Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rallentare gli orologi genetici per ritardare l'invecchiamento e le demenze

Rallentare gli orologi cellulari per ritardare l'invecchiamento e le demenze

Per capire il legame tra invecchiamento e malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (MA), degli scienziati dei National Institutes of Health hanno confrontato gli orologi genetici che ticchettano durante la vita di moscerini normali e mutanti.


Hanno scoperto che alterare l'attività di un gene chiamato Cdk5 sembrava far funzionare gli orologi più velocemente del normale e far invecchiare i moscerini più della loro età cronologica. Questo ha causato ai moscerini problemi a camminare o a volare più tardi nella vita, a mostrare segni di neurodegenerazione e a morire prima.


"Abbiamo cercato di districare il ruolo importante che l'invecchiamento sembra avere in alcuni dei più devastanti disordini neurologici", ha detto Edward Giniger PhD, ricercatore senior dell'Istituto Nazionale per i Disturbi Neurologici e Ictus dei NIH e autore senior dello studio pubblicato su Disease Models & Mechanisms. "I nostri risultati suggeriscono che i disturbi neurodegenerativi possono accelerare il processo di invecchiamento".


In media, i moscerini normali in questo studio vivevano 47 giorni. Per creare un orologio genetico, il team del Dr. Giniger ha misurato i livelli di ogni gene codificato nelle molecole di RNA messaggero delle cellule della testa e del corpo dei moscerini a 3, 10, 30 e 45 giorni dopo la nascita. Ciò ha consentito ai ricercatori di usare tecniche avanzate di analisi per cercare i geni che sembravano essere sensibili all'invecchiamento e creare una curva standard, o linea del tempo, che descrivesse il modo in cui erano cambiati.


Quando hanno eseguito gli stessi esperimenti su moscerini mutanti di 10 giorni di età, e hanno confrontato i risultati con la curva standard, hanno scoperto che gli animali erano 'più anziani' della loro età cronologica. L'alterazione dell'attività del Cdk5 ha fatto apparire geneticamente il loro cervello come se avesse circa 15 giorni e il loro corpo circa 20 giorni.


Studi preclinici suggeriscono che Cdk5 è un gene importante per il normale cablaggio del cervello durante lo sviluppo iniziale e può essere coinvolto in alcune malattie neurodegenerative, tra cui la SLA, il morbo di Parkinson e l'Alzheimer. In questo studio, il team del Dr. Giniger ha scoperto che l'eliminazione o l'aumento dell'attività del Cdk5 oltre i livelli normali ha ridotto la vita dei moscerini a circa 30 giorni.


Dopo i 10 giorni di età, le manipolazioni hanno ridotto la distanza che i moscerini potevano salire su dei tubi e le alterazioni hanno indotto quelli anziani ad avere segni di neurodegenerazione, compresi livelli oltre alla norma di morte e degradazione delle cellule cerebrali.


Ulteriori analisi hanno dimostrato che l'alterazione dell'attività del Cdk5 ha cambiato il livello di diversi gruppi di geni, anch'essi interessati dall'invecchiamento, compresi quelli che controllano l'immunità, l'energia e l'attività antiossidante.


Per esaminare ulteriormente questa idea, i ricercatori hanno testato la forza delle difese antiossidanti dei moscerini contro le versioni tossiche di diverse sostanze chimiche presenti nelle cellule, chiamate radicali liberi di ossigeno. Gli esperimenti iniziali hanno mostrato che l'invecchiamento riduce queste difese nei moscerini normali.


Quelli sani di tre giorni vivevano per circa 100 ore dopo l'esposizione ai radicali liberi e quel tempo diminuiva con l'età. Al contrario, le difese dei moscerini mutanti Cdk5 erano molto più deboli poiché morivano prima dei coetanei di controllo, a qualsiasi età.


"I nostri risultati suggeriscono che l'invecchiamento potrebbe non solo predisporre un individuo alla degenerazione, come pensavamo. L'accelerazione dell'invecchiamento può in realtà essere parte del meccanismo attraverso il quale la malattia degenerativa distrugge la struttura e la funzione del cervello", ha affermato il dott. Giniger. "Speriamo che il nostro approccio possa aiutare i ricercatori a districare i misteri che stanno dietro a diversi disturbi neurodegenerativi".


Il suo team progetta di continuare a studiare il ruolo dell'invecchiamento nel processo di neurodegenerazione.

 

 

 


Fonte: NIH/National Institute of Neurological Disorders and Stroke (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Joshua Spurrier, Arvind Kumar Shukla, Kristina McLinden, Kory Johnson, Edward Giniger. Altered expression of the Cdk5 activator-like protein, Cdk5α, causes neurodegeneration, in part by accelerating the rate of aging. Disease Models & Mechanisms, 2018; 11 (3): dmm031161 DOI: 10.1242/dmm.031161

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.