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I sopravissuti a ictus, con battito cardiaco irregolare, sono a maggiore rischio di demenza

Chi ha avuto un ictus ed è rimasto con un battito cardiaco irregolare, chiamato fibrillazione atriale, può essere a più alto rischio di sviluppare demenza di chi ha avuto un ictus ma non presenta lo stesso problema di cuore, secondo una ricerca pubblicata nella edizione cartacea dell'8 marzo 2011 di Neurology ®, la rivista medica dell'American Academy of Neurology.

La fibrillazione atriale colpisce più di due milioni di americani, ed è più comune in persone anziane. Circa il 15 per cento degli ictus si verificano in persone con fibrillazione atriale. In questa patologia, le due camere superiori del cuore non battono efficacemente, determinando un ritmo cardiaco irregolare.

La ricerca ha analizzato tutti gli studi disponibili che hanno confrontato persone con fibrillazione atriale alle persone in situazione normale e le hanno seguite per determinare se hanno sviluppato la demenza nel corso del tempo.

Sono stati analizzati 15 studi per un totale di 46.637 partecipanti con età media di 72 anni. La ricerca ha scoperto che chi ha avuto un ictus con fibrillazione atriale aveva più probabilità (2,4 volte - più del doppio) di sviluppare la demenza di chi ha avuto un ictus ma non ha la patologia del cuore. E' risultato che circa il 25 per cento dei pazienti con fibrillazione atriale e ictus hanno sviluppato demenza durante il periodo di osservazione successivo.

"Questi risultati potrebbero aiutarci a identificare i potenziali trattamenti per ritardare o addirittura prevenire l'insorgenza della demenza", ha detto l'autore dello studio Phyo Kyaw Myint, MD, della University of East Anglia a Norfolk, Regno Unito. "Le opzioni potrebbe includere una gestione più rigorosa dei fattori di rischio cardiovascolari o delle fibrillazioni atriali, particolarmente nei pazienti con ictus".

Myint ha osservato che la ricerca non ha risposto all'interrogativo se le persone con fibrillazione atriale, che però non hanno avuto un ictus, hanno un rischio maggiore di contrarre demenza.

 


Fonte: Materiale fornito da American Academy of Neurology.

Riferimento: C.S. Kwok et al. Atrial fibrillation and incidence of dementia A systematic review and meta-analysis. Neurology, March 8, 2011 vol. 76 no. 10 914-922 DOI: 10.1212/WNL.0b013e31820f2e38.

Pubblicato su ScienceDaily il 8 marzo 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

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