Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Demenze: in aumento anche tra gli ultraottantenni in Italia

Uno studio, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Alzheimer’s & Dementia, durato più di 16 anni, ideato e condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, sostenuto dal costante supporto della Fondazione Italo Monzino, ha dimostrato che l’incidenza della demenza (i nuovi casi in un determinato periodo) continua a crescere anche nelle età più avanzate, quelle per cui i dati esistenti erano assai scarsi o assenti: dall’8% negli ultraottantenni, al 14% negli ultranovantenni, al 22% nei centenari, fino al 48% tra le persone di 105 o più anni di età.            


Lo studio, denominato Monzino 80-plus, avviato nel 2002 in provincia di Varese, e che ha coinvolto più di 2.500 soggetti, di cui 267 centenari, ha consentito per la prima volta di stimare l’incidenza della demenza anche negli ultracentenari della popolazione generale.


Attualmente in Italia si registrano circa 350.000 nuovi casi di demenza ogni anno, due terzi dei quali fra i grandi anziani di 80 o più anni. La demenza colpisce principalmente i grandi anziani: circa due terzi dei casi hanno 80 o più anni di età, sia che si tratti del totale dei casi esistenti (prevalenza), sia di quelli nuovi (incidenza).  Con il crescente invecchiamento della popolazione, questa proporzione è destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi decenni.


Nel 1996, il Writing Committee dell’International Conference della rivista Lancet sul “Challenge of the dementias” metteva in evidenza come la stima dell'incidenza della demenza nei grandi anziani, il segmento della popolazione generale con il più alto tasso di crescita, fosse uno dei quesiti centrali nello studio delle demenze ancora in attesa di risposta.


A oggi, il Monzino 80-plus è il più grande studio effettuato sui grandi anziani con una metodologia di grande rigore cui è stato assegnato un ranking molto elevato.


Lo studio è stato, inoltre, in grado di mostrare come l’apparente rallentamento nella crescita esponenziale dell’incidenza di demenza con l’avanzare dell’età sia in realtà il risultato del parallelo aumento del rischio di morte col progredire dell’età. Qualora si trascuri l’effetto della mortalità, infatti, il rischio continua invece a crescere rapidamente anche nelle età più avanzate.


La relazione tra età e incidenza della demenza risulta così modellata dall'interazione di tre fattori fra loro correlati: il processo di invecchiamento (ovvero l'accumulo nel tempo di cambiamenti e danni responsabili del declino funzionale), i vari fattori di rischio di decadimento cognitivo nel corso della vita e il crescente rischio di morte con l’avanzare dell’età.


Ugo Lucca, Capo del Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche MarioNegri IRCCS, sostiene:

Attualmente, le ricerche sulla demenza continuano a concentrarsi principalmente sul giovane anziano, nonostante i risultati in questa classe di età non siano generalizzabili ai grandi anziani. Essendo il segmento di popolazione a più alto rischio di demenza, i grandi anziani dovranno dunque diventare l'obiettivo principale della ricerca se si vorranno sviluppare strategie di trattamento veramente efficaci e promuovere interventi preventivi di salute pubblica in grado di ridurre realmente l’enorme impatto della demenza sull'individuo e la società".

 

 

 


Fonte: Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

Riferimenti: Ugo Lucca, Mauro Tettamanti, Pietro Tiraboschi, Giancarlo Logroscino, Cristina Landi, Leonardo Sacco, Mariateresa Garrì, Sonia Ammesso, Anna Biotti, Elena Gargantini, Alessandro Piedicorcia, Sara Mandelli, Emma Riva, Alessia A. Galbussera, Angela Recchia. Incidence of dementia in the oldest-old and its relationship with age: The Monzino 80-plus population-based study. Alzheimer's & Dementia, 27 Nov 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.