Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sia la genetica che la salute cardiovascolare influenzano il rischio di demenza

Gli individui con fattori di rischio genetico per la demenza possono comunque ridurre il loro rischio, migliorando la loro salute cardiovascolare. Un nuovo studio eseguito alla Boston University (BU) rileva che i geni e la salute cardiovascolare possono sia alzare che abbassare il rischio di demenza.


Pubblicato sulla rivista Neurology, lo studio riferisce che la variante genetica comune associata alla demenza, il genotipo l'APOE ε4, può più che raddoppiare il rischio di demenza, ma che una buona salute cardiovascolare può dimezzare il rischio di demenza. Questi effetti sono additivi, il che significa che i geni e la salute cardiovascolare possono aumentare o diminuire in modo indipendente il rischio di una persona di sviluppare la demenza.


"Il solo possedere un rischio genetico alto di demenza non significa che non si può ridurre il rischio attraverso l'adozione di uno stile di vita più sano", dice la prima autrice dello studio dott.ssa Gina Peloso, assistente professoressa di biostatistica alla BU.


La Peloso e i colleghi hanno usato i dati di 1.211 partecipanti alla coorte progenie del Framingham Heart Study gestito alla BU, lo studio sulle malattie cardiovascolari più lungo degli Stati Uniti, iniziato nel 1948, la cui coorte della prole è composta dai figli dei partecipanti originali e dei loro coniugi. L'analisi ha incluso informazioni genetiche, i dati della salute cardiovascolare dal 1991-1995, e i dati dei test normali sulla demenza del Framingham Heart Study iniziati nel 1998-2001.


I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti con un punteggio alto di rischio genetico, sulla base di diverse varianti genetiche comuni, avevano una probabilità 2,6 volte più alta di sviluppare la demenza rispetto ai partecipanti con un punteggio basso di rischio genetico.


I ricercatori hanno anche esaminato separatamente il genotipo APOEε4 associato alla demenza, presente nel 10-15% della popolazione generale, e hanno scoperto che i partecipanti con almeno un allele APOEε4 avevano una probabilità 2,3 volte più alta di sviluppare la demenza rispetto ai partecipanti senza allele.


Ricerche precedenti avevano suggerito che la salute cardiovascolare influenza il rischio di demenza e di Alzheimer di una persona. Per questo studio, i ricercatori hanno valutato i partecipanti sui 7 componenti di salute cardiovascolare dell'American Heart Association: attività fisica, colesterolo, dieta sana, pressione arteriosa, peso, glicemia e fumo.


E hanno scoperto che i partecipanti con un punteggio favorevole di salute cardiovascolare avevano una probabilità inferiore del ​​55% di sviluppare la demenza rispetto ai partecipanti con un punteggio sfavorevole. I ricercatori non hanno trovato alcuna interazione tra punteggio di rischio genetico o APOEε4 e la salute cardiovascolare, indicando che questi fattori di rischio incidono in modo indipendente sul rischio di demenza.


L'autrice senior dello studio dott.ssa Sudha Seshadri, direttrice e fondatrice del Glenn Biggs Institute for Alzheimer's and Neurodegenerative Diseases della University of Texas di San Antonio, professoressa di neurologia alla BU e ricercatrice principale del Framingham Heart Study in neurologia, dice:

"Insistiamo da tempo che la genetica non è un destino, che si può abbassare con scelte di vita sane l'impatto della tua storia di famiglia e del rischio genetico. Questo è vero per le persone con rischio genetico basso di demenza e anche per quelle con rischio genetico alto, per cui non è mai troppo presto né troppo tardi per adottare uno «stile di vita sana per il cuore»".

 

 

 


Fonte: Boston University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Gina Peloso, Alexa Beiser, Claudia Satizabal, Vanessa Xanthakis, Ramachandran Vasan, Matthew Pase, Anita Destefano, Sudha Seshadri. Cardiovascular health, genetic risk, and risk of dementia in the Framingham Heart Study. Neurology, 20 July 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)