Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quali difficoltà hanno di fronte i pazienti LGBTQ+?

Quali sfide hanno di fronte i pazienti di Alzheimer dalla comunità LGBTQ+?

L'età è il maggiore fattore di rischio del morbo di Alzheimer (MA) e (in USA) circa 2,7 milioni di persone LGBTQ+ (*) hanno più di 50 anni. Il 40% di questa popolazione riferisce che la propria rete di supporto si è ristretta nel tempo, dopo una diagnosi di demenza; il 34% vive da solo e fino al 30% sperimenta un minore accesso alle cure.


Inoltre, la paura della discriminazione può ritardare l'accesso alle cure e il 40% delle persone LGBTQ+ afferma che i relativi fornitori sanitari non conoscono il loro orientamento sessuale. In aggiunta, il 51% degli anziani LGBTQ+ riferisce di essere molto preoccupato di avere soldi a sufficienza per vivere, a seguito di una diagnosi di MA o di altra demenza.


Molti anziani LGBTQ+ potrebbero non avere una relazione con la propria famiglia legale o biologica e sono invece supportati dalla nuova famiglia che hanno scelto. Man mano che le persone LGBTQ+ invecchiano, questi familiari scelti, amici e membri della comunità spesso diventano il loro caregiver.


Poiché gli anziani LGBTQ+ hanno meno probabilità di avere figli che li aiutano e più probabilità di essere single, i figli e i partner adulti spesso non fanno parte del mix di assistenza. Di conseguenza, i caregiver degli anziani LGBTQ+ possono essere coetanei della persona della quale si stanno prendendo cura. (Map & Sage, 2010).


Dopo una diagnosi di demenza, i pazienti LGBTQ+ desiderano di più trovare servizi inclusivi LGBTQ+: personale e operatori sanitari che sono sensibili e che comprendono l'importanza dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale. Il peso personale della ricerca di servizi che potrebbero potenzialmente ridurre lo stress del caregiver e l'arduo viaggio della malattia è aggravato dal fatto che i caregiver spesso sono influenzati profondamente e negativamente da ciò che gli altri pensano della persona cara con la malattia.


Una persona LGBTQ+ potrebbe non cercare servizi di supporto perché può avere di fronte, o teme di avere, un trattamento scadente a causa della sua identità LGBTQ+, perché teme lo stigma di essere diagnosticato con la malattia o entrambi.


Allo stesso modo, i caregiver LGBTQ+ possono temere un trattamento non equo per se stessi o per i loro cari, sentirsi incapaci di integrare la propria rete di supporto personale nella pianificazione delle cure per paura di rendere evidente la propria situazione 'diversa' o possono aver interiorizzato lo stigma che circonda la malattia.


Sebbene sempre più persone non considerino le identità LGBTQ+ come indesiderabili o stigmatizzate, dati recenti suggeriscono che l'aumento dell'accettazione sociale delle persone LGBTQ+ potrebbe aver raggiunto il picco negli Stati Uniti e potrebbe persino invertire il corso (Glaad, Gay e Lesbian Alliance Against Defamation, 2018).


Le difficoltà dell'isolamento sociale e della solitudine sono comuni a coloro che hanno il MA e le altre demenze, e ai loro caregiver, e possono essere peggiori per gli anziani LGBTQ+. Inoltre, in un sondaggio SAGE del 2014, il 51% delle persone LGBTQ+ ha riferito di essere molto o estremamente preoccupato di "avere abbastanza soldi per vivere" rispetto al 36% delle persone non LGBTQ+.


Gli anziani LGBTQ+ e le persone di colore hanno un maggiore rischio di povertà perché il MA è la malattia più onerosa della nazione, con un costo stimato di oltre $ 340.000 per l'intero decorso della malattia.

 

 

(*) LGBTQ+ è l'acronimo che indica le persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer e, più in generale, tutte quelle che non si sentono pienamente etichettabili come donna o uomo eterosessuale.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.