Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Segnali d'allarme sulla terapia ormonale sostitutiva

Una analisi di una task force federale USA rileva che i rischi della terapia ormonale sostitutiva potrebbe superare i benefici per le donne sane dopo la menopausa che cercano di scongiurare la demenza, le fratture ossee o le malattie cardiache.

La raccomandazione della US Preventive Services Task Force non si applica necessariamente alle donne che usano la terapia ormonale sostitutiva per ridurre i sintomi della menopausa, come vampate di calore, sudori notturni e secchezza vaginale. La valutazione di danni e benefici derivanti da tale uso dovrebbe essere affrontato presto in una relazione dell'Agenzia federale per la Ricerca Sanitaria e Qualità.

Terapia ormonale sostitutiva
Un gruppo di lavoro governativo
per la salute raccomanda che le
donne sane dopo la menopausa
non dovrebbero usare la terapia
ormonale sostitutiva, per evitare
demenza, fratture ossee o  malattie
cardiache. (John Kaprielian / Getty Images / 22 Novembre 2011)

L'ultima raccomandazione, pubblicata Lunedi negli Annals of Internal Medicine, arriva da un'organizzazione abituata alle controversie. Negli ultimi mesi, la task force ha raccomandato di non eseguire screening per il cancro al seno di routine per la maggior parte delle donne di età inferiore ai 50 anni. Ha anche sollecitato l'abbandono dell'antigene specifico della prostata o PSA, test che è diventato normale degli esami fisici annuali degli uomini più anziani.


La sua ultima raccomandazione potrebbe essere un po' meno controversa, ma è probabile che avrà detrattori tra i medici che credono che i pericoli della terapia ormonale sostitutiva per le donne in menopausa siano stati esagerati. La raccomandazione si basa in gran parte su analisi reviste dell'importante Women's Health Initiative, uno studio che dura da 15 anni coinvolgendo più di 160.000 donne. Arriva dieci anni dopo che lo studio ha inizialmente collegato la terapia ormonale sostitutiva a tassi più elevati di carcinoma mammario invasivo. Quei risultati iniziali hanno convinto frotte di donne ad abbandonare o evitare la terapia ormonale.


Ma il decennio di ricerche successive ha temperato gran parte della paura, e gli studi preliminari, seppure contoversi, avevano suggerito che alcuni donne in post-menopausa che assumono ormoni avrebbero potuto trarre benefici, con una minore incidenza di fratture ossee, demenza e malattie cardiache. La task force ha trovato prove limitate che gli ormoni proteggono dalle fratture ossee, e nessuna prova che riducono la minaccia più probabile - la malattia cardiaca. Ha inoltre rilevato che per la maggior parte delle donne che usano terapia ormonale in menopausa, sono di poco maggiori i rischi di sviluppare demenza più avanti nella vita.


A fronte di benefici sporadici, il gruppo di lavoro ha soppesato le prove relativamente nuove dei rischi, tra cui un tasso significativamente più elevato di coaguli di sangue nelle gambe e nei polmoni (rischio di morte), una maggiore probabilità di malattie della colecisti e un aumento del rischio di incontinenza urinaria che persiste negli studi per almeno tre anni.


La Dott.ssa Kirsten Bibbins-Domingo, presidente del collegio, ha detto che i membri si sono sforzati di mettere nel contesto i possibili benefici della terapia ormonale sostitutiva. Una forma della terapia - solo gli estrogeni - sembrano ridurre leggermente l'incidenza di cancro al seno. Il carcinoma mammario invasivo è una grande preoccupazione per molte donne, ma ne colpisce solo l'11% dopo la menopausa. Tale possibile effetto protettivo è diventato meno conseguente, quanto è stato confrontato con gli effetti della terapia ormonale sui rischi molto più probabili per la salute delle donne, ha detto la Bibbins-Domingo, professoressa di medicina, epidemiologia e biostatistica alla UC di San Francisco: non riesce a ridurre il rischio di malattie cardiache, che interessa il 30% delle donne che entrano in menopausa. Aumenta leggermente il rischio di demenza, che interesserà il 22% di tutte le donne in postmenopausa. E' stato legato a una maggiore probabilità di ictus, che colpisce il 21% di queste donne. E anche se riduce leggermente il tasso di fratture dell'anca (che colpiscono il 15% delle donne dopo la menopausa), altri farmaci possono farlo in modo più efficace.


Oggi, una donna americana su 5 in postmenopausa utilizza la terapia ormonale sostitutiva, principalmente per il trattamento di sintomi quali vampate di calore, sudori notturni e secchezza vaginale. Questa è circa la metà dei numeri del 2002, quando il 40% prendeva ormoni. Ma, poichè le revisioni del Women's Health Initiative hanno allentato la reticenza diffusa sui farmaci tra le donne ed i loro medici, l'uso dell'ormone sembra essere in regresso strisciante. "Si potrebbe pensare non c'era molto da preoccuparsi", ha detto il dottor Rowan Chlebowski, il ricercatore principale del Women's Health Initiative e professore di medicina al Harbor campus dell'UCLA. "Questo non è del tutto corretto". Nell'ultimo anno, la North American Menopause Society, associazione di operatori sanitari attivi nella promozione della salute delle donne quando escono dall'età procreativa, ha fornito indicazioni sulla terapia ormonale che ha riaperto la porta al suo uso diffuso, dice Chlebowski. Questo raccomandazione [della Preventive Services Task Force] dice qualcosa come: "Non così in fretta ... è più complicato di così", ha detto Chlebowski.


La task force ha detto che la sua decisione di emettere una raccomandazione contro la terapia ormonale per la prevenzione delle malattie croniche è basata su prove "quantomeno sufficienti" che i danni superano i benefici, o che il suo uso è inefficace. Ma la Bibbins-Domingo, autrice principale del rapporto, ha detto che il gruppo ha lottato con due mix leggermente diversi di danni potenziali e vantaggi: quelli legati alla terapia ormonale standard, che include estrogeni e progestinici ed è utilizzato dalla maggior parte delle donne, e quelli legati solo agli estrogeni, che sono prescritti alle donne che hanno subito la rimozione dell'utero.


Gli estrogeni da soli sembrano offrire alcuni vantaggi che gli estrogeno-progestinici non danno. La task force ha scoperto che per le donne dopo la menopausa, gli estrogeni offrono una piccola misura di protezione contro il cancro al seno, per ragioni che non sono ancora chiare. Solo le donne che hanno avuto isterectomie possono assumere gli estrogeni da soli perché sono stati collegati al cancro uterino.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Melissa Healy in LosAngelesTimes il 29 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)