Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rilevatori delle emozioni potrebbero rendere la guida più sicura

Degli scienziati dell'Ecole Polytechnique Federale de Lausanne (EPFL) stanno studiando il modo di identificare le emozioni dei guidatori con telecamere incorporate, che filmano il loro volto.


La tecnologia oggi ci permette di leggere le espressioni facciali e identificare quale delle sette emozioni universali sperimenta una persona: paura, rabbia, gioia, tristezza, disgusto, sorpresa, o sospetto. Questo è molto utile per lo sviluppo di videogiochi, medicina, marketing e, forse meno evidente, per la sicurezza dei conducenti di auto.


Sappiamo che, oltre alla fatica, anche lo stato emotivo del conducente è un fattore di rischio. L'irritazione, in particolare, può rendere i conducenti più aggressivi e meno attenti. I ricercatori dell'EPFL, in collaborazione con la PSA Peugeot Citroën, hanno sviluppato un rilevatore delle emozioni a bordo del veicolo, basato sull'analisi delle espressioni facciali. I test effettuati usando un prototipo indicano che l'idea potrebbe avere applicazioni promettenti.


Non è facile misurare le emozioni dentro una vettura, soprattutto in modo non invasivo. La soluzione esplorata dagli scienziati del «Signal Processing 5 Laboratory» (LTS5) dell'EPFL, specializzati in rilevazione/monitoraggio/analisi del viso, è di fare il lavoro sul volto del conducente. Il LTS5, in collaborazione con PSA Peugeot Citroën, ha adattato all'auto un dispositivo di rilevamento del viso, usando una telecamera a infrarossi posizionata dietro il volante.


Il problema è stato di far riconoscere al dispositivo l'irritazione sulla faccia del guidatore, poichè ognuno esprime questo stato in un modo un po' diverso: una mossa, un epiteto, un tic nervoso o una faccia impassibile. Per semplificare il compito, in questa fase del progetto, Hua Gao e Anil Yüce, che hanno guidato la ricerca, hanno scelto di seguire solo due espressioni: rabbia e disgusto, le cui manifestazioni sono simili a quelle della rabbia.

Può essere rilevante perché ...

Famigliari e caregiver conoscono la difficoltà di togliere l'uso dell'auto ai loro cari che cominiano ad entrare nel «mondo dell'Alzheimer».

Un dispositivo che riesca a leggere sul viso del conducente il senso di disorientamento, di paura o una pericolosa lentezza di riflessi, potrebbe aiutare ad individuare il momento ideale o limite, per separare il paziente dall'auto.


Il test è diviso in due fasi: nella prima il sistema «impara» ad identificare le due emozioni usando una serie di foto di soggetti che le esprimono; poi lo stesso esercizio è eseguito con un video. Le immagini sono state scattate sia in un ambiente di ufficio, sia in situazioni di vita reale, in una vettura messa a disposizione per il progetto.


La rapidità con cui può essere effettuato il confronto tra le immagini filmate e la relativa rilevazione dipende dal metodo di analisi usato. Ma nel complesso, il sistema funziona bene e si è potuta rilevare l'irritazione con precisione nella maggior parte dei casi. Quando il test è fallito, di solito era perché questo stato è molto variabile da individuo ad individuo. Questo è dove starà sempre la difficoltà, data la diversità del nostro modo di esprimere la rabbia.


Ulteriori ricerche si propongono di esplorare l'aggiornamento in tempo reale del sistema - per integrare il database statico - con una interfaccia uomo-macchina auto-apprendente, o con un algoritmo più avanzato di monitoraggio del viso, dice Hua Gao.


Rilevare le emozioni è solo un modo per migliorare la sicurezza e il comfort del conducente. In questo progetto, è stato accoppiato con un rivelatore della fatica che misura la percentuale di chiusura delle palpebre. Il LTS5 sta lavorando anche alla rilevazione di altre emozioni sui volti dei conducenti, come la distrazione, e sulla lettura labiale per il riconoscimento vocale. Questi progetti sono coordinati dal Transportation Center dell'EPFL e realizzati in collaborazione con PSA Peugeot Citroën.

 

 

 

 

 


Fonte: Anne-Muriel Brouet in  Ecole Polytechnique Federale de Lausanne (EPFL)  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.