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Linee guida USA per scansioni cerebrali dell'amiloide nell'Alzheimer

Una tipica attrezzatura per tomografia ad emissione di positroni - da WikipediaSolo da poco è possibile creare immagini di alta qualità delle placche cerebrali tipiche dell'Alzheimer nelle persone viventi, attraverso la tomografia ad emissione di positroni (PET). Eppure non è ancora chiaro cosa si può capire da queste immagini PET e chi dovrebbe essere sottoposto al test.

Per fornire una guida ai medici, agli individui e alle famiglie colpite dall'Alzheimer e al pubblico, la Società di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare (SNMMI) e l'Alzheimer's Association hanno pubblicato congiuntamente la prima edizione dei criteri per un uso appropriato di questa tecnologia di imaging, per facilitare la diagnosi di persone con probabile Alzheimer.


I criteri sono stati pubblicati on-line il 28 Gennaio come articolo "in corso di stampa" su Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association e "prima di stampa" in The Journal of Nuclear Medicine. "Il nostro obiettivo principale è fornire ai professionisti sanitari le informazioni e le opzioni disponibili per fornire ai pazienti la migliore diagnosi e cura possibili in modo economicamente efficace", dice Maria Carrillo, Ph.D., vice presidente delle relazioni mediche e scientifiche dell'Alzheimer's Association.

 

Criteri per l'uso appropriato (AUC) dell'imaging PET dell'amiloide cerebrale nell'Alzheimer

Anche se una delle caratteristiche patologiche che definiscono l'Alzheimer è la presenza di molte placche amiloide-beta, molti anziani con funzioni cognitive normali hanno livelli elevati di queste placche, così come le persone con condizioni diverse dalla demenza di Alzheimer. Pertanto il potenziale uso clinico della PET per l'amiloide richiede un attento esame per definirne il ruolo.

Per sviluppare i nuovi criteri, l'Alzheimer's Association e la SNMMI hanno formato la Amyloid Imaging Taskforce (AIT), composta da esperti di demenza e di scansioni per esaminare la letteratura scientifica e sviluppare le raccomandazioni condivise per l'uso clinico di questa nuova e promettente tecnologia.

L'AIT ha concluso che l'imaging dell'amiloide potrebbe essere utile nella diagnosi di persone con decadimento cognitivo se abbinata ad altre informazioni cliniche, e se viene effettuata secondo protocolli standardizzati da parte di personale qualificato. Inoltre, sottolinea che la decisione se prescrivere o meno l'imaging dell'amiloide deve essere presa solo in seguito alla valutazione completa di un medico esperto nell'accertamento e nella diagnosi del deficit cognitivo e della demenza, e solo se la presenza o l'assenza di amiloide potrebbe aumentare la certezza della diagnosi e modificare il piano di trattamento.

Secondo l'AIT, i candidati idonei per l'imaging PET dell'amiloide includono:

  • Coloro che lamentano persistenza o progressività di inspiegabili problemi di memoria o confusione e che dimostrano delle disabilità nel corso di test standard di cognizione e memoria.
  • Gli individui positivi ai test di probabile Alzheimer, ma anomali nella presentazione clinica.
  • Gli individui con demenza progressiva e con età di insorgenza atipicamente precoce (prima dei 65 anni).

I candidati non appropriati per l'imaging con PET dell'amiloide includono:

  • Coloro che hanno da 65 anni in sù e soddisfano le definizioni standard e i test per l'Alzheimer, dal momento che una PET positiva aggiungerebbe ben poco.
  • Persone asintomatiche o quelle con lamentele cognitive ma senza conferma clinica di deterioramento.

L'imaging con PET dell'amiloide non è appropriato anche:

  • Come mezzo per determinare la gravità della demenza.
  • Quando richiesto unicamente sulla base di una storia familiare di demenza o in presenza di altri fattori di rischio per l'Alzheimer, come il gene ApoE-e4.
  • In sostituzione di test genetici per mutazioni che causano l'Alzheimer.
  • Per ragioni non mediche, come l'assicurazione, le decisioni giudiziarie o di impiego.


"Poichè l'imaging dell'amiloide diventa sempre più prevalente in ambito clinico, i medici devono capire come utilizzare in modo appropriato il test", dice Frederic H. Fahey, D.Sc., presidente del SNMMI. "Gli esperti di Neurologia e demenza dovrebbero ordinare il test solo quando è necessario, e i professionisti di medicina nucleare e di imaging molecolare devono assicurarsi di essere adeguatamente addestrati per interpretare i risultati della scansione. Lavorando insieme, ci auguriamo che le informazioni raccolte dall'imaging con PET dell'amiloide possano aiutare la diagnosi e abbiano un ruolo fondamentale nello sviluppo di nuovi trattamenti per l'Alzheimer".


