristoffer Riecken, Sol Beccari, Amanda Sierra, Zoltán Molnár, Mark S. Cragg, Olga Garaschuk, V. Hugh Perry, Diego Gomez-Nicola. Coupled proliferation and apoptosis maintain the rapid turnover of microglia in the adult brain. Cell Reports, January 2017 DOI: 10.1016/j.celrep.2016.12.041
  • 2a ricerca
    Fonte
    : Cell Press via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
    Riferimenti: Soreq et al. Major shifts in glial regional identity are a transcriptional hallmark of human brain aging. Cell Reports, January 2017 DOI: 10.1016/j.celrep.2016.12.011


Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.