Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Invertito l'Alzheimer dei topi ... eliminando l'enzima che fa funzionare i neuroni!?!

Invertito l'Alzheimer dei topi ... eliminando la proteina che fa funzionare i neuroni!?!Il cervello di un topo di 10 mesi con Alzheimer (a sinistra) è pieno di placche amiloidi (rosse) circondate da microglia attive (verde). Ma questi segni distintivi del morbo sono invertiti negli animali che hanno gradualmente perso l'enzima BACE1 (a destra). Fonte: Hu et al., 2018 Un team di ricercatori del Lerner Research Institute della Cleveland Clinic ha scoperto che rimuovendo gradualmente un enzima chiamato BACE1, si inverte completamente la formazione di placche di amiloide nel cervello dei topi con morbo di Alzheimer (MA), migliorando così la funzione cognitiva degli animali.


Lo studio, pubblicato ieri 14 febbraio sul Journal of Experimental Medicine, fa sorgere la speranza che i farmaci che prendono di mira questo enzima riescano a trattare con successo il MA negli esseri umani.


Uno dei primi eventi del MA è un accumulo anomalo di peptide amiloide-beta, che può formare grandi placche amiloidi nel cervello e interrompere la funzione delle sinapsi neuronali. Il BACE1, chiamato anche beta-secretasi, aiuta a produrre il peptide amiloide-beta mediante la scissione della 'proteina precursore dell'amiloide' (APP). Come potenziali trattamenti per il MA sono quindi sviluppati dei farmaci che inibiscono il BACE1, ma, poiché il BACE1 controlla molti processi importanti attraverso la scissione di proteine ​​diverse dall'APP, questi farmaci potrebbero avere seri effetti collaterali.


I topi completamente privi di BACE1 soffrono di gravi difetti nel neurosviluppo. Per capire se l'inibizione del BACE1 negli adulti potrebbe essere meno dannoso, Riqiang Yan e colleghi hanno generato topi che perdono gradualmente questo enzima via via che invecchiano. Questi topi si sono sviluppati normalmente e sembravano rimanere perfettamente sani nel tempo.


I ricercatori hanno poi incrociato questi roditori con topi che iniziano a sviluppare placche amiloidi e MA quando hanno 75 giorni. Anche la progenie risultante ha formato placche a questa età, pur se i loro livelli di BACE1 erano inferiori al normale di circa il 50%. Sorprendentemente, tuttavia, le placche hanno cominciato a scomparire quando i topi continuavano ad invecchiare e perdevano l'attività del BACE1, fino a quando, a 10 mesi di età, i topi non avevano affatto placche nel cervello.


"A nostra conoscenza, questa è la prima osservazione di un'inversione così drastica della deposizione di amiloide in qualsiasi studio sui topi modello di MA", dice Yan, che questa primavera si trasferirà all'Università del Connecticut come preside del dipartimento di neuroscienze.


La riduzione dell'attività del BACE1 ha anche determinato livelli più bassi di peptide amiloide-beta e ha invertito altri segni distintivi del MA, come l'attivazione delle cellule microgliali e la formazione di processi neuronali anomali. La perdita di BACE1 ha anche migliorato l'apprendimento e la memoria dei topi con MA.


E tuttavia, quando i ricercatori hanno fatto registrazioni elettrofisiologiche dei neuroni di questi animali, hanno scoperto che l'esaurimento del BACE1 ha ripristinato solo parzialmente la funzione sinaptica, suggerendo che il BACE1 potrebbe essere richiesto per un'attività sinaptica e una cognizione ottimale.


"Il nostro studio fornisce prove genetiche che la deposizione di amiloide preformata può essere completamente invertita con la deplezione sequenziale e aumentata di BACE1 nell'adulto", afferma Yan. "I nostri dati mostrano che gli inibitori del BACE1 hanno il potenziale di trattare i pazienti con Alzheimer senza tossicità indesiderata. Studi futuri dovrebbero sviluppare strategie per ridurre al minimo i deficit sinaptici derivanti da una significativa inibizione del BACE1, per dare il massimo di benefici ai malati di Alzheimer".

 

 

 


Fonte: Rockefeller University Press via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Xiangyou Hu, Brati Das, Hailong Hou, Wanxia He, Riqiang Yan. BACE1 deletion in the adult mouse reverses preformed amyloid deposition and improves cognitive functions. The Journal of Experimental Medicine, 2018; jem.20171831 DOI: 10.1084/jem.20171831

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.