Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno demenza

Perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno demenzaL'amiloide si interpone nello spazio tra due neuroni chiamato sinapsi, impedisce il passaggio di neurotrasmettitori e blocca la comunicazione. (Fonte: Mohamed Kamar/SlideShare)

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune persone che hanno marcatori cerebrali dell'Alzheimer non sviluppano mai la classica demenza come capita agli altri. Lo studio è ora disponibile sul Journal of Alzheimer's Disease.


Il morbo di Alzheimer (MA), la forma più comune di demenza, colpisce più di 5 milioni di americani. Le persone che soffrono di MA sviluppano un accumulo di due proteine ​​che compromettono le comunicazioni tra le cellule nervose nel cervello: placche composte di proteine amiloide-beta e grovigli neurofibrillari fatti di proteine ​​tau.


Curiosamente [e fortunatamente] non tutte le persone con questi segni di MA mostrano un declino cognitivo durante la loro vita. La domanda è ora: cosa distingue queste persone da quelle con le stesse placche e grovigli che sviluppano la caratteristica demenza?


Giulio Taglialatela, direttore del Mitchell Center for Neurodegenerative Diseases, ha dichiarato:

"In studi precedenti, abbiamo scoperto che, anche se persone senza demenza con neuropatologia del MA avevano placche amiloidi e grovigli neurofibrillari proprio come le persone con demenza, le proteine ​​tossiche amiloide-beta e tau non si accumulavano sulle sinapsi, il punto di comunicazione tra le cellule nervose.

"Quando le cellule nervose non possono comunicare a causa dell'accumulo di queste proteine ​​tossiche che interrompono la sinapsi, il pensiero e la memoria vengono compromessi. La domanda chiave successiva è stata quindi cosa rende le sinapsi di questi individui resilienti capaci di rifiutare il legame disfunzionale di amiloide-beta e tau?"


Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno usato l'elettroforesi e la spettrometria di massa ad alta velocità per analizzare la composizione proteica delle sinapsi isolate dal tessuto cerebrale congelato, donato da persone che avevano partecipato a studi sull'invecchiamento del cervello, e che avevano ricevuto valutazioni neurologiche e neuropsicologiche annuali durante la loro vita. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: quelli con demenza di MA, quelli con caratteristiche del MA ma senza segni di demenza e quelli senza alcuna evidenza di MA.


I risultati hanno mostrato che gli individui resilienti possedevano una firma unica di proteina sinaptica che li distingueva sia dai pazienti con MA che dai soggetti normali senza patologia MA.


Taglialatela ha affermato che questa composizione proteica esclusiva può comportare la resistenza sinaptica all'amiloide-beta e alla tau, consentendo a queste persone fortunate di rimanere cognitivamente intatte nonostante abbiano patologie simili al MA.


"Non conosciamo ancora i meccanismi esatti responsabili di questa protezione", ha affermato Taglialatela. "La comprensione di tali processi biologici protettivi potrebbe rivelare nuovi obiettivi per lo sviluppo di trattamenti efficaci contro l'Alzheimer".

 

 

 


Fonte: University of Texas (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Olga Zolochevska, Nicole Bjorklund, Randall Woltjer, John E. Wiktorowicz, Giulio Taglialatela. Postsynaptic Proteome of Non-Demented Individuals with Alzheimer’s Disease Neuropathology. Journal of Alzheimer's Disease, vol. Pre-press, no. Pre-press, pp. 1-24, 2018. DOI: 10.3233/JAD-180179

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)