Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Calo della capacità di orientamento può prevedere una neurodegenerazione

Finora c'è stata una valutazione carente dei cambiamenti nel modo in cui gli anziani mappano i loro dintorni e decidono e seguono la direzione, comparati con gli effetti sulla memoria e sull'apprendimento.


Tuttavia, il calo legato all'età nella capacità di orientamento è indipendente dalla flessione cognitiva più nota e potrebbe costituire la base di strumenti per la diagnosi precoce dell'Alzheimer. Dei ricercatori hanno discusso questa possibilità in una revisione pubblicata il 30 agosto nella rivista Neuron.


"Negli esseri umani, l'orientamento è molto più scomodo per la ricerca rispetto all'apprendimento o alla memoria", afferma Thomas Wolbers, neuroscienziato specializzato in invecchiamento e cognizione al Centro Tedesco Malattie Neurodegenerative. "Ma ha un impatto drammatico sulla vita quotidiana e le strutture chiave della 'rete di navigazione' nel cervello sono molto sensibili sia all'invecchiamento sano ordinario che ai fattori patologici".


Al momento, l'Alzheimer è diagnosticato in base alla storia medica dell'individuo, ai fattori di rischio genetici e alle prestazioni sui test che misurano la memoria, il linguaggio e il deterioramento del ragionamento. Wolbers e i suoi colleghi degli Stati Uniti e del Regno Unito suggeriscono che le disabilità di orientamento sono tra i primi segni della progressione dell'Alzheimer.


Ad esempio, gli anziani sani preferiscono mappare oggetti e punti di riferimento relativi alla loro posizione del corpo (strategia egocentrica) piuttosto che in relazione ad oggetti esterni come punti di riferimento o confini globali (strategia allocentrica). Questa devianza strategica rende molto più difficile per loro imparare la disposizione spaziale di un ambiente e può quindi ridurre la loro mobilità, un segno preoccupante nelle persone più giovani.


"Perché qualcuno possa mostrare risultati anomali sui test cognitivi standard disponibili oggi possono passare fino a 10 anni dall'insorgenza dell'Alzheimer, e sono 10 anni persi per un trattamento, quando una terapia efficace sarà disponibile", dice Wolbers. "Questo è il punto in cui la diagnostica basata sull'orientamento potrebbe dare un contributo, riducendo la finestra".


Il test di orientamento è ostacolato da un paio di costrizioni, anche se entrambe si stanno allentando:

  1. La prima è la mancanza di test standard per le attività di orientamento e le norme sulla popolazione con cui valutare i risultati. La tecnologia della realtà virtuale, più conveniente e portatile, rende possibili le condizioni per test standardizzati, mentre il co-autore Jan Wiener dell'Università di Bournemouth nel Regno Unito è uno degli scienziati autori dell'app per mobile Sea Hero Quest, un gioco progettato per raccogliere dati sulla popolazione in merito alle decisioni di orientamento per la ricerca sulla demenza.
  2. La seconda è che le abilità di orientamento variano profondamente da persona a persona, più che per la memoria o le altre funzioni cognitive, dice Wolbers. Uno strumento diagnostico efficace dovrebbe essere longitudinale, tracciare i comportamenti di orientamento dell'individuo in diversi momenti della sua vita e cercare i segni di declino precoce o accelerato. "Abbiamo bisogno di dati umani longitudinali per poter dire definitivamente se un cambiamento nella funzione di orientamento può essere usato per prevedere se svilupperà in seguito l'Alzheimer o una qualsiasi altra malattia neurodegenerativa" dice Wolbers.


Con tali dati, e con migliori strutture di realtà virtuale, i ricercatori concludono che sarà fattibile una batteria di test di orientamento, analoga a quella usata per la memoria e l'apprendimento. Per ora, Wolbers suggerisce che le persone si addestrino e usino le competenze di orientamento cablate nel loro cervello, soprattutto in un'epoca di tecnologia onnipresente in auto e sul palmare.


"Ci sono sempre più prove che se ti affidi troppo a questa tecnologia ci può essere un effetto dannoso sulla capacità di orientamento e, a lungo termine, può anche esserci un rischio di sviluppare condizioni patologiche", dice.

 

 

 


Fonte: Cell Press via ScienceDaily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Reference: Adam W. Lester, Scott D. Moffat, Jan M. Wiener, Carol A. Barnes, Thomas Wolbers. The Aging Navigational System. Neuron, Vol. 95, Issue 5, p1019–1035. DOI: 10.1016/j.neuron.2017.06.037

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.