La task force riconosce che è a carico del professionista sanitario il giudizio finale per quanto riguarda la cura di ogni paziente. L'AIT ha cercato di favorire questo processo e ha individuato la seguente sequenza generale di eventi per l'utilizzo della PET dell'amiloide in base ai nuovi criteri:

  1. Valutazione da parte di un esperto di demenza per accertare la necessità di test diagnostici, con eventuale inclusione della PET dell'amiloide se sono soddisfatti gli AUC.
  2. Riferirsi a un fornitore qualificato di servizi di PET del'amiloide.
  3. Eseguire, interpretare e comunicare le scansioni PET dell'amiloide secondo gli standard stabiliti.
  4. Incorporare il risultato PET nel processo di valutazione clinica.
  5. Divulgazione del risultato PET da parte del clinico al paziente e al caregiver, con discussione del risultato e delle conseguenze della sua gestione.


Pur individuando dei potenziali benefici, l'AIT ha concluso che i risultati della PET dell'amiloide non costituiscono e non equivalgono ad una diagnosi clinica di demenza di Alzheimer. Hanno detto che le scansioni sono solo uno strumento tra i tanti che i medici dovrebbero utilizzare saggiamente per la gestione dei pazienti, e che l'imaging con PET dell'amiloide non sostituisce una storia accurata e un esame. "Poiché sia l'assistenza della demenza che la tecnologia PET dell'amiloide vengono attivamente sviluppati, questi nuovi criteri di utilizzo appropriato richiederanno un riesame periodico e l'aggiornamento", dice la Carrillo.

 

Imaging con PET dell'amiloide nell'Alzheimer: una panoramica

La PET usa radiofarmaci (farmaci radioattivi) per produrre immagini tridimensionali funzionali del cervello o di altre parti del corpo. Nell'imaging PET dell'amiloide, il radiofarmaco viene introdotto nel corpo con iniezione in vena e si lega specificamente alla proteina amiloide, permettendo la visualizzazione delle zone del cervello dove l'amiloide si è raggruppata formando le placche. Uno dei nuovi composti per PET è stato approvato per l'uso generale da parte della Food and Drug Administration in Aprile 2012.

  • Se una persona con demenza non ha accumulo di amiloide nel cervello, allora la causa della demenza è molto probabile che sia qualcosa di diverso dall'Alzheimer. Altre cause di demenza sono: ictus, problemi alla tiroide, interazioni farmacologiche, alcolismo cronico, e carenze vitaminiche.
  • Se una scansione PET dell'amiloide mostra che una persona con disturbi della memoria ha un accumulo di amiloide nel cervello, ciò aumenta la probabilità che il deficit di memoria sia causato dall'Alzheimer, ma rimane un rischio, non una certezza.
  • Se una persona senza disturbi o lamentele sulla memoria ha un accumulo di amiloide, non significa necessariamente che svilupperà l'Alzheimer. Molte persone hanno amiloide nel cervello, ma sono cognitivamente normali. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere il significato delle placche amiloidi in queste persone.


Le scansioni dell'amiloide non sono coperte da assicurazione in questo momento, ed i costi per la scansione sono sostenuti dal paziente. Anche se i costi della PET dell'amiloide non sono ancora stati fissati, e in generale il costo della PET varia a seconda del luogo, si sa che le scansioni PET costano da 1.000 a 3.000 dollari, o più. Tuttavia l'AIT conclude che la sensibilità dimostrata e la specificità dei nuovi radiofarmaci per amiloide cerebrale e l'associazione conosciuta tra deposizione di amiloide-beta cerebrale e Alzheimer, suggeriscono che questi nuovi radiofarmaci potrebbero essere utili per l'approfondimento e la diagnosi dei pazienti con decadimento cognitivo.

 

 

 

 

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Fonte: Materiale della Society of Nuclear Medicine, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimento:
Maria C. Carrillo, Kaj Blennow, Holly Soares, Piotr Lewczuk, Niklas Mattsson, Pankaj Oberoi, Robert Umek, Manu Vandijck, Salvatore Salamone, Tobias Bittner, Leslie M. Shaw, Diane Stephenson, Lisa Bain, Henrik Zetterberg. Global standardization measurement of cerebral spinal fluid for Alzheimer's disease: An update from the Alzheimer's Association Global Biomarkers Consortium. Alzheimer's & Dementia, 2012; DOI: 10.1016/j.jalz.2012.11.003.

Pubblicato in Science Daily il 28 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari - Foto: Wikipedia

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