Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo farmaco guida cellule staminali al punto richiesto, migliorando la loro capacità di guarire

maturing neural stem cells csbp nCellule staminali neurali maturano negli astrociti (giallo).

Degli scienziati del Sanford Burnham Prebys hanno creato un farmaco in grado di attirare le cellule staminali sul tessuto danneggiato e di migliorare l'efficacia del trattamento, un progresso importante per il campo della medicina rigenerativa.


La scoperta, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, potrebbe migliorare le attuali terapie delle cellule staminali progettate per trattare disturbi neurologici come lesioni del midollo spinale, ictus, sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e altri disturbi neurodegenerativi, ed espandere il loro uso a nuove condizioni, come le malattie cardiache o l'artrite.


"La capacità di indicare a una cellula staminale dove andare nel corpo o in una particolare regione di un dato organo è il Santo Graal per la medicina rigenerativa", dice il professore Evan Snyder MD/PhD, direttore del Centro Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa del Sanford Burnham Prebys e autore senior dello studio. "Ora, per la prima volta in assoluto, possiamo dirigere una cellula staminale verso la posizione desiderata e concentrare il suo impatto terapeutico".


Quasi 15 anni fa, Snyder e il suo team hanno scoperto che le cellule staminali sono attirate sull'infiammazione: un 'allarme antincendio' biologico che segnala la presenza di un danno. Tuttavia, usare l'infiammazione come esca terapeutica non è fattibile perché un ambiente infiammatorio può essere dannoso per il corpo.


Pertanto, gli scienziati si sono messi a cercare strumenti per aiutare le cellule staminali a migrare, o a 'trovare casa', verso i punti desiderati nel corpo. Questo strumento sarebbe utile per i disturbi in cui i segnali infiammatori iniziali svaniscono nel tempo, come le lesioni croniche del midollo spinale o l'ictus, e le condizioni in cui il ruolo dell'infiammazione non è chiaro, come le malattie cardiache.


"Grazie a decenni di investimento nelle scienze delle cellule staminali, stiamo facendo progressi tremendi nel capire come funzionano queste cellule e come possono essere sfruttate per aiutare a invertire lesioni o malattie", afferma Maria Millan MD, presidente e CEO del California Institute for Regenerative Medicine, che ha parzialmente finanziato la ricerca. "Il gruppo del dott. Snyder ha identificato un farmaco che potrebbe aumentare la capacità delle cellule staminali neurali di trovare casa nei siti di infortunio e di avviare la riparazione. Questo candidato potrebbe aiutare a velocizzare lo sviluppo dei trattamenti delle cellule staminali per condizioni come l'Alzheimer e le lesioni del midollo spinale".

 

Un farmaco con solo 'bit buoni'

Nello studio, gli scienziati hanno modificato la CXCL12 (una molecola infiammatoria che il team di Snyder in precedenza aveva scoperto che potrebbe guidare le cellule staminali curative verso i siti che necessitano di riparazioni) per creare un farmaco chiamato SDV1A. Il nuovo farmaco migliora il legame delle cellule staminali e riduce al minimo la segnalazione infiammatoria, e può essere iniettato ovunque per attirare le cellule staminali a un luogo specifico, senza causare infiammazione.


"Dal momento che l'infiammazione può essere pericolosa, abbiamo modificato la CXCL12, spogliandola del bit rischioso e massimizzando il bit buono", dice Snyder. "Ora abbiamo un farmaco che porta le cellule staminali in una regione di patologia, ma senza creare o peggiorare l'infiammazione indesiderata".


Per dimostrare che il nuovo farmaco è in grado di migliorare l'efficacia di un trattamento delle cellule staminali, i ricercatori hanno impiantato l'SDV1A e le cellule staminali umane nel cervello di topi con una malattia neurodegenerativa chiamata 'malattia di Sandhoff'. Questo esperimento ha dimostrato che il SDV1A ha aiutato le cellule staminali neurali umane a migrare e a eseguire funzioni di guarigione, che includevano una maggiore longevità, il ritardo dell'insorgenza dei sintomi e la conservazione della funzione motoria per molto più tempo rispetto ai topi che non avevano ricevuto il farmaco. È importante sottolineare che non è stata attivata l'infiammazione, e le cellule staminali sono riuscite a sopprimere qualsiasi infiammazione preesistente.

 

Prossimi passi

I ricercatori hanno già iniziato a testare la capacità del SDV1A di migliorare la terapia delle cellule staminali in un topo modello di SLA (o malattia di Lou Gehrig), che è causata da una progressiva perdita di neuroni motori nel cervello. Gli studi precedenti condotti dal team di Snyder avevano indicato che l'ampliamento della diffusione delle cellule staminali neurali aiuta più neuroni motori a sopravvivere, quindi gli scienziati confidano che collocando in modo strategico l'SDV1A si potrà espandere il terreno coperto dalle cellule staminali neuroprotettive e aiutare a rallentare l'insorgenza e la progressione della patologia.


"Siamo ottimisti che il meccanismo d'azione di questo farmaco può potenzialmente dare benefici a vari disturbi neurodegenerativi, nonché a condizioni non neurologiche come le malattie cardiache, l'artrite e persino il cancro al cervello", afferma Snyder. "È interessante notare che, poiché la CXCL12 e il suo recettore sono implicati nella tempesta di citochine che caratterizzano il Covid-19 grave, alcune delle nostre intuizioni su come inibire selettivamente l'infiammazione senza sopprimere altri processi normali possono essere utili anche in quell'arena".

 

 

 


Fonte: Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jean-Pyo Lee, Runquan Zhang, ..., Ziwei Huang, Evan Snyder. Chemical mutagenesis of a GPCR ligand: Detoxifying “inflammo-attraction” to direct therapeutic stem cell migration. PNAS, 20 Nov 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)