Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Computer, artigianato e giochi possono rallentare o prevenire la perdita di memoria da età?

Un nuovo studio ha scoperto che le attività che stimolano la mente, come il computer, i giochi, l'artigianato e le attività sociali sono legate ad un rischio minore, o a un ritardo, della perdita di memoria legata all'età, chiamata 'lieve decadimento cognitivo' e che anche il tempo e il numero di queste attività possono avere un ruolo.


Lo studio è stato pubblicato il 10 luglio 2019 online su Neurology®.


Il lieve deterioramento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment) è una condizione medica comune nell'invecchiamento. Anche se è collegato a problemi di pensiero e memoria, non è la stessa cosa della demenza.


Le persone con MCI hanno sintomi più lievi. Possono lottare per completare compiti complessi o avere difficoltà a comprendere le informazioni che hanno letto, mentre le persone con demenza hanno problemi nelle attività quotidiane come vestirsi, fare il bagno e mangiare in modo indipendente. Tuttavia, vi sono forti prove del fatto che l'MCI può essere un precursore della demenza.


L'autore senior dello studio Yonas E. Geda MD/MSc, della Mayo Clinic di Scottsdale in Arizona, membro dell'American Academy of Neurology, ha scritto:

"Al momento non ci sono farmaci che trattano efficacemente l'MCI, la demenza o l'Alzheimer, quindi c'è un crescente interesse per i fattori dello stile di vita che possono aiutare a rallentare l'invecchiamento del cervello, che si ritiene contribuisca ai problemi di pensiero e di memoria, fattori a basso costo e fruibili da chiunque.

"Il nostro studio ha esaminato attentamente la frequenza con cui le persone hanno partecipato alle attività di stimolazione mentale sia nell'età di mezzo che in quella successiva, con l'obiettivo di esaminare quando tali attività possono essere più utili per il cervello".


Per lo studio, i ricercatori hanno identificato 2.000 persone con un'età media di 78 anni che non presentavano MCI. All'inizio dello studio, i partecipanti hanno compilato un questionario sulla frequenza con cui hanno preso parte a 5 tipi di attività di stimolazione mentale durante la mezza età (tra i 50 e i 65 anni) e in età avanzata (dai 66 anni in poi).


I partecipanti sono stati quindi sottoposti a test di pensiero e memoria ogni 15 mesi e sono stati seguiti per una media di cinque anni. Durante lo studio, 532 partecipanti hanno sviluppato MCI.


I ricercatori hanno scoperto che l'uso di un computer in mezza età era associato a un rischio inferiore del 48% di MCI. Un totale di 15 persone su 532 che hanno sviluppato l'MCi (2%) hanno usato un computer in mezza età rispetto a 77 su 1.468 persone senza MCI (5%). L'uso di un computer in età avanzata era associato a un rischio inferiore del 30% e l'uso di un computer sia in mezza età che in età avanzata era associato a un rischio inferiore del 37% di sviluppare problemi di pensiero e memoria.


Impegnarsi in attività sociali, come andare al cinema o uscire con gli amici, o giocare a carte o fare parole crociate, sia nella mezza età che nella vita successiva erano associati ad un rischio inferiore del 20% di sviluppare MCI. Le attività artigianali erano associate a un rischio inferiore del 42%, ma solo nell'età avanzata.


Maggiore è il numero di attività svolte dalle persone durante la vecchiaia, minori sono le probabilità che sviluppino MCI. Le probabilità, rispetto a quelli che non avevano partecipato ad alcuna attività, erano meno 28% con 2 attività, -45% con 3 attività, -56% con 4 attività e -43% con 5 attività.


"Il nostro studio era osservazionale, quindi è importante sottolineare che, anche se abbiamo trovato collegamenti tra un minor rischio di sviluppare MCI e varie attività mentalmente stimolanti, è possibile che invece che essere le attività a ridurre il rischio, sia la presenza di MCI a impedire alle persone di partecipare a queste attività così spesso", ha detto Geda. "Sono necessarie ulteriori ricerche per approfondire ulteriormente le nostre scoperte".


Uno dei punti di forza dello studio era il grande numero di partecipanti; tuttavia un limite era che ai partecipanti veniva chiesto di ricordare la frequenza di partecipazione ad attività di stimolazione mentale in mezza età, fino a due decenni prima dell'inizio dello studio, e la loro memoria potrebbe non essere stata del tutto accurata.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Janina Krell-Roesch, Jeremy A. Syrjanen, Maria Vassilaki, Mary M. Machulda, Michelle M. Mielke, David S. Knopman, Walter K. Kremers, Ronald C. Petersen, Yonas E. Geda. Quantity and quality of mental activities and the risk of incident mild cognitive impairment. Neurology, 10 July 2019, DOI: 10.1212/WNL.0000000000007897

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)