Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli adulti fisicamente più in forma hanno anche un cervello migliore

In un ampio studio, scienziati tedeschi hanno dimostrato che la forma fisica è associata a una migliore struttura e funzionamento del cervello nei giovani adulti.


Ciò apre la possibilità che l'aumento dei livelli di forma fisica possa portare a una migliore capacità cognitiva, come memoria e risoluzione dei problemi, nonché a migliori cambiamenti strutturali nel cervello. Questo lavoro è stato presentato al Congresso ECNP di Copenaghen, con pubblicazione simultanea sulla rivista scientifica Scientific Reports.


Gli scienziati hanno precedentemente dimostrato che "l'esercizio fisico fa bene al cervello", ma la maggior parte degli studi non ha controllato le cause sottostanti che potrebbero dare risultati distorti, come peso corporeo, livelli di glucosio nel sangue, stato di istruzione, età e altri fattori, rendendo difficile avere una visione d'insieme dei benefici. Inoltre, raramente gli studi hanno esaminato la forma fisica in rapporto sia con la struttura del cervello che con le funzioni mentali.


Gli scienziati hanno usato un database disponibile al pubblico di 1.206 scansioni cerebrali con risonanza magnetica (MRI) del progetto Human Connectome, fornite da volontari che volevano contribuire alla ricerca scientifica. I volontari (età media di 30 anni) sono stati sottoposti ad ulteriori test. Il primo test è stato una 'camminata di due minuti', in cui a ciascuna persona è stato chiesto di camminare il più velocemente possibile per 2 minuti, e poi è stata misurata la distanza. I volontari si sono quindi sottoposti a una serie di test cognitivi, per misurare cose come memoria, nitidezza, giudizio e ragionamento.


La guida del gruppo, il dott. Jonathan Repple (University Hospital Muenster, Germania) ha dichiarato: "La grande forza di questo lavoro è la dimensione del database. Normalmente quando si ha a che fare con studi di MRI, un campione di 30 persone è piuttosto buono, ma l'esistenza di questo ampio database MRI ci ha permesso di eliminare possibili fattori fuorvianti e ha rafforzato considerevolmente l'analisi".


I test hanno dimostrato due punti principali: prestazioni migliori nel test di camminata di 2 minuti dei giovani adulti sani sono associate a migliori prestazioni cognitive e alla integrità strutturale della sostanza bianca nel cervello (sappiamo che la sostanza bianca sana migliora il velocità e la qualità delle connessioni nervose nel cervello).


Repple ha continuato dicendo:

"Ci ha sorpreso vedere che anche in una popolazione giovane le prestazioni cognitive diminuiscono quando i livelli di forma fisica diminuiscono. Sapevamo che questo potrebbe essere importante in una popolazione anziana che non ha necessariamente una buona salute, ma vederlo accadere in 30enni è sorprendente; questo ci porta a credere che un livello base di forma fisica possa essere un fattore di rischio prevenibile per la salute del cervello.

"Questo tipo di studio solleva una domanda importante. Vediamo che le persone più in forma hanno una migliore salute del cervello, quindi ora dobbiamo chiederci se rendere effettivamente le persone più in forma migliora la salute del loro cervello. Scoprirlo è il nostro prossimo passo. Ci sono alcune prove che puntano in quella direzione, ma se possiamo dimostrarlo usando un database così grande, questo sarebbe molto significativo".


Commentando la ricerca, il professor Peter Falkai (Clinica universitaria, Monaco, Germania, non coinvolto nella ricerca) ha dichiarato:

"Questo è uno studio trasversale importante che dimostra una solida correlazione tra salute fisica e funzionamento cognitivo in un'ampia coorte di giovani adulti sani. Questa correlazione è stata provata da cambiamenti nello stato della materia bianca del cervello a sostegno dell'idea che una migliore macro-connettività è correlata a un migliore funzionamento del cervello.

"Sottolinea l'importanza dell'attività fisica in tutte le fasi della vita e, come suggeriscono prove preliminari recenti (Rif. 2), che si può iniziare a migliorare la salute fisica anche nell'anzianità, anche se non ci si è mai allenati prima. Queste scoperte tuttavia devono essere replicate in studi longitudinali e tradotte per l'uso nelle malattie mentali".

 

 

 


Fonte: European College of Neuropsychopharmacology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Nils Opel, Stella Martin, Susanne Meinert, Ronny Redlich, Verena Enneking, Maike Richter, Janik Goltermann, Andreas Johnen, Udo Dannlowski, Jonathan Repple. White matter microstructure mediates the association between physical fitness and cognition in healthy, young adults. Scientific Reports, 9 Sep 2019, DOI
  2. Alexander Mok, Kay-Tee Khaw, Robert Luben, Nick Wareham, Soren Brage. Physical activity trajectories and mortality: population based cohort study. BMJ, 26 June 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)