Mentre invecchiano, le persone con il diabete hanno maggiori probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA) e altri disturbi cognitivi, rispetto alle persone senza diabete. Gli scienziati del Joslin Diabetes Center hanno ora dimostrato che una scansione di routine degli occhi può identificare i cambiamenti nella retina che possono essere associati ai disturbi cognitivi nelgli anziani con diabete di tipo 1.
Questi risultati prefigurano un metodo relativamente facile per il rilevamento precoce del declino cognitivo in questa popolazione, fornendo modi migliori per capire, diagnosticare e in definitiva trattare il declino, ha detto George L. King MD, responsabile scientifico del Joslin e autore senior di uno studio apparso sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism
Ricerche precedenti avevano dimostrato un'associazione tra la retinopatia diabetica proliferativa (PDR, una complicazione del diabete che può danneggiare gravemente la vista) e il deterioramento cognitivo nelle persone con diabete di tipo 1.
"Dato che sapevamo che ci sono cambiamenti cellulari nella retina che possono riflettere i cambiamenti nel cervello, eravamo interessati a vedere se le tecniche di scansione che visualizzano tali cambiamenti nella retina possono riflettere i cambiamenti nelle funzioni cognitive", ha detto Ward Fickweiler MD, postdottorato del Joslin e primo autore della ricerca.
Gli scienziati hanno attinto dalle scansioni degli occhi fatte abitualmente ai pazienti come parte della normale cura della vista al Beetham Eye Institute del Joslin.
Un gruppo di scansioni era basato sulla tomografia ottica a coerenza (OCT, una tecnica che impiega la luce per osservare sezioni trasversali della retina). La seconda serie di scansioni aveva impiegato l'angiografia OCT (OCTA, un'estensione della tecnologia OCT che esamina i vasi sanguigni nella retina). Entrambi i tipi di scansioni sono non invasivi e ampiamente disponibili nelle cliniche degli occhi negli Stati Uniti e possono essere eseguite in pochi minuti.
Lo studio ha arruolato 129 partecipanti al Joslin Medalist Study, che esamina da almeno 50 anni i risultati tra le persone che hanno avuto il diabete di tipo 1. Questi volontari si erano sottoposti a una serie di test cognitivi che includevano attività che sondano la memoria e la velocità psicomotoria (valutando il tempo necessario per organizzare oggetti).
Sorprendentemente, i ricercatori hanno trovato associazioni molto forti tra le prestazioni sui compiti di memoria e i cambiamenti strutturali nelle reti profonde di vasi sanguigni nella retina. "La memoria è il principale compito cognitivo che è danneggiato dal MA e dal declino cognitivo, quindi era entusiasmante", ha detto Fickweiler.
Il team del Joslin ha scoperto anche forti associazioni tra la PDR e la velocità psicomotoria. Questa scoperta rafforza risultati precedenti che erano stati identificati tra un gruppo minore del Joslin Medalist, e ha fornito dettagli sui cambiamenti relativi nella struttura retinica. Inoltre, i ricercatori hanno visto che la PDR si è associata alle prestazioni della memoria nel gruppo più ampio del Medalist.
"Anche se questi risultati devono essere confermati in indagini cliniche più grandi, gli esami oculistici di routine sembrano rilevare i cambiamenti cognitivi che accadono nelle persone con il diabete", ha detto Fickweiler.
Attualmente, gli altri modi per rilevare condizioni come il MA (come le scansioni a risonanza magnetica) sono difficili e costosi. Le persone in genere sono testate solo quando mostrano sintomi di declino cognitivo e così i trattamenti in quella fase di solito non offrono molto aiuto.
"Se riesci a rilevare le condizioni in una fase precedente, quando i pazienti sono ancora asintomatici, questi possono avere dei benefici" ha detto Fickweiler. Il rilevamento più precoce potrebbe anche aiutare la ricerca per sviluppare terapie migliori per le malattie neurocognitive.
Il team del Joslin prevede di lanciare uno studio prospettico più ampio per confermare il potenziale della scansione degli occhi per cogliere i segni di declino cognitivo nel tempo. Questa ricerca includerà persone con diabete di tipo 1 che sono più giovani e non hanno avuto la malattia per tanto tempo come il gruppo Medalist. Gli scienziati analizzeranno anche le immagini del cervello della risonanza magnetica e i campioni di cervello postmortem donati da tali partecipanti.
Inoltre, gli investigatori cercheranno meccanismi comuni che possono infliggere danni ai tessuti del cervello e della retina, che condividono molti dei loro primi percorsi di sviluppo embrionale. I sospetti più probabili nelle persone con diabete includono vasi sanguigni compromessi e livelli elevati o bassi di glicemia. L'autoimmunità che guida il diabete di tipo 1 potrebbe anche infliggere altre forme di danno, ha detto King.
In particolare, i partecipanti del Medalist mostrano spesso livelli relativamente bassi delle complicanze che possono affliggere quelli con diabete di tipo 1 a lungo termine. Ad esempio, quasi la metà di loro non sviluppa una malattia avanzata degli occhi, e solo uno su 129 dello studio con scansione dell'occhio può avere il MA. "È possibile che per queste persone, un meccanismo condiviso alteri la progressione delle prime fasi della neurodegenerazione retinica e del cervello, e protegga contro la PDR e il MA", ha ipotizzato Fickweiler.
Oltre al lavoro di studio sul diabete di tipo 1, King e il suo team hanno piani per svolgere uno studio simile sulle persone con diabete di tipo 2. La PDR è associata al declino cognitivo anche in questo gruppo molto più ampio di pazienti, che è sottoposto a scansioni OCT e OCTA nell'ambito della loro regolare cura della vista.
Fonte: Joslin Diabetes Center (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Ward Fickweiler, Emily Wolfson, Samantha Paniagua, Marc Gregory Yu, Atif Adam, Vanessa Bahnam, Konstantina Sampani, I-Hsien Wu, Gail Musen, Lloyd Aiello, Hetal Shah, Jennifer Sun, George King. Association of Cognitive Function and Retinal Neural and Vascular Structure in Type 1 Diabetes. J of Clin Endoc & Metab, 2020, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.