Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificati meccanismi che causano l'accumulo di proteine nell'Alzheimer

calculating amyloid accumulation

Un team di ricercatori della Case Western Reserve University ha compiuto un passo importante verso la comprensione dei meccanismi coinvolti nella formazione di grandi grumi di proteine tau, un segno distintivo del morbo di Alzheimer (MA) e di molti altri disturbi neurodegenerativi.


Le loro scoperte, appena pubblicate su Proceedings of the National Academy of Sciences, possono aiutare a comprendere meglio il processo patologico, e forse portare allo sviluppo di farmaci per curare malattie cerebrali così devastanti. L'autore senior è Witold Surewicz, professore di fisiologia e biofisica della Facoltà di Medicina, le coautrici sono Solomiia Boyko, dottoranda, e Krystyna Surewicz, ricercatrice associata senior.


Il MA è caratterizzato dalla morte delle cellule nervose nel cervello, con conseguente perdita progressiva di memoria e declino cognitivo. Più di 5 milioni di persone negli Stati Uniti soffrono di MA e questo numero dovrebbe triplicare entro il 2050, secondo l'Alzheimer’s Association. Non esiste una cura per questa malattia devastante.


Nel MA, iniziano a formarsi grumi di una proteina tau ('grovigli neurofibrillari') all'interno delle cellule nervose del cervello. Grovigli simili di tau, che si diffondono tra le cellule nervose, sono associati anche a una serie di altre malattie neurodegenerative, chiamate nell'insieme 'tauopatie', che includono il morbo di Pick, la demenza frontotemporale, la paralisi sopranucleare progressiva e l'encefalopatia traumatica cronica.


Studi recenti hanno dimostrato che, come alcune altre proteine, la tau può subire la fase di separazione liquida-liquida, un processo che porta alla formazione di goccioline simili a liquidi contenenti proteine ​​altamente concentrate. Si ritiene che questo fenomeno (che assomiglia alla separazione tra olio e acqua quando vengono miscelati) sia importante per le normali funzioni delle cellule. Tuttavia, in determinate condizioni, questa separazione all'interno delle cellule può anche avere conseguenze patologiche.


Il nuovo studio stabilisce un legame critico tra questi due fenomeni (fase separazione liquida-liquida tau e formazione di grovigli), dimostrando che l'ambiente delle goccioline liquide facilita notevolmente l'aggregazione della tau in strutture fibrillari simili a quelle che si trovano nel cervello di chi ha il MA.


I ricercatori descrivono anche il meccanismo con cui questa fase di separazione liquida-liquida regola l'aggregazione quando sono presenti diverse varianti della proteina tau. In particolare, gli autori mostrano che, a causa delle proprietà uniche delle goccioline liquide, la presenza di una variante tau più corta e ad aggregazione lenta inibisce l'aggregazione di una variante di aggregazione più lunga e normalmente veloce, rallentando il processo complessivo di formazione del groviglio.


Questo nuovo meccanismo di regolazione può avere un ruolo importante nel determinare l'esito clinico della malattia, poiché il rapporto di queste due varianti di tau nel cervello varia sostanzialmente nelle diverse tauopatie. Ad esempio, il MA è solitamente caratterizzato da una proporzione uguale di entrambe le isoforme tau, mentre i grovigli fibrillari nella paralisi sopranucleare progressiva e nella malattia di Pick consistono in gran parte nella variante più lunga e più corta, rispettivamente.


"Anche se i risultati attuali forniscono nuove interessanti intuizioni sulla formazione di grumi patologici di proteina tau", ha detto Surewicz, "il nostro studio era limitato agli esperimenti con proteine ​​purificate in provetta. Il passo successivo è verificare questi risultati in modelli cellulari e animali della malattia".

 

 

 


Fonte: Case Western Reserve University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Solomiia Boyko, Krystyna Surewicz, Witold Surewicz. Regulatory mechanisms of tau protein fibrillation under the conditions of liquid–liquid phase separation. PNAS, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)