Di recente ho letto una statistica sconcertante: nel 2010 più di 5 milioni di persone avevano l'Alzheimer [negli Stati Uniti], numero che le previsioni danno a 19 milioni entro il 2050. Provenendo da una famiglia devastata dalla malattia, è difficile e frustrante per me immaginare cosa sopporteranno le persone con quella statistica incombente.
Anche se è chiaro che Alzheimer e demenza pongono sfide significative per le famiglie, le relazioni, e la società nel suo complesso, queste malattie rappresentano anche una minaccia unica nell'ambito della pianificazione delle proprietà.
In primo luogo, la maggior parte delle persone non vuole pensare a fare piani fino a quando non è assolutamente necessario. Un altro dato sconcertante: secondo LexisNexis circa il 55% degli adulti americani non hanno un testamento o altro piano di gestione delle proprietà. Quando chiedo ai miei clienti perché non l'hanno già fatto, in genere sento una di queste tre risposte:
- Non ho avuto il tempo.
- Non ho abbastanza "roba" o denaro di cui preoccuparmi.
- Non ho intenzione di morire così presto.
In genere le persone che danno l'ultima risposta non verranno a cercarmi finché non è successo qualcosa: una morte in famiglia, una diagnosi, o peggio, è arrivato il momento di mettere un famigliare in una casa di cura.
Allora, perché è così importante che la gente imposti un piano sulle proprietà prima che "succeda qualcosa"? La ragione principale, quando abbiamo a che fare con l'Alzheimer, è la questione della capacità. Per redarre le proprie volontà l'individuo che firma deve essere in grado di comprenderne le implicazioni.
In breve deve "capire" la natura di ciò che ha e il suo valore, economico e/o sentimentale. Inoltre, una persona con capacità capisce chi dovrebbe essere il suo o i suoi beneficiari naturali, come un coniuge, un figlio, un genitore, ecc. Una diagnosi di Alzheimer non è sufficiente per rendere incapaci di decidere le proprie volontà (o un altro documento di pianificazione immobiliare ), e tuttavia più è avanzata la malattia, più è difficile capire se la persona è veramente in grado di prendere tale decisione.
Dove tracciare la linea è complicato, e non è una decisione sulla quale tutti gli avvocati sono d'accordo. L'Alzheimer è particolarmente difficile da affrontare nel contesto della pianificazione, perché persone con la stessa malattia agiscono in modi diversi. Inoltre, la malattia può manifestarsi rapidamente in alcune persone e mostrare solo segni graduali di cambiamento comportamentale in altre persone.
Una delle difficoltà più significative per un avvocato nella pianificazione patrimoniale che ha a che fare con la non capacità, è assicurarsi di capire quali sono gli obiettivi di un individuo. Se quella persona non è in grado di esprimere i suoi voleri e desideri (o peggio ancora, non capisce quali sono), rende quasi impossibile il mio lavoro.
Inoltre, per quanto triste possa essere, ci sono alcune persone che approfittano di questi individui. Anche se mi dispiace ammetterlo, l'ho visto troppe volte nella mia professione per negare che coniugi, figli o anche amici possono portare una persona non capace nell'ufficio dell'avvocato per far redarre un testamento a loro favore. Alcuni di questi individui sentono anche genuinamente che stanno facendo ciò che è meglio per la persona incapace. La demenza può manifestarsi in modi diversi e indurre la gente a scagliarsi contro la famiglia e gli amici. Trattare parenti stretti come estranei o addirittura nemici non è raro nella malattia.
Quindi cosa fare per non doversi preoccupare di tutto questo? E' semplice: fare piani in anticipo. Scrivi nero su bianco i tuoi desideri. Anche se pensi di poter cambiare in un secondo momento - o che vivrai per sempre - è comunque meglio avere qualcosa di iscritto, ora. Oltre a fare in modo che i tuoi desideri siano soddisfatti, risparmia a te e alla tua famiglia troppi inutili mal di testa nel lungo periodo.
Fonte: Ashley L. Hawley, procuratore, in Jackman Law Firm (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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