Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Team rileva precocemente l'Alzheimer usando cartelle cliniche elettroniche

Un team di scienziati del Massachusetts General Hospital (MGH) ha sviluppato un software che scansiona le cartelle cliniche elettroniche (EHR, electronic health records) per stimare il rischio di una persona sana di ricevere una diagnosi di demenza in futuro.


Il loro algoritmo usa l'apprendimento automatico per creare innanzitutto un elenco di termini clinici chiave associati ai sintomi cognitivi identificati dagli esperti clinici. Successivamente, i ricercatori hanno usato l'elaborazione della lingua nazionale (NLP, national language processing) per setacciare le EHR in cerca di tali termini. Infine, hanno usato questi risultati per stimare il rischio dei pazienti di sviluppare la demenza.


"La cosa più eccitante è che siamo in grado di prevedere il rischio di una nuova diagnosi di demenza fino a otto anni prima", afferma Thomas McCoy Jr. MD, primo autore della ricerca pubblicata questa settimana su Alzheimer’s & Dementia. Il team comprendeva membri del Center for Quantitative Health del MGH e della Università di Harvard. Lo studio ha incluso dati di 267.855 pazienti ricoverati in uno dei due sistemi ospedalieri. È emerso che il 2,4% dei pazienti ha sviluppato una demenza negli 8 anni di studio.


La diagnosi precoce della demenza potrebbe essere uno dei passi più importanti per migliorare l'assistenza e trovare trattamenti veramente efficaci per essa. Il morbo di Alzheimer (MA) colpisce attualmente oltre 5,5 milioni di americani e, con l'invecchiamento della popolazione, si prevede che il numero aumenterà.


Gli attuali strumenti di rilevazione precoce richiedono una raccolta aggiuntiva di dati, potenzialmente costosa. Lo strumento sviluppato al MGH si basa interamente su software che usa meglio dati già generati durante le cure cliniche di routine. Questo approccio basato su software per la rilevazione precoce del rischio ha il potenziale di accelerare gli sforzi di ricerca volti a rallentare la progressione o invertire precocemente la malattia.


McCoy osserva che "questo metodo è stato originariamente sviluppato come strumento generale di valutazione dei 'sintomi cognitivi'. Ma siamo riusciti ad applicarlo in modo da rispondere a domande particolari sulla demenza". In altre parole, un rilevatore di sintomi cognitivi generali si è rivelato utile per stratificare il rischio di demenza. Ha spiegato che "questo studio contribuisce al corpus crescente di lavori sull'utilità del calcolo dei punteggi del peso dei sintomi generali su diverse condizioni neuropsichiatriche".


Studi precedenti condotti da McCoy e dai suoi colleghi avevano usato questo tipo di strumenti per prevedere il rischio di suicidio e morte accidentale, nonché la probabilità e la durata del ricovero in pronto soccorso di bambini con sintomi psichiatrici. Quest'ultimo studio suggerisce che lo strumento può essere applicato in modo adeguato a domande più specifiche su altre malattie del cervello.


"Dobbiamo rilevare la demenza prima possibile per avere la migliore opportunità di piegare la curva", afferma Roy Perlis MD, autore senior dello studio e direttore del Center for Quantitative Health del MGH. "Con questo approccio stiamo usando dati clinici già presenti nella cartella clinica, che non chiedono nient'altro che essere impiegati".


I ricercatori sperano che questo strumento possa essere usato per accelerare la ricerca:

"Questo approccio potrebbe essere duplicato in tutto il mondo, dandoci più dati e più prove per esperimenti che esaminano potenziali trattamenti", afferma Rudolph Tanzi PhD, membro del gruppo di ricerca, vicepresidente di neurologia e condirettore del MGH McCance Center for Brain Health al MGH Institute for Neurodegenerative Diseases.

 

 

 


Fonte: Massachusetts General Hospital (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Thomas McCoy Jr., Larry Han, Amelia Pellegrini, Rudolph Tanzi, Sabina Berretta, Roy Perlis. Stratifying risk for dementia onset using large-scale electronic health record data: a retrospective cohort study. Alzheimer's & Dementia, 17 Dec 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.