Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Memorizziamo gli eventi in una mappa temporale nella corteccia entorinale

Virtual city for navigation testI partecipanti hanno appreso una sequenza di eventi navigando su un percorso in una città virtuale (Fonte: © MPI CBS / Bellmund)

Spesso ricordiamo con facilità la cronologia degli eventi. Possiamo dire agli altri quanto tempo è trascorso tra due eventi e quale si è verificato per primo. Apparentemente, i ricordi degli eventi nel cervello sono collegati quando accadono uno vicino all'altro.


Una parte del lobo temporale mediale, la corteccia entorinale, sembra avere un ruolo importante. Ma in che modo questa parte del cervello, situata vicino all'amigdala e all'ippocampo, contribuisce alla costruzione di un ricordo?


Da un esperimento che ha combinato l'apprendimento nella realtà virtuale e le scansioni del cervello, un team di ricercatori, guidato da Jacob Bellmund e Christian Doeller, spiega come è creata una mappa temporale dei ricordi nella corteccia entorinale.


Per capire questo aspetto della memoria, gli scienziati hanno chiesto a 26 soggetti di imparare una sequenza di eventi navigando su un percorso in una città virtuale. Dovevano ricordare quando erano apparsi alcuni oggetti lungo il percorso e dove si trovavano nella città. I partecipanti incontravano dei forzieri lungo il percorso, che dovevano aprire. Ogni cassa conteneva un oggetto diverso che veniva visualizzato su uno schermo nero quando la cassa veniva aperta.


Dopo l'apprendimento, i ricercatori hanno usato uno scanner MRI per misurare la modalità di visualizzazione di questi eventi nel cervello, mostrando ai partecipanti le immagini in ordine casuale.


"Gli eventi che si sono verificati in prossimità temporale sono rappresentati da schemi di attivazione simili nella corteccia entorinale"
, ha spiegato Jacob Bellmund. “Ciò significa che quando ha visto oggetti che erano vicini in termini temporali lungo il percorso, questa parte del cervello ha reagito in modo simile. Erano quindi più simili tra loro rispetto ai modelli di attivazione degli eventi che erano avvenuti a intervalli più lunghi".


Pertanto, i modelli di attivazione della corteccia entorinale riflettevano una sorta di mappa delle relazioni temporali degli eventi. Gli scienziati non potevano però osservare le relazioni spaziali degli eventi, ovvero la distanza tra gli oggetti in linea d'aria.


Hanno usato un trucco per studiare lo spazio e il tempo in modo indipendente: tre teletrasporti lungo il percorso 'trasmettevano' immediatamente i partecipanti verso un'altra parte della città, dove i partecipanti continuavano a navigare lungo il percorso. "Questa manipolazione ci ha permesso di variare le distanze temporali e spaziali tra coppie di oggetti in modo che la distanza spaziale potesse essere grande, ma la distanza temporale molto piccola", ha spiegato Bellmund.


Il ricordo dei partecipanti di eventi in un successivo test di memoria è stato influenzato da quanto era distinta la mappa temporale degli eventi nella corteccia entorinale. È stato chiesto loro di ricordare liberamente tutti gli oggetti incontrati lungo il percorso nell'ordine in cui venivano in mente. I partecipanti con una mappa temporale esatta nella corteccia entorinale hanno ricordato gli eventi avvenuti in prossimità temporale, uno dopo l'altro. Hanno elencato gli oggetti in ordine, come se stessero camminando di nuovo mentalmente sul percorso.


Nel loro insieme, questi risultati mostrano che la corteccia entorinale mappa la sequenza temporale degli eventi e che questa mappa temporale influenza il modo in cui recuperiamo i ricordi. Questi risultati suggeriscono che il nostro cervello immagazzina i nostri delle esperienze in modo temporalmente organizzato.

 

 

 


Fonte: Max Planck Institutes (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jacob LS Bellmund, Lorena Deuker, Christian F Doeller. Mapping sequence structure in the human lateral entorhinal cortex. eLife, 6 Aug 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)