Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sono gli astrociti a 'mangiare' i collegamenti per mantenere la plasticità del cervello adulto

phagocytosis in mouse hippocampusImmagine 3-D che mostra il rilevatore della fagocitosi delle sinapsi nell'ippocampo di topo. Presinapsi in verde, astrociti in bianco, microglia in blu, presinapsi fagocitate dalle glia in rosso.

Mentre impariamo e ricordiamo, il cervello in sviluppo fa germogliare costantemente nuove connessioni neuronali chiamate sinapsi. I collegamenti importanti (quelli che vengono ripetutamente richiamati, come evitare i pericoli) sono nutriti e rinforzati, mentre le connessioni ritenute inutili sono potate.


Il cervello adulto subisce una potatura simile, ma finora non era chiaro come o perché vengono eliminate le sinapsi nel cervello adulto. Ora, un team di ricercatori del KAIST in Corea del Sud, con uno studio appena pubblicato su Nature, ha trovato il meccanismo che sottende la plasticità e, potenzialmente, i disturbi neurologici nel cervello adulto.


"I nostri risultati hanno profonde implicazioni per la comprensione del modo in cui i circuiti neurali cambiano durante l'apprendimento e la memoria, così come nelle malattie", ha affermato l'autore senior Won-Suk Chung, assistente professore nel Dipartimento di Scienze Biologiche del KAIST. "I cambiamenti nel numero di sinapsi si associano con forza con la prevalenza di vari disturbi neurologici, come il disturbo dello spettro dell'autismo, la schizofrenia, la demenza frontotemporale e diverse forme di convulsioni".


La materia grigia nel cervello contiene microglia e astrociti, due cellule complementari che, tra le altre cose, supportano i neuroni e le sinapsi. Le microglia formano la prima linea di difesa immunitaria, mangiando gli agenti patogeni e le cellule morte, mentre gli astrociti sono cellule a forma di stella che aiutano a strutturare il cervello e a mantenere l'omeostasi, aiutando a controllare la segnalazione tra i neuroni. Secondo il prof. Chung, si ritiene in genere che le microglia mangino le sinapsi nell'ambito del loro sforzo di pulizia, un processo chiamato fagocitosi.


"Usando nuovi strumenti, mostriamo per la prima volta che sono gli astrociti e non le microglia ad eliminare costantemente le connessioni sinaptiche eccitatorie in eccesso e non necessarie, in risposta all'attività neuronale", ha detto il professor Chung. "Il nostro studio sfida il consenso generale in questo campo che le microglia sono i fagociti primari delle sinapsi, che controllano i numeri di sinapsi nel cervello".


Il prof. Chung e il suo team hanno sviluppato un sensore molecolare che rileva l'eliminazione della sinapsi da parte delle cellule gliali e quantifica la frequenza e il tipo di sinapsi cellulari eliminate. Lo hanno inserito in un topo modello senza MEGF10, il gene che consente agli astrociti di eliminare le sinapsi.


Gli animali adulti con questa fagocitosi astrocitica difettosa avevano un numero di sinapsi eccitatorie insolitamente più alto nell'ippocampo. Attraverso una collaborazione con il dott. Hyungju Park del KBRI, hanno dimostrato che queste maggiori sinapsi eccitatorie sono funzionalmente compromesse, causando il difetto dell'apprendimento e della formazione di memoria negli animali senza MEGF10.


"Attraverso questo processo, mostriamo che, almeno nella regione Ca1 dell'ippocampo adulto, gli astrociti sono il giocatore principale nell'eliminazione delle sinapsi, e questa funzione astrocitica è essenziale per il controllo del numero e della plasticità delle sinapsi", ha detto Chung.


Il prof. Chung nota che i ricercatori stanno cominciando solo ora a capire come l'eliminazione delle sinapsi colpisce la maturazione e l'omeostasi nel cervello. Nei dati preliminari del suo gruppo su altre regioni del cervello, sembra che ogni regione abbia tassi diversi di eliminazione sinaptica da parte degli astrociti. I ricercatori sospettano che vari fattori interni ed esterni stiano influenzando come gli astrociti modulano ciascun circuito regionale e hanno dei piani per chiarire queste variabili.


"Il nostro obiettivo a lungo termine è capire come la rotazione delle sinapsi mediata dagli astrociti influenza l'avvio e la progressione dei vari disturbi neurologici", ha detto il prof. Chung. "È intrigante postulare che modulare la fagocitosi astrocitica, per ripristinare la connettività sinaptica, possa essere una nuova strategia nel trattamento di vari disturbi del cervello".

 

 

 


Fonte: Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST) (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Joon-Hyuk Lee, Ji-young Kim, Seulgi Noh, Hyoeun Lee, Se Young Lee, Ji Young Mun, Hyungju Park, Won-Suk Chung. Astrocytes phagocytose adult hippocampal synapses for circuit homeostasis. Nature, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)