Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Modifiche nel cervello tipiche dell'Alzheimer, scoperte nel cervello di anziani normali

Utilizzando due tecnologie di imaging del cervello, ricercatori hanno scoperto che anziani apparentemente normali con depositi di beta amiloide cerebrale (il componente principale delle placche presente nel cervello dei pazienti con Alzheimer) avevano anche cambiamenti della struttura del cervello simili a quelli osservati nei pazienti di Alzheimer.

I risultati dello studio, che è stato anticipato online sugli Annals of Neurology, può aiutare a identificare i candidati per le terapie che prevengono lo sviluppo della demenza.

"I nostri risultati supportano la teoria che l'Alzheimer inizia molti anni prima della comparsa dei sintomi e che la placca amiloide è un segno precoce di questo processo", dice Keith Johnson, MD, del Massachusetts General Hospital (MGH) Imaging, autore senior dello studio. "Noi vediamo che quando sono presenti depositi di amiloide, anche in soggetti cognitivamente normali, le alterazioni degenerative dell'Alzheimer sono in corso. Sono in corso studi a lungo termine per monitorare questi cambiamenti e osservare la loro evoluzione". La diagnosi definitiva dell'Alzheimer ha bisogno di trovare con l'autopsia le placche amiloidi e i grovigli neurofibrillari nel cervello. In anni recenti è stato possibile rilevare gli amiloidi nel cervello di viventi per mezzo di sacnsioni PET con un agente di imaging noto come Pittsburgh Compound B (PIB). Placche sono state osservate nel cervello di individui apparentemente sani, così come quelli con demenza, ma non è ancora assodato che la presenza di placche indichi le fasi iniziali dell'Alzheimer.

Gli studi con risonanza magnetica alta risoluzione hanno identificato i cambiamenti caratteristici della struttura del cervello (diradamento delle principali regioni corticali e riduzione dl volume di strutture come l'ippocampo) nelle persone con decadimento cognitivo lieve, in soggetti noti per trasportare le mutazioni genetiche che causano direttamente l'Alzheimer malattia, e in pazienti a cui è stato diagnosticato il morbo. Un recente studio ha riportato alterazioni cerebrali simili in alcuni anziani cognitivamente normali, ma non ha distinto coloro che avevano depositi di amiloide dagli altri. Questo studio ha coinvolto 87 anziani cognitivamente normali e 32 con diagnosi di Alzheimer lieve, appaiati per età, sesso e istruzione, che si erano iscritti nell'Harvard Brain Aging Study di lungo termine. I partecipanti sono stati sottoposti sia a RM ad alta risoluzione della struttura del cervello sia alla PET con PiB per rilevare placche amiloidi.

I risultati hanno mostrato che i soggetti cognitivamente normali con placche amiloidi avevano anche avuto dei cambiamenti strutturali simili, ma meno pronunciati, dei cambiamenti neurodegenerativi visti in pazienti sintomatici. I cambiamenti strutturali sono stati più evidenti nelle zone che comprendono quella che viene chiamata la 'rete predefinita', conosciuta per essere influenzata precocemente nel corso dell'Alzheimer. "Se l'amiloidosi (i depositi di placche amiloidi) nel cervello di persone clinicamente normali è associata a neurodegenerazione simile all'Alzheimer, quindi l'amiloidosi stessa può significare Alzheimer 'preclinico' " dice Johnson, un professore associato di Radiologia presso la Harvard Medical School. "Abbiamo bisogno di imparare di più su quanto tempo impiega una persona normale con amiloide a sviluppare l'AD, se ci sono fattori critici di 'seconda istanza' che convertono l'amiloidosi nell'Alzheimer, e se ci sono misure che possono arrestare il processo di neurodegenerazione."

Alex Becker, PhD, del MGH Imaging, è l'autore principale del documento negli Annals of Neurology. Ulteriori co-autori sono Jeremy Carmasin, Jacqueline Maye, Bruce Fischl, MD, e Douglas Greve, PhD, MGH Imaging; Trey Hedden, PhD e Deepti Putcha, Martinos Center for Biomedical Imaging a MGH; Dorene Rentz, PsyD, Gad Marshall, MD e Reisa Sperling, MGH e Brigham and Women's Neurology; Randy Buckner, PhD, Psichiatria MGH; Stephan Salloway, MD, Brown University, Donald Marks, MD, della Tufts University School of Medicine. Lo studio è stato sostenuto da sovvenzioni dei National Institutes of Health, Massachusetts Alzheimer's Disease Research Center, Howard Hughes Medical Institute, della Alzheimer's Association e il Charles Farnsworth Trust.

 


Fonte: Materiale del Massachusetts General Hospital, via EurekAlert!, un servizio di AAAS. 

Riferimento: J. Alex Becker, Trey Hedden, Jeremy Carmasin, Jacqueline Maye, Dorene M. Rentz, Deepti Putcha, Bruce Fischl, Douglas N. Greve, Gad A. Marshall, Stephen Salloway, Donald Marks, Randy L. Buckner, Reisa A. Sperling, Keith A. Johnson. Amyloid-β associated cortical thinning in clinically normal elderly . Annals of Neurology , 2011; DOI: 10.1002/ana.22333.

Pubblicato su ScienceDaily il 1 Apr 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.