Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La struttura del cervello rende alcune persone resilienti all'Alzheimer

La struttura del cervello rende alcune persone resilienti all'AlzheimerIn alto spine dendritiche del gruppo di controllo. In mezzo spine del gruppo 'patologia senza malattia'. Sotto spine dendritiche del gruppo Alzheimer. (Fonte: University of Alabama at Birmingham)

La dimensione, la forma e il numero di spine dendritiche che partono dai neuroni del cervello possono avere un ruolo importante nel fatto che qualcuno si ritrova con il Morbo di Alzheimer (MA), secondo nuove ricerche dell'Università dell'Alabama di Birmingham. Le spine dendritiche sono derivazioni dei neuroni, che si connettono con altri neuroni.


Nella ricerca pubblicata il 24 ottobre su Annals of Neurology, il team di ricerca ha dimostrato, per la prima volta, che la presenza di spine dendritiche sane ha un effetto protettivo contro l'MA nelle persone il cui cervello aveva proteine associate alla malattia. Jeremy Herskowitz PhD, professore ordinario del Dipartimento di Neurologia, e autore senior dello studio, ha dichiarato:

"Uno dei precursori dell'Alzheimer è lo sviluppo delle proteine ​​chiamate amiloide e tau nel cervello, che chiamiamo patologie di Alzheimer. Tuttavia, circa il 30 per cento della popolazione che invecchia ha un accumulo di amiloide e tau ma non sviluppa mai la demenza.

"Il nostro studio ha dimostrato che questi individui avevano spine dendritiche più grandi e più numerose di quelli con la demenza, indicando che la salute delle spine ha un ruolo importante nell'insorgenza della malattia".


I neuroni emettono continuamente spine dendritiche lunghe e sottili alla ricerca di altri neuroni. Quando avviene la connessione, si crea una sinapsi, il punto di scambio delle informazioni tra i neuroni. Questa è la base della memoria e dell'apprendimento.


"Un colpevole ovvio dell'MA è la perdita di spine dendritiche e quindi la perdita di sinapsi"
, ha affermato Herskowitz. "Questo compromette la capacità di pensare, quindi l'assunto attivo finora è che quelli senza demenza hanno spine sane e quelli con demenza no. Ma nessuno era ancora andato a vedere se è vero".


La squadra di Herskowitz ha studiato campioni cerebrali di pazienti delle cliniche di memoria dell'Università Emory. Il gruppo di controllo non aveva la patologia di Alzheimer delle placche amiloidi e dei grovigli tau e non ha mai sviluppato la demenza. Un secondo gruppo aveva la patologia dell'MA e ha progredito fino alla malattia. Il terzo gruppo aveva la patologia, ma nessuna malattia.


I ricercatori hanno preso migliaia di immagini microscopiche del cervello dei soggetti. Queste immagini sono state poi trasformate in immagini 3D con un nuovo software esclusivo. Questo ha permesso alla squadra di guardare più in dettaglio la forma e le dimensioni di ogni immagine.


Ancora Herskowitz:

"Abbiamo notato che il gruppo di controllo aveva più spine dendritiche rispetto al gruppo di Alzheimer, che corrispondeva splendidamente ai dati storici esistenti.

"Ma abbiamo anche visto che anche il gruppo con la patologia di MA, ma senza malattia, aveva più spine rispetto al gruppo MA. In effetti, avevano approssimativamente la stessa densità di spine del gruppo di controllo. Quel che è ancora più emozionante è che il gruppo 'patologia ma senza malattia' aveva spine molto lunghe, più lunghe sia del gruppo di controllo che di quello con la malattia".


Herskowitz dice che le spine più lunghe hanno dimostrato grande plasticità, o capacità di muoversi. Ciò indica che potrebbero navigare attorno o attraverso le placche amiloidi nel loro sforzo di connettersi con altri neuroni. "Questo fornisce una spiegazione di perché alcune persone sono cognitivamente resistenti all'MA, anche se possiedono la tipica patologia del morbo", ha detto.


Herskowitz afferma che alta plasticità e densità di spine dendritiche in questa popolazione potrebbero essere genetiche. Un'altra teoria suggerisce che potrebbero essere il risultato di comportamenti sani di stile di vita, come la buona dieta e l'esercizio, che sono noti per essere protettivi contro la demenza. Può essere che la ragione per cui questi comportamenti sono protettivi è che contribuiscono a mantenere la salute, la plasticità e la densità delle spine.


I risultati offrono anche un nuovo obiettivo per rallentare o prevenire l'Alzheimer, in primo luogo, dice Herskowitz:

"Questo fornisce un obiettivo per farmaci che dovrebbero essere progettati per supportare e mantenere la salute delle spine dendritiche nel tentativo di ricostruire i neuroni o prevenire la loro perdita.

"Questi dati suggeriscono che è possibile ricostruire i neuroni. E siccome siamo meglio in grado di individuare l'aumento dell'amiloide e della tau all'inizio della progressione della malattia, anche prima che i sintomi si manifestino, potremmo offrire un giorno un farmaco che contribuisce a mantenere sane le spine dendritiche in chi ha la patologia di Alzheimer".

 

 

 


Fonte: Bob Shepard in University of Alabama at Birmingham (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Boros, B. D., Greathouse, K. M., Gentry, E. G., Curtis, K. A., Birchall, E. L., Gearing, M. and Herskowitz, J. H. (2017), Dendritic spines provide cognitive resilience against Alzheimer's disease. Ann Neurol., 82: 602–614. doi:10.1002/ana.25049

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.