Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La ricerca sui ricordi di paura può dare indizi sull'Alzheimer

Capire come il cervello ricorda potrà un giorno chiarire cosa è andato storto quando la memoria viene a mancare, come ad esempio nell'Alzheimer.


Con uno studio pubblicato su Nature Neuroscience, ricercatori del Baylor College of Medicine e della Rice University rivelano per la prima volta i modelli specifici di attività elettrica, nel cervello dei topi, che sono associati a ricordi specifici, in questo caso una esperienza di paura.


Hanno scoperto che, prima che i ratti evitino un posto in cui hanno avuto un'esperienza spaventosa, il cervello richiama i ricordi del luogo fisico in cui si è verificata l'esperienza.


"Richiamiamo ricordi per tutto il tempo", ha detto l'autore senior Dr Daoyun Ji, professore associato di biologia molecolare e cellulare del Baylor. "Per esempio, posso ricordare il percorso da casa al lavoro di ogni mattina, ma quali sono i segnali del cervello mentre tengo questo ricordo nella mente?"


E' difficile studiare il funzionamento del cervello nelle persone, così gli scienziati si sono rivolti ai ratti di laboratorio. Hanno capito che, quando l'animale è in un posto particolare, dei neuroni dell'ippocampo, opportunamente chiamati «cellule di posizione», generano impulsi di attività.

"Un certo numero di cellule di posizione genera attività elettrica chiamata 'modello di spiking' [di picco]", ha detto Ji. "Quando il ratto è in un certo luogo, un gruppo di neuroni genera un modello specifico di spiking, e quando si muove in un luogo diverso, un diverso gruppo di neuroni genera un altro modello di spiking. I modelli sono molto distinti. Possiamo prevedere dov'è l'animale, esaminando il suo modello di attività cerebrale".


Ma questi modelli di spiking sono coinvolti nella memoria?

 

Come sapere che cosa sta pensando un topo

"I topi di laboratorio non possono dirci cosa stanno ricordando in un determinato momento", ha detto Ji. "Per superare questo problema, abbiamo progettato un esperimento che ci permetteva di sapere cosa stava succedendo nel cervello dell'animale proprio prima di un determinato evento".


Nell'esperimento, condotto dal primo autore Chun-Ting Wu, ricercatore laureato del laboratorio di Ji, un topo camminava avanti e indietro lungo una pista. Dopo un periodo di riposo, il ratto ha fatto lo stesso percorso, ma quando l'animale si è avvicinato alla fine della pista, ha ricevuto una scossa delicata. Dopo che ha riposato ancora una volta, il topo è stato messo di nuovo sulla pista. Questa volta, tuttavia, quando si avvicinava alla fine della pista, dove prima aveva ricevuto lo shock delicato, il ratto si fermava e tornava indietro, evitando di attraversare il percorso temuto.


Dice Ji:

"Prima che il ratto percorresse il tragitto per la prima volta, abbiamo inserito piccole sonde nel suo ippocampo, per registrare i segnali elettrici generati da gruppi di neuroni attivi. Registrando questi segnali cerebrali mentre l'animale lo percorreva la prima volta, abbiamo potuto esaminare i modelli che emergevano nel suo cervello; abbiamo potuto vedere quali modelli erano associati a ogni posizione della pista, compresa la posizione in cui l'animale in seguito ha ricevuto la scossa".

"Poiché dopo le scosse il ratto si gira e evita di camminare alla fine della pista, possiamo ragionevolmente supporre che, nel preciso momento in cui si ferma di camminare e si allontana, l'animale sta pensando al luogo dove ha avuto la scossa. Le nostre osservazioni hanno confermato questa idea".


Quando i ricercatori, in collaborazione con il co-autore Dr Caleb Kemere della Rice University, hanno esaminato l'attività cerebrale dei neuroni di posizione in quel momento, hanno visto che sono ri-emersi i modelli di spiking corrispondenti alla posizione in cui il topo aveva ricevuto la scossa, anche se questa volta l'animale si era fermato, e pensava alla posizione.

"È interessante notare che, dall'attività cerebrale, possiamo dire che l'animale stava 'viaggiando mentalmente' dalla posizione corrente al punto della scossa. Questi modelli corrispondenti al punto di shock sono riemersi proprio nel momento in cui veniva richiamato un ricordo specifico", ha detto Ji.

 

Direzioni future

Il prossimo obiettivo dei ricercatori è indagare se il modello di spiking che hanno identificato era assolutamente necessario al comportamento tenuto dagli animali.

"Se distruggiamo il modello, l'animale riuscirà ancora a evitare di entrare nella zona che aveva imparato ad evitare?", ha detto Ji. "Siamo anche interessati a determinare come i modelli di spiking dei neuroni di posizione nell'ippocampo possono essere usati da altre parti del cervello, come ad esempio quelli coinvolti nel prendere decisioni".


Ji e i suoi colleghi hanno anche in programma di esplorare il ruolo dei modelli di spiking dell'ippocampo nelle malattie che comportano la perdita di memoria, come l'Alzheimer:

"Vogliamo capire se questo tipo di meccanismo è alterato nei modelli animali di Alzheimer. Alcune prove dimostrano che non è che gli animali non abbiano un ricordo, ma che in qualche modo non possono richiamarlo. Con il nostro sistema di leggere i modelli di spiking nel cervello di modelli animali della malattia, speriamo di determinare se esiste un modello specifico di spiking durante il richiamo della memoria. In caso contrario, esploreremo la possibilità che i circuiti cerebrali danneggiati impediscono all'animale di richiamare il ricordo e cercheremo i modi per permettere all'animale di richiamare ancora i modelli di attività specifiche, la memoria".

 

 

 


Fonte: Graciela Gutierrez in Baylor College of Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Chun-Ting Wu, Daniel Haggerty, Caleb Kemere & Daoyun Ji. Hippocampal awake replay in fear memory retrieval. Nature Neuroscience, 2017 DOI: 10.1038/nn.4507

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.